Il ballo delle pazze è un libro da leggere tutto d’un fiato , incuriosisce e sorprende in tanti passaggi della narrazione.
Siamo in Francia, fine ottocento nel famoso ospedale psichiatrico della Salpetriere, diretto dall’illustre medico Charcot, molto conosciuto nell’ambiente medico, fu il maestro di Freud.
Li tra le mura fredde, da sempre descritte nei racconti, accade qualcosa di diverso e insolito, uno strano esperimento, un ballo in maschera dove la Parigi -bene può incontrare e vedere al suono del valzer e della polka, quelle “donne” temute dalla società.
Tra le righe del libro l’inevitabile, metafora dell’incontro tra la malattia e la presunta normalità, i cui confini sono davvero sottili, più di quanto noi stessi immaginiamo.
Viene raccontata la degenza, piuttosto che la malattia, vengono descritte le storie delle donne che li vivono con toni pacati, meno violenti di quelli a cui siamo abituati pensando al manicomio.
Le internate non sono più tenute in catene come nel seicento , vengono chiamate isteriche e curate con l’ipnosi, ma vengono tenute sempre, fuori dal mondo.
Buona parte delle alienate sono donne scomode, rifiutate dalle loro famiglie per qualche motivo, ad allontanarle di solito sono gli uomini, qualche volta le donne, incapaci di comprendere le altre , mancano di empatia, temono il confronto.
Si succedono, le storie della popolana, che finisce sotto le grinfie di cattivi, della donna tradita dall’innamorato e della sua folle vendetta per gelosia, la giovane allontanata dalla famiglia perchè considerata “bizzarra”l’infermiere e la sua crisi di coscienza.
Durante il ballo in maschera si confondono le identità al punto che la domanda finale è chiedersi chi sia davvero il sano e chi il malato, come già aveva detto bene Erik Erikson, noto psicologo che studiò a lungo la cerniera che separa il sano con il malato .
Tra tutte le storie colpisce quella della giovane finita in ospedale perchè ribelle ad una vita decisa dagli “uomini”.
Lei non vuole essere come la madre , la cui vita è senza ambizioni, ne passione, il cui unico scopo è vedere se stessa riflessa nello specchio e con l’unica preoccupazione di scegliere l’abito da indossare, lei è diversa, vuole altro dalla vita, una ribelle per i tempi del racconto.
La Salpetriere è un deposito per tutte quelle donne che disturbano l’ordine costituito , una prigione per quelle donne colpevoli di avere solo, una loro opinione.
Il loro è un tempo privo di senso , un nemico che fa sgorgare pensieri rimossi, solleva angosce, richiama rimpianti , ciondolano e parlano con chi è disposto ad ascoltarle , si specchiano nel vetro delle finestre ed intrecciano i capelli delle altre in una noia mortale.
Ogni anno per l’evento del ballo c’è una bella effervescenza , la prospettiva del ballo in costume, placa i corpi e rasserena i volti , come entrare in una dimensione altra.
Le “pazze”, suscitano desiderio, accendono timori e fantasie , orrore e sensualità.
Gli spettatori sperano d’incontrare bestie strane, disturbate per osservarle, magari denigrarle, durante il ballo si incontrano due mondi che senza quel pretesto non avrebbero ne motivo, ne voglia di incontrarsi.
Prende piega nel racconto la storia di una delle infermiere che abbatte quel muro che la divide dalle alienate per provare a comprenderle meglio, scopre un mondo meno lontano di quello che immaginava, in cui forse pensa di essere serena tra le pazze, forse di esserlo sempre stata anche un po’ lei e di essere fiera di essere una donna piena di dubbi .
Il dubbio è un’altro dei temi importanti di questo libro, che ricorda le logiche della filosofia cartesiana, chi dubita “pensa” chi pensa esiste.
Il libro è della scrittrice Victoria Mas il suo primo romanzo edizione e/ o .
tantissimi davvero gli spunti di riflessione.
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