Un lento inseguimento nel cielo durato mesi che si concluderà stasera con la grande congiunzione tra i due giganti del cielo: Giove e Saturno. Un moto apparente che ha qualcosa di affascinante e che lega l’anno 1623 all’anno che sta per concludersi.

Tutto apparente, se osservato dalla Terra: Giove e Saturno in questi mesi si sono lentamente inseguiti nel cielo e, stasera nel giorno del solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, ci regaleranno una straordinaria sorpresa: una rara congiunzione molto stretta, così stretta che non accadeva da quasi 400 anni.

Era il 16 luglio 1623: Galileo Galilei aveva 59 anni e Johannes Kepler sette anni più giovane. Nel loro cielo, come nel nostro si ebbe una straordinaria congiunzione planetaria tra Giove e Saturno: i due corpi si avvicinarono fra loro nella costellazione del Leone, raggiungendo la separazione angolare di soli 6’, praticamente confrontabile con la separazione che avremo domani sera nel nostro cielo tra i due giganti, nella costellazione del Capricorno.

Keplero, amante delle congiunzioni, scrisse un trattato di una quarantina di pagine, intitolato Discorso sulla grande congiunzione di Saturno e Giove nel segno del Leone, con tutti i calcoli dettagliati, ma non poté osservare direttamente il fenomeno per via di una forte miopia che lo aveva colpito fin da bambino.

Dubitiamo che Galileo fu in grado di osservare con il suo cannocchiale l’evento, ed è molto improbabile che qualcun altro ci riuscì dato che i due pianeti giganti si trovavano a soli 13 gradi a est del Sole, quindi troppo bassi sull’orizzonte (a medie latitudini).

Stasera, 21 dicembre, i due pianeti saranno visibili sul far della sera, abbastanza bassi sull’orizzonte, in direzione sud ovest, con una distanza pari a un decimo di grado, circa un quinto del diametro della Luna piena. Indicativamente, la congiunzione stretta sarà visibile dall’Italia dal crepuscolo fino a circa un’ora prima del massimo avvicinamento, che sarà alle ore 19.26. L’ora più favorevole all’osservazione dovrebbe essere intorno alle 17.45, con il Sole che si troverà a circa 10 gradi sotto l’orizzonte.

Se Johannes Kepler fosse ancora vivo avrebbe attribuito una grandissima importanza all’evento, da un punto di vista astronomico, perché confrontabile con quello da lui studiato, oltre che da un punto di vista astrologico, dato che le periodiche unioni di Giove e Saturno, secondo l’interpretazione medioevale, scandivano i grandi eventi della storia e le grandi svolte delle civiltà e delle religioni. E Johannes era mistico.

Galileo Galilei durante il suo soggiorno a Padova, tra il 1592 e il 1610 insegnò matematica, e all’epoca questa disciplina non contava molto e, come è ovvio aspettarci, la cosa non lo rallegrava affatto. In realtà, era suo compito anche l’insegnamento dell’astrologia. Si sa che Galileo faceva l’oroscopo per se stesso, per sapere come comportarsi con le due bambine e un ragazzo che aveva in casa, figli della sua compagna Marina Gamba incontrata a Venezia. E poi ne preparava a pagamento per mantenere la sua famiglia piuttosto numerosa.

Il 2020 sarà sicuramente ricordato come un anno nefasto, a causa della pandemia, ma da un punto di vista astrofisico e dell’esplorazione spaziale umana e robotica ci ha regalato numerosi eventi interessanti. Probabile che sia Kepler che Galilei, se fossero ancora qui con noi, avrebbero trovato affascinante questa congiunzione e sicuramente anche il modo di fare oroscopi e nuove previsioni per il futuro.

di Sabrina Masiero, Fondazione GAL Hassin