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Il gatto che miagolò all’inferno, opera prima di Fabio Maglio

E’ da pochi giorni in distribuzione l’opera prima del giovane scrittore cefaludese Fabio Maglio.
Il protagonista del romanzo, Ettore Giannelli, è uno dei tanti neolaureati in lettere che pur di lavorare è costretto a trasferirsi a parecchi chilometri da casa. Quando riceverà un’offerta per una cattedra nell’isola di Uberia, Ettore decide di accettare. Nell’isola tutto sembra procedere per il meglio fino a quando una tempesta toglie la vita a due giovani del posto. Da quel momento niente sarà più come prima: una serie di eventi misteriosi inizierà ad abbattersi sull’isola ed Ettore si troverà suo malgrado coinvolto. Una serie di brutali omicidi scuote la tranquilla comunità isolana. Chi si cela dietro queste morti? Perché gli incubi di Ettore sono sempre più realistici e macabri? C’è una forza maligna che opera nell’ombra, ma qual è il suo vero obiettivo?
Ho da sempre – racconta Fabio Maglio – avuto la passione per la scrittura. Fin da piccolo ho sempre scritto racconti e poesie e solo raramente le ho volute rendere di dominio pubblico.
Quando una storia prende forma – dice – nella propria mente e soprattutto quando si decide di scriverla, una parte di noi vive nella speranza che un giorno, quella storia, potrà essere letta e apprezzata. È questa speranza che nutro per il mio primo romanzo che possa essere letto ed ancor di più apprezzato.
“Il gatto che miagolò all’Inferno”, edito tramite il servizio Kindle Direct Publishing, il libro è disponibile dal 5 gennaio 2021 sulla piattaforma di e-commerce Amazon.it al costo di €10,40. Per il momento, solo in versione cartacea.
La storia raccontata nel romanzo – dice lo scrittore – ha preso forma solo di recente, ha subito un lungo processo di lavorio mentale, che ne ha smussato tutte le parti grezze fino a quando non si è presentata ai miei occhi la trama nella sua forma finale. Una curiosità: il racconto era stato pensato inizialmente come fumetto, a poco a poco, la storia si è andata sviluppando fino a trovare la forma più consona, il romanzo.
Non voglio nascondere – conclude Maglio – l’ansia, la soddisfazione ma anche la preoccupazione di queste ore, una volta che la storia raccontata ha, come dire, lasciato l’anonimato di una cartella word del mio computer ed è diventata un oggetto concreto, destinato al vasto pubblico dei lettori.

Redazione

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