Il Covid-19 lascia i suoi strascichi. Ad oggi, mentre l’emergenza non è ancora finita e si preannuncia una seconda ondata autunnale del nuovo Coronavirus, c’è da fare i conti con una realtà che non potrebbe essere più dura e che, da un punto di vista economico, è tutt’altro che rosea. Dopo la crisi finanziaria del 2008, l’Italia ed il mondo devono fare i conti con le conseguenze di una pandemia che ha distrutto il contesto finanziario. Per l’anno attualmente in corso stime recenti ipotizzano una recessione dell’economia mondiale del -1,6%. Di traverso per l’Italia si stima una flessione del PIL del -6,5%, per l’Eurozona del -2%. Ogni prospetto di ripresa, insomma, e di possibili rimbalzi, è rinviato al 2021. Ma i danni fanno fatica a contarsi anche in un momento come quello attuale in cui è partita la cosiddetta Fase 3.

Si soffre un po’ dappertutto: nei ristoranti e nei bar, nelle attività turistiche e balneari, nei lavori indipendenti e dipendenti. Si cerca un bisogno disperato di normalità che, però, in tutti i campi, sembra essere quantomeno lontano. O se non altro raggiungibile solo verso la fine di questo sfortunato e tragico 2020. Un settore, ad esempio, in forte crisi è quello del gioco d’azzardo, per il quale le stime parlano di possibile ripresa solo dal prossimo mese di novembre.

Stando ai dati pubblicati da GamingReport sugli effetti dell’emergenza Covid-19, gli impatti saranno gravi in tutto il mondo. Oggi come oggi il 73.5% dei mercati del gioco terrestre ha aperto, per cui si è rimesso in moto l’83.7% del valore di mercato totale. Nonostante ciò,si parla di un fatturato per il 2020 pari a 359 miliardi di dollari, un sonoro -24,1% rispetto alle prospettive dello scorso mese di gennaio. Il mercato mondiale ha toccato il suo punto più basso nella settimana del 6 aprile 2020: in quel giorno risultavano chiusi il 68% dei mercati di tutto il mondo. In Europa la normalità è tornata, così come in Asia e Nord America, i mercati più ricchi: 88% del valore totale di mercato nel primo caso, 87,3% nel secondo e 85,1% nel terzo. Ancora fermi e bloccati i mercati emergenti di America Latina e Africa.

Chi meno di tutti ha sofferto le misure restrittive anti-Covid è stato il mondo delle lotterie: in molti Paesi si è continuato a giocare. Ad aprile scorso il 22% del mercato rimaneva chiuso a fronte di uno sparuto 8% ancora operativo. Nel picco del lockdown sofferenze atroci anche per casinò, sale bingo, macchine del gioco fisico, i più colpiti con oltre l’83.4% del mercato chiuso. Dopo venti settimane di lockdown, molti Paesi stanno riaprendo non senza difficoltà economiche varie. Va da sé che il risultato sia uno ed uno soltanto: con la riapertura al 100% prevista per tempi ancora lunghi, il gioco si appresta a chiudere il suo 2020 in altissima marea. E la testa, come per tutta l’economia, è già al 2021.