Lipari, la maggiore dell’arcipelago delle Eolie, ha avuto una lunga storia industriale basata sull’estrazione della pietra pomice, presente in qualità purissima grazie al vulcanismo dell’isola. 

La pomice è per lo più concentrata tra la località di Caporosso e quella di Porticello di Lipari, dove si erge Monte Pilato per secoli scavato per estrarne pomice il cui paesaggio oggi presenta i segni evidenti e le cicatrici della cava.

La pomice ha da sempre caratterizzato l’isola: la storia della cavazione di pomice nelle isole Eolie, e in particolare a Lipari, risale al neolitico quando le isole già esportavano ossidiana e pomice sulle più piccole sorelle e sull’isola maggiore.

La pomice di Lipari negli anni si spande in Europa senza freni, sia per la cosmesi che per l’edilizia, tanto che venne utilizzata per la costruzione della cupola emisferica della Cappella di Santa Maria del Fiore, a Firenze. La risorsa naturale estratta a Lipari era così fortemente richiesta e così conosciuta che nei secoli successivi anche scienziati internazionali si interessarono della faccenda. Nel 1880 si iniziarono a vedere le prime società che stabiliscono base sull’isola, prima per acquistare il prodotto, poi impiantando i primi mulini a Canneto, Acquacalda, e Porticello per la macinazione a diverse pezzature, infine acquistando terreni pomiciferi da singoli privati. Tra le due guerre l’attività estrattiva fu altalenante e subì un gran freno ma continuò garantendo sostegno all’isola e ai suoi abitanti. Assieme alla modernità e alle nuove macchine arrivò anche la medicina e non pochi furono i casi riconosciuti di “silicosi” in tutta Lipari.

«Per noi l’istituzione del Parco geominerario e la creazione di un Museo della lavorazione della pietra pomice qui a Lipari diventano priorità nel  programma paesaggistico e culturale. Ecco perché oggi  abbiamo fissato un crono-programma che tenteremo di rispettare con il massimo rigore».

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, al termine dell’incontro tecnico-operativo da lui presieduto nell’Aula consiliare del Comune eoliano. Con la riunione – alla quale hanno partecipato anche gli assessori regionali dell’Energia Daniela Baglieri e dei Beni culturali Alberto Samonà, il sindaco Marco Giorgianni, il presidente del Consiglio comunale Giacomo Biviano e alcuni consiglieri – si è conclusa la visita ufficiale del governatore siciliano nella maggiore isola delle Eolie.

Musumeci ha annunciato che sull’area in questione verrà apposto il vincolo etnoantropologico a cura della soprintendenza ai Beni culturali di Messina e con il curatore fallimentare si affronteranno tutte le questioni legali, senza escludere la possibile acquisizione dell’area, potendo la Regione esercitare un diritto di prelazione.

«D’intesa con il Comune – ha aggiunto il governatore sarà redatto un Piano urbanistico di interventi per prevedere anche uno sviluppo compatibile dell’intera zona, affinché il Parco non sia mummificato, ma diventi anche occasione di crescita».

La Regione, acquisita l’area, darà l’incarico per realizzare il progetto del Museo, avvalendosi di competenze già consolidate e utilizzando le risorse della nuova programmazione.

«Abbiamo la ferma volontà – ha concluso Musumeci – di recuperare questo straordinario angolo dell’isola che appartiene alla storia di questa comunità, dopo trent’anni di attesa. Le procedure non saranno semplici e gli interventi appaiono complessi: dovremo lavorare sulle vie d’accesso e sulla messa in sicurezza del versante, contro il dissesto idrogeologico. Ma con la collaborazione del Comune e dei soggetti culturali presenti sul territorio riusciremo a raggiungere l’obiettivo».

Prima del vertice tecnico, il presidente della Regione ha voluto incontrare i consiglieri comunali e ascoltare gli interventi del sindaco e del presidente del Civico consesso. Fra i temi trattati, la tutela e la valorizzazione delle aree della pomice e il potenziamento dell’ospedale del luogo, sul quale Musumeci ha assicurato l’avvio delle procedure relative agli impegni assunti dall’assessore alla Salute Ruggero Razza, nel corso della sua visita al nosocomio.