In questi giorni dove da padrona è spesso la nostalgia, le letture aiutano a pensare, ci fanno compagnia, inaspettato, arriva il libro della scrittrice palermitana Giuseppina Torregrossa con il suo libro tutto da gustare “Cortile Nostalgia”.
“Cortile Nostalgia”, non è solo il racconto della storia di una famiglia dell’Albergheria, quartiere vivace dello storico mercato di “Ballarò”, è un’intreccio negli intrecci, tra sentimenti, emozioni, fatti realmente accaduti, luoghi, espressioni dialettali, modi di vivere e di essere che ti prendono cosi tanto da farti vivere tutto come se ne fossi tu stesso il protagonista.
Tutto parte da un matrimonio affrettato tra due giovani dell’Albergheria che convolano a nozze, vivendo sin da subito un rapporto immaturo al quale si erano accostati col desiderio entrambi di trovare l’uno nell’altro, affetto, comprensione, libertà, non avendolo conosciuto nelle famiglie d’origine. Finiranno invece entrambi per trovarvi solo una gabbia fatta di rancori, delusioni e accuse reciproche.
Da questo rapporto nascerà Maruzza, una bimba a cui il destino riserva altre amarezze da parte di due genitori incapaci di amare realmente, poiché non hanno essi stessi conosciuto l’amore, in un circolo vizioso.
La ragazza crescendo proverà, confrontandosi con il mondo, a ribellarsi all’assenza d’amore, alla sottomissione di una madre incapace di essere niente altro che donna di casa, moglie servizievole, ma acida.

Una donna randagia mai uscita dal cerchio del bisogno, sposata con un uomo che, sebbene abbia provato a migliorarsi studiando un po’, alla fine è rimasto emotivamente fragile e incapace di guardare oltre le abitudini di pensare il mondo sempre nello stesso modo..
Maruzza e Mario si consumeranno in un desiderio di affetto, mai soddisfatto che rosicchia le anime e le avvelena.
Solo quando Maruzza avrà raggiunto la maggiore età e si sarà allontanata dai genitori questi capiranno forse perché soli, del tempo perso a farsi una guerra inutile e proveranno a ricomporre la loro vita spezzata in frammenti come una la ciotola di cristallo a cui Melina teneva tanto, anime che proveranno a leccarsi le ferite.
Tutto si svolge presso piazzetta “Sette Fate”, luogo in cui una leggenda narra che la notte delle fate raccolgano gli uomini e li facciano viaggiare in mondi diversi.


In questa stessa piazza che sarà ribattezzata “Cortile nostalgia” si incontrano storie e culture diverse, realmente li, proprio in quella piazza esiste un centro che accoglie immigrati ed è li che è nata una convivenza pacifica e di scambi positivi con altre culture alle quali anche i nostri protagonisti si avvicineranno. Palermo ci appare come la grande madre che ha sempre grandi porte aperte. Vengono affrontati tanti temi nel libro , fatti realmente accaduti che hanno macchiato l’Albergheria per qualche anno, i casi di abuso sui minori, le donne schiave, la mafia ed il contrabbando in una città dalle maglie sempre più bucate.
Luoghi e fatti sono descritti cosi bene che sembra di essere dentro a quelle strade che puzzano di aglio e cumino, ma dove brillano anche tante anime buone e desiderose di cambiamento. Infatti troviamo anche belle figure, la saggezza di mamma Africa che accoglie con l’ascolto, suor Antonella che cerca di portare la cultura insegnando a pensare e ad avere sogni, perché la vera rivoluzione si fa con i sogni, quando i bimbi crescono solo vagabondando si perdono, bisogna inculcare il desiderio di sognare.
Oggi l’Albergheria ha un vestito più pulito, è sempre una donna rugosa e poco addomesticabile, ma sta cambiando….leggetelo questo libro, è proprio bello!la sensazione che lascia è già nelle prime righe del libro, il cuore cigola come su un carretto che cammina sulle balate.
In copertina un sipinto olio su tela “i Signuri di Palermo” realizzato dal maestro Antonino Gaeta che dipinge la città con colori brillanti e nostalgici insieme come sanno essere gli occhi di chi Palermo la conosce col cuore, lo ringraziamo per la gentile concessione.