Da diversi giorni è in discussione all’ARS il DDL 698-500 presentato dalla V Commissione Legislativa “Cultura, Formazione e Lavoro”, presieduta da Luca Sammartino che, in merito, ha avviato una serie di audizioni, coinvolgendo Enti e Istituzioni pubblici e privati.
In attesa di sentire il parere del neo-Assessore BCIS, Alberto Samonà, su questo disegno di legge che, apparentemente, si propone di regolamentare l’istituzione dei Poli Museali e dei Luoghi di Cultura, la gestione dei beni culturali e la tutela del paesaggio, il Presidente Regionale di SiciliAntica, Simona Modeo, invitata a partecipare all’audizione del 19 maggio, al fine di esprimere su di esso le proprie osservazioni, dopo avere evidenziato i numerosi refusi presenti nel DDL, è entrata subito nel merito affermando che esso in realtà sembra un maldestro copia e incolla del Codice Urbani (D.Lgs. 42/2004, meglio noto come Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), una legge inutile e dannosa che all’interno di una “confezione”, peraltro brutta e mal fatta, contiene una serie di disposizioni che hanno un unico obbiettivo: esautorare le Soprintendenze dal rilascio di qualsivoglia autorizzazione sia riguardo alla gestione dei Beni culturali sia riguardo alla tutela del paesaggio.
Simona Modeo ha inoltre sottolineato che il vero vulnus nella gestione e nella salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale siciliano è la legge10/2000, che andrebbe modificata in modo sostanziale, se non addirittura abrogata, in quanto ha istituito il ruolo unico della dirigenza, abolendo di fatto nell’Isola qualsiasi specificità del ruolo tecnico dei Beni Culturali, rendendo così possibili le distorsioni a tutti evidenti nell’organizzazione interna del dipartimento, producendo una perdita di autonomia e di autorevolezza delle sue strutture tecnico-scientifiche. Infatti se si va a guardare l’organigramma pubblicato sul sito istituzionale, risulta evidente e coram populo che dai quadri direttivi sono completamente esclusi tutti i funzionari archeologi e storici dell’arte, mentre musei, gallerie storico-artistiche e parchi archeologici sono diretti da architetti, agronomi, geologi e questo accade anche per le unità operative.
Nelle dieci Soprintendenze dell’Isola, la direzione delle sezioni tecnico-scientifiche che dovrebbe essere riservata, ai sensi della legge regionale 116/80, ai tecnici specializzati nelle diverse discipline di competenza, è appannaggio quasi esclusivo di architetti, che hanno la responsabilità, nella maggioranza dei casi, delle sezioni storico-artistiche e, a volte, delle sezioni archeologiche, dove peraltro molto spesso manca del tutto il funzionario archeologo.
Il rispetto delle competenze tecniche nell’affidamento degli incarichi direttivi all’interno degli enti di tutela costituisce, infatti, la premessa indispensabile a qualsiasi azione che voglia promuovere attività di ricerca, valorizzazione e gestione di un patrimonio culturale e ambientale vasto e capillarmente diffuso.
Al termine dell’audizione il Presidente Modeo, su richiesta della Commissione, ha detto che SiciliAntica stilerà un documento in cui, oltre a proporre diversi emendamenti al DDL in questione, avanzerà anche una proposta per contribuire alla risoluzione della vexata quaestio della gestione e della tutela del nostro patrimonio culturale e ambientale.
Il Presidente Regionale
Simona Modeo