il Vicepresidente ed Assessore all’Economia della Regione siciliana, Gaetano Armao, in occasione della consueta presentazione d’inizio anno dei dati aggiornati sull’andamento dell’economia siciliana, ha svolto un’analisi della situazione economica 2021 e delle prospettive per il 2022.
Nel corso del 2022, cominceranno a dispiegarsi gli effetti dell’accordo di Finanza Pubblica 2022-25 che consentirà la riduzione di trasferimenti regionali in favore dello Stato al 2022, anno di conclusione della legislatura, conseguendo un risparmio di oltre 1,5 mld €, riferito al 2018, mentre sino al 2025 la riduzione raggiungerà i 3,5 mld €.
L’accordo, prevede l’abbattimento del concorso alla finanza pubblica di 200 mln €, riducendo così il contributo ad 800 mln € annui a decorrere dal 2022, rispetto al miliardo € imposto sino al 2021. Prevista inoltre l’attribuzione dell’ulteriore importo di 100 mln € annui (che porta quindi il vantaggio finanziario a 300 mln € complessivi dal 2022 in poi) pari a una quota delle risorse previste a titolo di acconto per la definizione delle norme di attuazione in materia finanziaria e per la compensazione degli svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità.
Per il solo 2022 – aggiunge l’Assessore all’Economia – è previsto il differimento del 50% della quota del disavanzo (valore circa 211 mln €) emerso nel 2018 al secondo esercizio successivo a quello di conclusione del ripiano originariamente previsto (decennale). La Commissione paritetica ha già approvato lo schema di norme di attuazione che devono essere approvate a breve dal Consiglio dei Ministri.”
L’intesa con lo Stato, conferma 400 mln €, da assegnare in quote da 100 mln € annui sino alla scadenza dell’accordo a Liberi consorzi e Città metropolitane, ma che potranno essere utilizzati anche “per immobili ed opere di prevenzione idrauliche e idrogeologiche da danni atmosferici”. Tale estensione risulta particolarmente rilevante per quanto accaduto nei territori siciliani negli ultimi mesi e consentirà di sommare gli interventi regionali e provinciali.


A compimento dell’iter legislativo, il 2022 vede finalmente l’attuazione della fiscalità di sviluppo al fine di favorire l’insediamento di imprese e cittadini europei ed extraeuropei nel territorio della Regione Siciliana e che trova fondamento nello Statuto regionale. La previsione, inserita nell’accordo e già varata dalla Commissione paritetica, nel riconoscere l’autonomia tributaria della Regione, le attribuisce relativamente ai tributi erariali per i quali lo Stato ne prevede la possibilità, nel rispetto delle norme UE, di modificare le aliquote “in diminuzione fino ad azzerarle, prevedendo esenzioni, detrazioni e deduzioni, con particolare riguardo ad interventi diretti a promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale”.
Un’ulteriore innovazione – rimarca l’Assessore all’Economia – è quella che vede la Regione Siciliana prima, tra quelle a statuto speciale, a provvedere alla rilevazione dei fabbisogni e dei costi standard, in un’ottica condivisa e nel rispetto delle prerogative costituzionalmente riconosciute, per definire le capacità fiscali, i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), gli obiettivi di servizio della Regione, a decorrere dal 2022.” la Regione partecipa infatti, ai lavori della Commissione Tecnica per i Fabbisogni Standard con propri rappresentanti.
In merito agli Oneri sui bilanci, dal 2022 si è dato il via al rifinanziamento dei mutui sanitari in essere (già MEF) per un importo complessivo con Cassa Depositi e prestiti tra 2021 (perfezionato) e 2022 (già deliberato dalla Giunta) con significativa riduzione dei tassi (oltre il 2%) ed un risparmio complessivo di 633 mln € per l’intero piano di ammortamento (scadenza 2044), 43 mln € annui (quasi 118 mila € al giorno). La riduzione dell’indebitamento complessivo da 7.902.383.242 € (al 30.6.2017, ultima rilevazione della precedente legislatura) a 6.884.850.470 € (al 31.12.2021), porta quindi ad un contenimento del debito regionale di 1.017.532.772 € e conseguente riduzione per oneri finanziari. Contribuiscono alla riduzione delle spese per interessi anche l’azzeramento degli oneri sui contratti derivati, i cui costi ammontavano a circa 40 mln € annui, con risparmi equivalenti a circa 50 mln € e conseguente liberazione di risorse finanziarie a copertura per oltre 200 mln €.
La riduzione di costi amministrativi e di gestione, ha visto nel 2021, la Regione impegnata nella riduzione delle partecipazioni regionali con numerose operazioni volte alla razionalizzazione del comparto para-pubblico regionale quali: l’incorporazione di Riscossione Sicilia SpA in Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader); la chiusura della liquidazione dell’Ente Siciliano per la Promozione Industriale (ESPI); il conferimento di RESAIS SpA in SAS SCpA, per l’incorporazione societaria; la concentrazione tra CRIAS ed IRCAC in IRCA; la concentrazione tra Sicilia digitale SpA e Società interporti siciliani SpA e valutazione per Parco Scientifico e Tecnologico SpA; la concentrazione tra Airgest SpA (aeroporto di Tp) e AST aeroservizi SpA (aeroporto di Lampedusa).

Fondi Europei, spesa certificata e transizione digitale
L’Assessorato all’Economia ha fatto registrare la maggiore spesa certificata nel 2021, pari a € 171.843.925,60, con un’incidenza del 36,41% sulla spesa regionale del PO FESR SICILIA 2014/2020.
L’Accordo di finanza pubblica – aggiunge l’Assessore all’Economia – include la copertura del concorso finanziario regionale al cofinanziamento dei Programmi PO FERS e FSE per circa l’80% a valere sul Fondo sviluppo e coesione (FSC), con effetti ad oggi prevedibili di circa 50 mln € annui. Tale utilizzazione avviene su richiesta delle regioni interessate e previa deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, su proposta del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.
Sul fronte dell’infrastrutturazione digitale, la Sicilia è oggi la Regione più infrastrutturata sul piano digitale nel Mediterraneo con un indice di utilizzazione dei Fondi europei del 90,46%. Nello specifico, la transizione digitale dell’Isola vede una copertura dell’88,8% del territorio cablabile in banda ultra-larga, 99% connessione 4G e ben 142 Comuni connessi in NGA.
La situazione economica per cittadini ed imprese
L’analisi specifica delle componenti della domanda mette in luce che i consumi delle famiglie hanno subito nel corso del 2020 un crollo verticale (-10,4%, più grave del calo degli Investimenti (-8,2%). La spesa della P.A. ha avuto invece un ruolo compensativo (+1,5%). La ripresa del 2021 si è manifestata tramite un recupero dei consumi ancora modesto (3,9%) a fronte di una crescita degli investimenti molto più significativa (13,9%). La spesa pubblica ha invece avuto un ruolo più limitato (0,5%).
La Rilevazione delle Forze di Lavoro, sottoposta a revisione da Istat a seguito del recepimento del Regolamento (UE) 2019/1700, consente per il momento di avere solo alcuni dati provvisori riferiti al 2021. Questi evidenziano che nel terzo trimestre gli occupati in Sicilia registrano un leggero calo di 5mila unità ( 0,4%). Il tasso di occupazione, pari a 41,3%, mostra comunque un aumento tendenziale che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione, passato da 19,3 al 18 per cento nel corso di un anno e ad un aumento del tasso di inattività (da 48,9 a 49,5 per cento). La variazione complessiva (-1,4%), nell’anno della pandemia, è relativamente attenuata dal massiccio ricorso alla Cassa integrazione e dagli altri ammortizzatori sociali innescati dalle politiche anti-covid. Alla sensibile contrazione verificatasi in agricoltura e nei servizi, si contrappone la notevole crescita degli occupati nelle costruzioni (+10,5%), già riscontrabile nel 2020.
Al 30 settembre complessivamente lo stock di imprese attive conta 381.269 unità, in crescita del 2,0% sullo stesso trimestre del 2020, osservabile in tutti i settori produttivi. In dettaglio e per ordine di rilevanza, le imprese attive nei Servizi risultano aumentate del 2,3%, in Agricoltura dello 0,8%, nelle Costruzioni del 3,6% mentre invariato risulta lo stock nel settore manifatturiero. Nella dinamica del valore aggiunto dei settori produttivi spicca il ruolo trainante delle costruzioni (20,5%) e dell’industria (9,7%), mentre il recupero della caduta subita dall’agricoltura e dai servizi è ancora parziale (4,0%).
Per quanto inerente la situazione del credito, necessario alle imprese per la produzione ed alle famiglie per il consumo, l’Osservatorio regionale del credito conferma il trend di forte diminuzione degli sportelli bancari e la minore presenza di presidi bancari nelle aree marginali dell’isola. Le Banche con sede fuori dalla Sicilia sono pertanto attualmente in numero nettamente maggiore rispetto a quelle siciliane e maggiormente concentrate nelle aree polarizzanti dell’isola. Sul fronte dei Mutui e Prestiti Obbligazionari a carico del Bilancio regionale si registrano gli effetti positivi delle politiche messe in campo dal Governo Musumeci sin dal suo insediamento.
Conclusioni
Lo scenario economico nazionale, in linea con quanto avviene in Europa, registra nel 2021 un forte rimbalzo nell’andamento del PIL, rispetto al drammatico crollo del 2020, grazie agli effetti di contenimento della pandemia che la vaccinazione generalizzata e gli investimenti hanno assicurato. Le stime rivelano che il PIL dell’Italia crescerà del 6,3% nella media del 2021. Quelle della Regione Siciliana (MMS) per il Mezzogiorno e la Sicilia riportano rispettivamente una crescita del 5,5 e del 5,2 %.
L’economia della Sicilia – osserva a proposito l’Assessore all’Economia – appesantita dalla grave crisi economica determinata dalla pandemia, è caratterizzata da una minore flessione ed una più lenta ripresa, rispetto alla media nazionale, anche a causa dell’irrisolto divario economico-territoriale e dagli effetti della condizione di insularità. Ha reagito già nel 2021 recuperando oltre il 60% del PIL perduto a risultato di consistenti investimenti, nuovi strumenti finanziari per le imprese, pieno impiego delle risorse europee e continuerà a crescere nel 2022 grazie alla consistente mole di investimenti extraregionali ed ai positivi effetti degli accordi di finanza pubblica del 2018 e del 2021.”.
“I nuovi investimenti e le risorse acquisite – conclude – debbono costituire una nuova opportunità di crescita, lavoro, impresa, innovazione per i siciliani in un clima di ritrovata credibilità finanziaria ed economica. Occorre pretendere e mobilitare tutte le risorse finanziarie necessarie alla ripresa ed alla perequazione infrastrutturale, a partire da quelle europee, con uno sforzo straordinario e corale, ripensando il futuro della Sicilia unendo le migliori energie, la cultura, l’innovazione, la resilienza, credendo in un futuro che tragga forza da un passato straordinario, come la Sicilia ha dimostrato storicamente di saper fare, con i suoi valori, la sua rigenerata centralità mediterranea e culturale, ma anche con l’inappagata necessità di riscatto.