Secondo l’INPS ed Il Sole 24 Ore, ecco il quadro degli interventi già approvati dal governo nazionale ed il numero dei potenziali cittadini ed imprese destinatarie:
Sussidi
n. beneficiari

Cassa integrazione ordinaria o in deroga
416.000

Assegno ordinario in deroga
1.566.000

Cassa integrazione in deroga nazionale
2.344.000

Professionisti e collaboratori coordinati e continuativi
339.000

Lavoratori autonomi
3.600.000

Lavoratori stagionali turismo e stabilimenti termali
173.000

Lavoratori settore agricolo
660.000

Lavoratori dello spettacolo
81.000

Congedo parentale
1.692.000

Congedo assistenza disabili
400.000

Bonus baby sitting
226.000

Indennità di malattia per quarantena
90.000

11.587.000

Si tratta quindi di circa 12 milioni di cittadini ed imprese che già nei prossimi giorni potranno ricevere la liquidità prevista da queste misure. C’è l’impegno del Ministro per il SUD Provenzano, siciliano e del PD, di trovare risorse e e fare provvedimenti, e siamo certi che ciò avverrà, anche per i lavoratori nel sommerso e che dovrà emergere, che ad oggi non usufruiscono di alcun sussidio.
La contigente crisi indotta dal diffondersi dalla pandemia da Coronavirus investe tutti i settori dell’economia del Paese.


Non mancando di mantenere alta l’attenzione e la vigilanza sull’emergenza sanitaria, essa impone di volgere lo sguardo ai bisogni essenziali immediati, ma pone anche la necessità di pensare alle soluzioni per la ripresa, quando l’emergenza sanitaria finirà. Una ripresa dell’attività produttiva di reddito per le imprese e conseguentemente per i lavoratori dipendenti delle stesse è essenziale per il riavvio dei consumi e dell’economia in generale.
In questa prospettiva, la drammatica situazione che abbiamo di fronte richiede strumenti e soluzioni non convenzionali, straordinari ed eccezionali. Ne discutono nell’Unione Europea, nella quale, però, sussistono ancora divisioni circa le soluzioni da adottare. Che dovrebbero essere caratterizzate non da una visione tradizionale, ma con un approccio più solidaristico tra gli Stati membri e con innovazione rispetto all’eccezionalità ed alla gravità della crisi che è globale e quindi che investe l’intera Europa. In quest’ottica, bene ha fatto il governo nazionale ad opporsi ad una prospettiva che non abbia queste caratteristiche, ed in particolare il ministro dell’economia Gualtieri che non ha esitato a definire sbagliate le parole della presidente della commissione europea, senza dubbi, senza infingimenti e con coraggio.
Intanto, il governo nazionale, sostenuto con convinzione, impegno e dedizione dal Partito Democratico, ha adottato le prime misure finanziarie che, con il decreto legge dello scorso 17 marzo, ha stanziato 25 miliardi di euro, poco meno di quanto è stato l’ammontare della legge di bilancio del 2020. E con la prospettiva di ulteriori stanziamenti fino ad arrivare a 100 miliardi nelle prossime settimane.
A queste somme vanno aggiunti ulteriori 400 milioni di euro del fondo per la solidarietà alimentare che saranno trasferiti ai comuni per la distribuzione di prodotti alimentari e buoni spesa da destinare immediatamente ai cittadini che con la crisi pandemica hanno ulteriormente acuito il bisogno e la fragilità. Si tratta di un intervento che segna l’attenzione del governo nazionale a bisogni primari ed immediati, sui quali non si può speculare come ha fatto l’on.le Salvini, che ha diviso il predetto importo per i 60 milioni di abitanti dell’Italia, ottenendo l’importo di circa 7 euro. Fortunatamente non tutti gli italiani ne usufruiranno. E queste speculazioni, altro non sono che un’offesa a quelle persone che effettivamente ne avranno di bisogno.
Nel complesso si tratta di una mole di risorse, che saranno ancora insufficienti, ma che danno la dimensione della drammaticità della situazione finanziaria a cui andrà incontro il Paese. Per dirla ancora con Il Sole 24 ore, basti pensare nel 2018 la cassa integrazione ammontava ad 1 miliardo di euro per l’intero anno. Ora, solo per questa misura ne occorrono 13,5 miliardi al mese.


Anche il governo regionale di centrodestra ha previsto delle misure per far fronte all’emergenza. Dapprima trasferendo ai comuni un modesto contributo per le spese per la sanificazione delle strade, poi ha previsto l’utilizzo di risorse per la concessione di finanziamenti alle imprese siciliane, in parte a fondo perduto ed in parte in conto interessi sui mutui che potrebbero essere concessi dal sistema bancario. In ultimo, si è aggiunto l’impegno al trasferimento di 100 milioni di euro ai comuni per l’assistenza alimentare per le famiglie disagiate. Trasferimento che al momento non è dato conoscere con quali criteri ed in quali tempi potrà avvenire e che, come ha sottolineato il presidente della Regione Musumeci, è avvenuto con l’intesa di tutti i capigruppo dell’assemblea regionale di maggioranza e di opposizione.
A livello locale, la giunta comunale ha assunto diverse misure, ma che dovrebbero essere più ambiziose con particolare riferimento alle attività produttive. In tale contesto, bene ha fatto il centro commerciale naturale, che rappresenta una parte del tessuto produttivo castelbuonese, a richiamare l’attenzione anche dell’amministrazione comunale verso misure comunali ad esso destinate.
Nel presentare quelle già adottate il gruppo consiliare di maggioranza ha espresso la consapevolezza “che serve il contributo di tutti”. Noi siamo d’accordo e disponibili, se ritenuto utile ed essere consequenziali nei fatti rispetto ai proclami. In questa sede, ci sia consentito, tuttavia, di fare alcune osservazioni rispetto a quello che abbiamo letto, con il senso di responsabilità che caratterizza il nostro operato, ma nello stesso tempo con la schiettezza che la situazione richiede. Innanzi tutto, non basta dichiarare che si approverà il bilancio di previsione 2020 ed il rendiconto della gestione 2019 “il prima possibile”. Occorrerebbe, sul punto, prima di tutto riconoscere di essere stati in notevole ritardo già prima dell’avvento della crisi epidemica sviluppatasi in Sicilia dai primi di marzo. A quel tempo, infatti, la data ultima per l’approvazione del bilancio era prevista nel 30 aprile, ma poteva essere adottato pure prima, ed in tal caso oggi ci saremmo trovati nelle condizioni di poter dare le giuste risposte con maggiore tempestività ed efficacia. Perciò, occorrerebbe almeno l’impegno ad approvare il bilancio di previsione entro il predetto termine del 30 aprile. Ciò, ponendo in essere un bilancio emergenziale che possa essere lo strumento, innanzi tutto, per mettere a disposizione maggiori risorse per le imprese. Che potrebbero tradursi in riduzione della tassa dei rifiuti per le attività chiuse che, peraltro, sono costrette ad una riduzione nella produzione di rifiuti con un minor costo del servizio, se non altro per la parte variabile in funzione della quantità di rifiuti raccolta. Riduzione della tassa per l’occupazione del suolo pubblico per i bar, i ristoranti chiusi, ovvero per le attività edilizie che hanno sospeso le loro attività. Cioè, provvedimenti concreti da adottare prima di raccogliere le segnalazioni delle imprese che hanno dovuto chiudere, segnalazione peraltro volontaria perché non previste dalle vigenti disposizioni e perciò di dubbia utilità in relazione a misure di sostegno comunale non declinate.
Sono diversi i bisogni che ancora andrebbero soddisfatti, per i quali occorre ora individuarne le caratteristiche ed i potenziali destinatari, ed elemento essenziale è avere a disposizione strumenti finanziari adeguati, che misurino l’impatto sui conti del comune e che possano essere erogati con immediatezza.

Il governo nazionale ha allentato alcuni vincoli di bilancio, ha previsto alcune deroghe, altri provvedimenti in questo senso adotterà, ma la giunta comunale deve fare la sua parte e farsi trovare pronta, con le carte in regola. Altrimenti, succede quello che è successo con il modesto stanziamento di 10 mila euro per l’assistenza alimentare ed economica, che avrebbe dovuto e potuto essere più elevato se ci fosse stato il bilancio approvato. Certo, per tale finalità, nei prossimi giorni arriveranno le somme del fondo di solidarietà alimentare disposte dai governi nazionale e regionale e che serviranno ad incrementarne la dotazione, perché è certamente una priorità immediata, ma l’attenzione dovrà essere rivolta anche ad altri bisogni.
E per fare ciò, occorre individuare meccanismi per capire chi sono i più poveri ed i più fragili.
E’ dura per tutti, ma non possiamo aiutare adesso chi ha senz’altro avuto perdite consistenti, ma magari ha ancora le risorse per andare avanti e potrà recuperare. Criteri di selezione che siano comprensibili e, ovviamente, partire da chi è più in difficoltà deve essere l’idea guida, per allargare progressivamente via via fin dove è possibile.

Il coordinamento del Circolo PD Castelbuono