“ Altro che challenger (sfide) di tik tok, le vere sfide sono quelle che dobbiamo affrontare  come          adolescenti”     (Una ragazza ) “Ai miei genitori ……  voglio più comprensione,  essere adolescenti oggi non è come quando lo sono  stati  loro”    (Un ragazzo)

     Si è appena concluso il Progetto ‘Coloriamo il Presente..’ che ha visto coinvolti circa 180  ragazze  e  ragazzi delle classi 3^ medie dei 4 istituti comprensivi delle alte Madonie ed i loro genitori ed è stato realizzato nell’ambito della decennale collaborazione fra la Scuola, nelle persone dei Dirigenti,  e  i Consultori familiari, l’Educazione alla Salute e la Rete per la fertilità  del Distretto sanitario 35.Sono stati effettuati 50 incontri di 2/3 ore ciascuno con i singoli gruppi classe  e 12 incontri con i genitori e gli insegnanti dei quattro I.C. ,  tutti in modalità online.

Gli incontri hanno visto un forte coinvolgimento emotivo dei ragazzi e degli stessi operatori (ass. sociale, ginecologa, psicologa, ostetriche e sociologo), inizialmente perplessi sull’efficacia del ‘remoto’ , ma anche un’ampia  partecipazione dei genitori, con punte basse   in un solo  I.C. ,   e una buona qualità del dialogo.

Un ruolo importante è stato svolto dagli insegnanti che con la loro presenza in classe durante gli incontri hanno facilitato il dialogo con i ragazzi e con le loro competenze digitali hanno garantito brillantemente  lo svolgimento delle attività.

La scuola, va sottolineato, ha accumulato un notevole know how digitale  che le consentirà di proiettarsi agevolmente nei nuovi scenari pedagogico-didattici dove l’uso  dei device  sarà sempre più diffuso.Così come è rilevante il fatto che  si è incaricata, oramai da anni, di perseguire l’educazione-formazione degli alunni ma anche  il  “prendersi cura”, nel senso etico e pedagogico, missione che la pandemia  ha reso  oramai ineludibile.

 Il punto di forza del Progetto, sperimentato e collaudato negli anni,  è quello di:                                              

  • provare a  intercettare e facilitare la riflessione sui bisogni affettivi di ragazze e ragazzi e sui bisogni educativi nell’ambito della famiglia e della scuola;
  • promuovere l’ottica circolare-sistemica e il focus sulle RELAZIONI, interpersonali e di gruppo, tra  pari e con gli adulti, oggi sempre più mediate e ‘plasmate’ dai social. 

Il progetto, inoltre, attraverso la discussione guidata sui temi del primo rapporto sessuale, la fertilità, la contraccezione, la pornografia, ecc.. ha proposto ai ragazzi l’idea di una sessualità informata e consapevole nel pieno rispetto di se stessi e dell’altro/a , del rispetto delle differenze di genere e di orientamento sessuale. Registriamo tra gli adolescenti un  graduale diffuso atteggiamento di apertura  – ancora non pieno –  rispetto all’omosessualità e la diversità in genere.

 E al contempo gli operatori hanno approfondito con  i ragazzi l’importanza del  rapporto consapevole  con il  proprio corpo (essenziale all’autostima), i rischi legati a Internet (sexting, ecc.) e  ad alcune pratiche dannose per la salute (fumo, alcol, ecc.).

In altri termini,  si è voluto offrire ai ragazzi qualche strumento utile  a potenziare le loro competenze psico-sociali (‘life skills’) , nel solco di quell’educazione affettiva o, meglio, educazione ai sentimenti che da decenni i servizi consultoriali praticano nelle scuole (incluse  alcune scuole superiori) del territorio, a beneficio della loro qualità della vita. 

Il dato   sui nostri ragazze e ragazzi di 13/14 anni), che vogliamo condividere con i lettori (genitori, educatori, ..) è evidenziato dalle  risposte fornite alle domande dei  questionari, e sintetizzabili nel modo seguente :

  • ragazze e ragazze hanno affrontato la pandemia,, non indenni da costi emotivi,   attingendo alle loro risorse, individuali e di   gruppo, e a quelle educative fornite loro dalle famiglie e dalla scuola,  ciò testimonia di un “humus” psicologico e sociale solido, ma non inossidabile;
  •  le ricadute del costo emotivo li hanno espressi nei termini di “difficoltà a mantenere l’ attenzione”,  “sentirmi confuso/a, poco concentrato/a”, che testimoniano anche del sovraccarico di stimoli ai quali quotidianamente sono esposti;
  • e ancora “sensazioni di rabbia/aggressività” che interessa poco meno di un quarto degli adolescenti intervistati,  ascrivibile a frustrazioni varie e che può essere causa di quelle molestie o  vero e proprio bullismo verso i compagni,  presente anche se circoscritto;
  • e ancora, “non sentirmi in grado di superare le difficoltà” espressione di quella   fragilità emotiva tipica dell’età dello sviluppo,  più marcata rispetto agli anni precedenti a causa delle limitazioni sensoriali e  relazionali dovute alla pandemia; e, inoltre, “non riuscire a prendere sonno la notte” difficoltàlegata a preoccupazioni varie e, soprattutto, all’uso smodato dei device, in particolare ad alcuni videogiochi (fortnite..), emotivamente dannosi;
  • nel gioco delle relazioni con il mondo degli adulti,  l’indicatore più esplicito è dato dalla risposta “non essere all’altezza di ciò che gli altri si aspettano da te”  che interessa un’elevata quota di adolescenti, in misura molto maggiore che negli anni precedenti e che  fa riferimento  alle attese degli adulti (in primis, genitori ) nei loro confronti, attese magari distanti dalle loro inclinazioni e dai loro  reconditi talenti;                             
  •  attese performative anche da parte della scuola, forse non in piena sintonia con il loro vissuto emotivo  e con i loro bisogni conoscitivi, legati ai bisogni della vita, che l’offerta formativa , in buona parte ancora parcellizzata e disgiunta dai problemi dell’uomo e dalla sfida ecologica , non riesce pienamente a intercettare e soddisfare;
  • “sensazione di inutilità” e “sensazione di tristezza/infelicità”  diffuse  che testimoniano di un  appiattimento   nel “qui e ora” , la loro realtà tangibile,  dove sembra non ci sia spazio per il cambiamento e la fiducia verso il futuro. 

Forse il processo educativo li dovrebbe accompagnare in modo da suscitare in loro pensieri orientati alla progettualità e ad una prospettiva temporale proiettata nel futuro.

Hanno bisogno di essere rassicurati, incoraggiati, sostenuti, in particolar modo coloro che vanno alla prova degli esami, ma cogliamo anche un impellente bisogno di essere sedotti dall’amore per lo studio e il sapere, un sapere ancorato alla vita, parte della cultura in senso ampio, il vero vaccino contro il disagio e viatico verso il futuro.

In famiglia hanno bisogno di quello sguardo attento e accettante, del supporto emotivo e del senso del limite anche rispetto ai bisogni consumistici incontenibili, di quello spazio non giudicante che consente loro di scoprire il talento nascosto, di inseguire i loro desideri, non quelli dei genitori! ,

Infine, ci piace sottolineare della ottima accoglienza che ha avuto il progetto ’coloriamo il presente’ tra le ragazze e i ragazzi del nostro comprensorio con i quali abbiamo sperimentato momenti di “dialogo in libertà e di benessere emotivo”, preziosi in un periodo  tanto speciale in cui hanno potuto esprimere liberamente i loro bisogni, desideri, paure e anche i  sogni che ciascuno conserva  nel proprio scrigno adolescenziale.