Foto LaPresse/Giordan Ambrico 26/10/2018, Torino (Italia) cronaca Critical mass rider in Piazza Statuto Nella foto: Critical mass rider in Piazza Statuto Photo LaPresse/Giordan Ambrico October 26, 2018 , Torino (Italy) news Critical mass rider in Piazza Statuto In the pic: Critical mass rider in Piazza Statuto

Domani 30 ottobre si tiene a Palermo lo sciopero dei Riders, che arriva al culmine di una settimana di volantinaggi, raccolta di firme e sensibilizzazione dei clienti con la campagna di informazione #iosonounrider, ideata dagli stessi lavoratori.
Una giornata di protesta nazionale contro l’accordo-truffa Assodelivery-Ugl, con manifestazioni in 15 piazze italiane. A Palermo la protesta andrà avanti dalle 18,30 in poi, fino a fine turno, anche se molti rider si asterranno dal lavoro per tutta la giornata.
Alle 18.30 è previsto un si-in in piazza Verdi, secondo le direttive Covid.
“Stiamo raggiungendo un ottimo risultato, abbiamo raccolto moltissime firme per dire non all’accordo. Segno che il malcontento è diffuso – dichiara il segretario generale Nidil Cgil Palermo, Andrea Gattuso – Per domani ci attendiamo una grande partecipazione dei lavoratori. In questi giorni, in cui siamo stati nelle strade e nelle piazze, incontrando tanti lavoratori, abbiamo riscontrato grande consapevolezza sul fatto che l’accordo peggiori le condizioni di lavoro e non dia alcun diritto e alcuna tutela ai fattorini delle piattaforme del food delivery”.
“Chiediamo a gran voce anche da Palermo che il tavolo ministeriale riparta e che l’accordo venga bloccato – prosegue Gattuso – Quello che rivendichiamo è una vera paga oraria, agganciata a un contratto collettivo nazionale di lavoro, diritti come ferie, malattia e maternità, che oggi sono negati, e le tutele del lavoro subordinato”. “Questi lavoratori – aggiunge il segretario Nidil Cgil Palermo – come nella prima fase della pandemia, continuano a svolgere un servizio essenziale che permette a un settore economico come quello della ristorazione, che dopo le 18 funziona solo con l’asporto, di stare aperto. Chiediamo al governo un intervento a tutela dei lavoratori. Tra l’altro, è di ieri la notizia che il Comitato economico sociale e europeo (Cesi), su proposta di Cgil Cisl e Uil, ha escluso il rappresentante Ugl dal gruppo di lavoro per il contratto-pirata sui riders stipulato da Ugl e Assodelivery”.
Da oltre un anno Nidil Cgil Palermo cerca di portare all’attenzione della società le condizioni di lavoro dei rider. “In un anno – racconta Andrea Gattuso – abbiamo incontrato centinaia di lavoratrici e lavoratori, abbiamo conosciuto le loro storie personali, i bisogni, le passioni. Se non altro Assodelivery e Ugl un risultato lo hanno raggiunto: non solo hanno fatto arrabbiare sul serio i rider ma sono riusciti anche a dar vita un movimento di protesta e di aggregazione che dal basso sta portando a risultati eccezionali”.
Uno dei risultati a Palermo è stata una campagna comunicativa nata tutta dal basso, creata dagli stessi protagonisti della protesta. Il volantino #iosonounrider, che sta alla base della campagna d’informazione, è stato scritto “col cuore” da Simone, un rider quarantenne. E l’immagine-simbolo della protesta, un rider sulla vespa gialla, con lo zaino verde sulle spalle, è stata ideata da un altro fattorino, un fumettista, in arte Trepi, è diventata l’adesivo che i corrieri possono attaccare sugli zaini, sulle moto, sui caschi.
“Sono importanti esempi di testimonianza e passione civile – rileva il segretario Nidil Palermo Gattuso – un segno di orgoglio dell’appartenenza ad una comunità, quella dei rider che si sta opponendo all’accordo rivendicando diritti e dimostrando grande dignità. Grazie a Simone a Trepi e a tutti i rider che con la loro creatività e con la loro intelligenza stanno dando forza alla causa”.
Il volantino #iosonounrider si conclude con un appello alla città: ”Spero capirete e sarete solidali con la nostra protesta, in questo momento così difficile. Io sono un rider, durante il lockdown sono stato definito lavoratore di un servizio pubblico essenziale ma di diritti e di tutele le piattaforme non ne vogliono parlare. Io sono un rider ma prima di tutto sono un essere umano”.