26 agosto, si festeggia non un amico qualsiasi, ma il miglior amico dell’uomo per antonomasia, ovvero il cane. Quest’anno arrivata alla 16/a edizione.Ebbene sì, perché da qualche anno anche in Italia è sbarcata la giornata internazionale del cane. Una ricorrenza per amare ancor di più, nel caso ce ne fosse bisogno, il nostro fedele peloso di casa.
Ma come nasce la giornata internazionale del cane? Nasce negli Stati Uniti il 26 agosto 2004, data in cui Colleen Paige, nota celebrità amante degli animali, ha adottato il suo primo cane, alla giovane età di 10 anni. Da qualche anno la festività ha varcato i confini americani e si festeggia in tutto il mondo.
Ognuno, a modo suo, oggi festeggia il proprio cane, a partire dai social dove impazzano foto e storie con il proprio peloso, ma non mancano naturalmente i festeggiamenti dal vivo con regali e coccole. Ecco che in una giornata come questa c’è anche chi pensa a un’adozione, il modo migliore per incominciare ad amare e festeggiare il migliore amico dell’uomo.
La Giornata serve a celebrare tutte le razze, miste e pure, che sono fonte di benessere psicologico e fisico per l’uomo, ma anche per sensibilizzare la gente sul numero di cani che andrebbero adottati ogni anno dai canili. Lo scopo dell’istituzione di questa giornata è quello di sensibilizzare sul problema dei cani abbandonati nei canili e incoraggiare l’adozione donando loro la felicità di vivere in una famiglia.  Milioni di questi animali vengono tuttora considerati dei giochi dei quali ci si può stancare e disfarsene come fosse niente. Vengono quindi lasciati per strada o in rifugi dai quali non usciranno mai più.
La Giornata Internazionale del Cane è un appuntamento che ci ricorda che la “razza pura” non equivale a più affetto, adottare un cane significa salvare la sua vita e in un certo senso anche la propria.
E quest’anno, in tempo di lockdown per il coronavirus, sono stati di grande aiuto psicologico ma anche fisico sia a chi ha lavorato in casa in smart working sia consentendo di uscire di casa e fare due passi per accompagnarli fuori per le loro necessità. Questi amici fedeli “lavorano disinteressatamente per salvare vite, tenerci al sicuro e portare conforto”, ricordano in sintesi i siti dedicati alla Giornata rilevandone i pregi come “proteggere le nostre famiglie e le nostre case, collaborare con le forze dell’ordine, aiutare il padrone disabile, soccorrere persone in situazioni di emergenza, e aiutando nei percorsi di riabilitazione”.
Nelle case degli italiani ci sono 7 milioni di cani, secondo il Censis.
Il cane è una presenza benefica per la salute fisica e psicologica di tutti, e in particolare di bambini, anziani e malati. Tant’è che in molti ospedali in tutto il mondo, con il consenso dei medici sono previsti momenti di ricreazione con i cuccioli. Gli studi scientifici dimostrano infatti che accarezzare un cane e prendersene cura innalza i livelli di serotonina, il neurotrasmettitore detto anche “ormone della felicità”, e abbassa quelli del cortisolo, che invece sale proporzionalmente allo stress.
I 5 (e più) benefici per la salute
Come riporta l’Agenzia Ansa, secondo Marco Maggi, Coordinatore dei Servizi Sanitari di Ca’ Zampa (il primo Gruppo in Italia che offre servizi per il benessere degli animali domestici), sono 5 i benefici legati alla presenza di un cane all’interno del nucleo familiare. I cani aiutano i bambini e gli adolescenti a crescere in modo equilibrato e responsabile, migliorandone la capacità di socializzazione e favorendo il senso di appartenenza familiare.
Perché un cane fa bene ai nonni
Secondo il Rapporto Senior Italia FederAnziani su “Over 65 e Animali da Compagnia”, nel solo triennio 2015-2017, la percentuale degli anziani che hanno adittato un cane è salita dal 39% al 55%. E il 68% degli anziani afferma che la compagnia del proprio animale influenza molto il proprio benessere fisico e mentale.
Avere un cane tiene in forma
Adottare un cane fa bene alla salute di tutti anche perché ci obbliga al movimento: prendersene cura vuol dire infatti accompagnarlo a “sgranchirsi le zampe” e a fare i bisogni almeno due volte al giorno, ma spesso le condizioni di salute o caratteriali del pet impongono uscite più frequenti. E così, a sgranchirsi le zampe sono anche i padroni e padroncini di ogni età. Da un’analisi della letteratura scientifica internazionale condotta dal Centro Studi Senior Italia, emerge che i possessori di cani hanno il 57% di probabilità in più di svolgere attività fisica rispetto a chi non ne ha. Praticare sport con il proprio animale domestico può essere di grande stimolo.
Il cane migliora il nostro rapporto con la natura
Avere un cane spinge anche i più pigri e solitari ad uscire da casa con qualsiasi tempo e temperatura e anche a raggiungere luoghi all’aria aperta dove farlo correre in libertà. Ma non solo. Recenti studi scientifici condotti dal presidente della Fondazione Affinity Animali e Salute rivelano che oltre il 75% dei padroni vede il proprio animale come qualcosa di più di un amico.

Chi ha un cane diventa più socievole
Anche i più timidi, solitari e musoni, se sono anche amanti di cani non resistono ad ammirare o accarezzare, quantomeno ad avvicinarsi a un cucciolo per la strada. È il motivo per cui i cani aiutano nella riabilitazione sociale, nella cosiddetta Pet Therapy, terapia dell’animale da affezione, spesso utilizzata come supporto a disabili, non vedenti o per chi soffre di autismo. Uno studio dell’associazione American Humane dedicato benefici della presenza di un cane all’interno di famiglie con giovani pazienti ricoverati a causa di cancro ha dimostrato che la presenza di un animale può dare supporto ed influenzare positivamente le famiglie e i giovani pazienti.

CONOSCIAMO LE RAZZE: CAVALIER KING Charles spaniel

Il Cavalier King Charles Spaniel è una razza di cani di piccola taglia. È un piccolo spaniel con un manto setoso di lunghezza media, solitamente lievemente curvato, e lunghe orecchie. La razza è stata creata nel XX secolo, nonostante abbia origine dal King Charles Spaniel esistente già nel Settecento.
STORIA

Per molti secoli piccole razze di spaniel sono state popolari in Inghilterra. Nell’XI secolo, nel regno di re Canuto, era illegale cacciare con ogni cane che non potesse passare da un buco di 11 pollici di diametro. Come conseguenza, la “nascita” del Toy Spaniel in Inghilterra. Qualche secolo dopo i Toy Spaniels sono diventati popolari come razza da compagnia, specialmente della famiglia reale. Infatti il Cavalier King Charles Spaniel è stato così chiamato perché uno spaniel di tipo Blenheim era il cane di compagnia di re Carlo I.
Si dice che il re Carlo II abbia promulgato un editto che impediva di proibire l’ingresso ai Cavalier King Charles Spaniel in ogni luogo pubblico, Parlamento incluso; non c’è però alcuna prova che confermi questa diceria.
Gli spaniel possono essere visti in molti dipinti del XVI, XVII e XVIII secolo opere di artisti come Van Dyck (I tre figli maggiori di Carlo I ed Henrietta Maria 1637), Nicolas de Largilliere (La bella di Strasburgo 1703), Nicholas Maes (Ritratto di Signora 1677). Questi spaniel avevano il muso più lungo e appuntito ed un corpo più longilineo rispetto a quelli di oggi.
Col tempo, i toy spaniel sono stati sostituiti in popolarità dai cani di discendenza asiatica, come i Carlini. Il Cavalier King Charles Spaniel è stato incrociato con questi cani, e il risultato è il King Charles Spaniel di oggi, col muso più corto e schiacciato. Negli anni ’20 l’americano Roswell Eldrige offrì 25 sterline come premio per ogni Cavalier King Charles Spaniel “del vecchio tipo” col naso lungo e una macchia nel mezzo della testa detta “il bacio di Buddha” o “Blenheim Spot,” o “Kissing Spot”. Quindi, la razza è stata sviluppata selezionando un gruppo di spaniel. Il risultato è stato un cane che somiglia al cucciolo de futuro re Carlo II d’Inghilterra, da cui deriva il nome della razza (“Cavalier King Charles”). Cani di questo tipo erano già presenti nei tempi di Elisabetta I ed assai apprezzati anche ai tempi di Carlo I, cioè nella prima metà del Seicento. Erano il prodotto dell’incrocio tra gli “Spaniel giapponesi” e gli “Spaniel inglesi”. Successivamente questi ultimi vennero a loro volta accoppiati con “Èpagneul” continentali, che erano già presenti alla corte di Enrico IV in Francia. Gli Spaniel che portano il nome di “Cavalier”, cioè dei nobili fedeli a Carlo II, appartengono proprio a questo periodo. Questi piccoli animali erano infatti i prediletti di Carlo II, ai quali dedicava la maggior parte del suo tempo libero e momenti di svago. Le caratteristiche dell’odierno Cavalier King Charles Spaniel, vennero fissate dall’allevatore Elridge a partire dal 1920. Lo Standard di razza venne redatto nel 1928. La razza attualmente è sufficientemente diffusa, ben allevata anche in Italia.
CARATTERISTICHE
• Testa: fronte quasi piatta e muso allungato in avanti
• Occhi: grandi e rotondi
• Collo: robusto e leggermente arcuato
• Orecchie: Lunghe e cascanti a pelo lungo
• Corporatura: Piccola e armoniosa con un’andatura elegante
• Zampe: ricoperte da un pelo compatto
• Coda: molto vaporosa, attaccatura alta e mai deve essere portata sopra la linea dorsale
• Altezza ideale alla spalla: 43 cm (maschi) 40,5 cm (femmine) lo standard FCI non prevede altezze ideali, solo peso tra i 5,4 e gli 8 kg
• Colori:
◦ Blenheim
◦ Tricolor
◦ Black and Tan (o Nero Focato)
◦ Ruby
CARATTERE
Il Cavalier King è un cane di indole docile e ubbidiente, per nulla aggressivo. Si adatta alla vita da appartamento: è molto affettuoso ed è molto adatto agli amanti dei cani, anche se è impegnativo perché non ama stare fermo. Occorre pertanto prendere vari giocattoli per non farlo annoiare. Solitamente non crea problemi con gli altri cani, gatti o animali di nessun tipo ed è molto giocherellone. Tendono ad ingrassare se lasciati mangiare più del necessario, ma amano correre quindi vanno portati fuori spesso per fare moto. Essendo un cane piccolo è adatto a stare con i bambini. Generalmente abbaia molto poco, ma dipende dal carattere del singolo cane.

SALUTE E CURE
Il maggior problema di salute per questa razza canina è la Siringomielia. Il cranio non è sufficientemente ampio, per cui la base del cervello protrude attraverso il foramen magnum dentro il canale della colonna vertebrale, bloccando il flusso del fluido cerebrospinale e causando paralisi in alcuni di questi cani. Inoltre il 20% degli esemplari soffre di valvulite mitralica, dovuta alla progressiva degenerazione della valvola mitrale dopo il primo anno di vita. I Cavalier possono soffrire anche di malattie della vista come le cataratte, che sono molto frequenti in questa razza, anche in cani molto giovani. Si tratta quindi di una razza canina piuttosto delicata, che ha bisogno di molte cure mediche e di considerevole impegno da parte del proprietario. Anche le orecchie sono delicate. Vanno pulite e controllate regolarmente. Attenzione in particolare ai fastidiosissimi forasacchi. Per mantenere il pelo lucido e setoso è bene spazzolarlo una volta al giorno o con una spazzola di setole o con un pettine a rastrello. Così facendo il loro pelo risulterà libero dai nodi e dalla polvere. Il pelo non va tosato ma pulito e spuntato regolarmente in particolare quello delle zampe e delle orecchie. Se in particolare si formano dei nodi non tagliateli, ma applicate un po’ di balsamo specifico per cani, lasciate agire per qualche minuto e delicatamente districate i nodi. Un altro problema del cavalier king è che tende all’obesità. Questa razza potrebbe anche soffrire di problemi cardiaci, ma se portato regolarmente dal veterinario si può prevenire o se già esistente si può curare.

CAVALIER KING E PET THERAPY
Alcuni esemplari di questi cuccioli sono stati utilizzati nella cosiddetta pet therapy che prevede l’utilizzo di animali domestici per aiutare le persone con difficoltà emotive ad intraprendere la via del recupero. Grazie alla loro indole dolce, docile ed obbediente vengono utilizzati nelle terapie assistite con animali (AAT) con ottimi risultati.

CURIOSITA’
• Il segno dell’ansia: Sarah moglie del Duca di Marlborough, mentre quest’ultimo era impegnato nella battaglia di Blenheim in Bavaria, era rimasta in Inghilterra in compagnia della sua fedele Cavalier King Charles Spaniel. Questa cagnetta era rossa e bianca ed era in dolce attesa. La duchessa in ansia di ricevere notizie dal fronte accarezzava spesso con il pollice la testa dell’animale. Quando nacquero i cinque cuccioli questi presentavano una particolare caratteristica: una macchiolina rossa sulla fronte, simile all’impronta del pollice (detto spot ovvero l’impronta fortunata di Sua Grazia). Questo segno ancora oggi viene chiamato Blenheim ed è molto apprezzato dagli allevatori di questa razza.
• La regina Vittoria adorava il suo amico a quattro zampe Dash che le fu regalato quando aveva 12 anni. Lo ha amato a tal punto che dopo la sua scomparsa decise di scrivere per lui un epitaffio sulla tomba nei giardini di Adelaide House: “Qui giace Dash, lo Spaniel preferito da sua Maestà, la regina Vittoria, per volere della quale è stata eretta questa lapide. Egli morì il 20 dicembre 1840, nel suo nono anno. Nel suo affetto non c’era egoismo, nella sua allegria non c’era malizia, nella sua fedeltà non c’era inganno. Tu che leggi se vuoi essere amato in vita e compianto da morto, segui l’esempio di Dash.”
• Maria Stuarda di Scozia, nel 1568 fu imprigionata in Inghilterra insieme al suo Cavalier bianco e nero. Secondo la leggenda quando la regina venne decapitata, nel 1587, il cagnolino venne ritrovato tra le sue gonne e dovette essere strappato a forza dal corpo inerme della padrona. Morì due giorni dopo forse per il dolore.
• Carlo I d’Inghilterra durante la guerra civile fu sempre accompagnato dal suo fedelissimo Rogue, che venne poi esibito come simbolo della sua sconfitta dopo essere stato con lui fino all’ultimo.

L’ANGOLO DEI CERCAFAMIGLIA
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