E mentre il bollettino quotidiano prevede più o meno sempre le stesse azioni, nuove abitudini si sono impadronite dei nostri spazi e pensieri insieme alle tante preoccupazioni, qualcosa di nuovo cattura la nostra attenzione.
Abbiamo sentito l’angoscia per giorni per i tanti medici, infermieri impegnati in prima linea negli ospedali, ai quali va la nostra gratitudine per l’alto senso di responsabilità con cui hanno lavorato e lavorano. Molti di loro sono morti tra le corsie d’ospedale dopo avere contratto essi stessi questo maledetto virus che ha monopolizzato le nostre vite ingabbiandole, in un silenzio assordante.
Nel tempo, il centro dell’attenzione, si è spostato, ci rendiamo sempre più conto, nonostante apparentemente sembrava tutto si fosse fermato, del girare intorno a noi una macchina organizzativa che si muove e che ha dei volti e dei ruoli anch’essi determinanti; perché tutto come dice lo slogan vada bene. Parliamo della protezione civile, degli addetti alle pulizie, dei netturbini, del personale nei centri commerciali, degli operatori degli uffici postali, dei tabacchi, delle edicole, delle forze dell’ordine, dei vigili urbani, dei medici di base, dei farmacisti, dei commessi dei panifici, degli addetti stampa, e dei tanti, ma davvero tanti volontari, che si sono mossi in associazioni organizzate e per iniziativa di solidarietà privata a favore di tante famiglie in difficoltà.
Di loro dobbiamo parlare con orgoglio poiché è quella parte della società che respira ancora credendo nell’idea dell’aiuto e dell’altruismo ma non nel becero egoismo di chi guarda solo il proprio interesse o angolo di vita.
I fatti hanno dimostrato che siamo tutti nella stessa barca, ed ognuno si salva se tutti collaborano, nella logica della corresponsabilità.
Il contributo dei volontari viene dato con tutti i mezzi disponibili e la solidarietà è proprio un ponte che unisce come quel bellissimo arcobaleno, disegnato dai nostri bambini, che sintetizza perfettamente il nostro bisogno di serenità: “Andrà tutto bene”.


Si andrà tutto bene se ciascuno continuerà a fare la propria parte, rimanere a casa, seguendo le regole di buon comportamento circa la distanza sociale, il non affollarsi, il lavare spesso le mani, ecc. .
Qualcuno continua a non capire che deve conformarsi alle regole per il bene di tutti. Questo non è un gioco!
La pandemia è un problema ormai mondiale che causa tante vittime, sebbene ci siano nel nostro paese piccoli segnali di ripresa.
Nuove emergenze si stanno presentando: fasce di popolazione che fino a poco tempo fa riuscivano a gestire la famiglia con piccoli lavoretti, spesso in nero e piccoli aiuti, ora non ce la fanno più. Sono al collasso.


Non tutti possono beneficiare del reddito di cittadinanza, in molti casi non si ha residenza, gli affitti sono in nero, si aprono maglie pericolose.
Nel tran-tran quotidiano si creano strani equilibri anche laddove non c’è equilibrio.
Palermo sta scoppiando, c’è un sommerso che fa paura e l’emergenza è già una realtà, si sono viste già le prime manifestazioni di nervosismo e prepotenza facendoci finire nei giornali di tutta Italia, i supermercati sono presidiati dalle forze dell’ordine per evitare scontri. Ad oggi non si sono verificati altri casi.
A livello nazionale e non solo si stanno prevedendo misure importanti di contenimento, la rabbia quando diventa forte è inarrestabile diventa un fiume in piena, e in alcuni ambienti diventa ancora più pericolosa.
Ecco perché dobbiamo e vogliamo dire grazie a quanti si adoperano con il loro supporto solidale, con la “spesa sospesa”, con la distribuzione di beni di prima necessità, il banco alimentare del comune, la Caritas.
Sono intermediari importanti dentro le micro-società, i volontari sanno entrare nei quartieri e dialogano con le persone, ne sentono le emozioni, le angosce e paure. Molti di loro sono persone comuni che magari hanno anche le loro difficoltà di vita, ma sanno donare del tempo agli altri. Altri sono professionisti che svestono i loro ruoli importanti per tendere mani, sorrisi caldi e che profumano di pane.
Dove c’è pane e comprensione , c’è rispetto.
Diceva bene Danilo Dolci “ciascuno cresce, se sognato… ed aggiungo, nessuno muore, se è sognato e nutrito di presenza reale nel bisogno”.
Dunque amico che leggi, se fino a ieri non ci avevi pensato, ti prego oggi pensaci senza esitare, dona qualcosa quando fai la spesa, non girare la testa, siamo tutti nella stessa barca!
In copertina il disegno della dolcissima Aurora, che ringraziamo per averci donato questi colori e queste mani che si incontrano e anime che camminano vicine, l’altra immagine è di una Palermo blindata con fiori, i fiori della solidarietà.