Il Sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina ha appena dato l’annuncio alla città che l’ospedale Giglio si avvia a diventare un ospedale destinato ad accogliere e curare i pazienti colpiti da coronavirus.
Si tratterebbe di un progetto non ancora definito in tutti gli aspetti. I posti letto dovrebbero essere 90, 9 quelli di terapia intensiva e ulteriori 4 semi intensiva.
Dovrebbero, comunque, rimanere in funzione per le emergenze tra gli altri cardiologia ed oncologia.
Il Sindaco ha anche annunziato che è intenzione della Amministrazione Comunale destinare 100 mila euro per sostenere le tante famiglie in gravi difficoltà.
Ed ancora, grazie al particolare impegno del Vice Sindaco Enzo Terrasi sono già arrivate le prime 3000 mascherine che sono state in parte distribuite.
Alle inaspettate dichiarazioni del Sindaco hanno fatto immediato seguito nei social espressioni di grande preoccupazione per i medici, gli infermieri, i pazienti attualmente ricoverati al Giglio ed anche delle puntuali osservazioni di cittadini che pur, considerando l’aspetto solidaristico ed umano nei confronti di tanti malati di coronavirus, mettono, nello stesso tempo in forte evidenza la quasi impossibilità di separare i reparti di coronavirus dagli altri, essendo il Giglio un blocco unico e non composto da padiglioni in più edifici. Senza contare il timore che vengano così meno tanti posti letto abitualmente usati per le cure della popolazione di Cefalù, delle Madonie e dei Nebrodi.
E ci sono anche le ipotesi più catastrofiche che l’intera città si trasformerebbe in zona rossa compromettendone per tanti anni l’essenza economica basata soprattutto sul turismo (800 mila presenze nel 2019, secondo polo regionale)
Ecco perchè in tanti, pur considerando la evidente sofferenza con la quale il Sindaco ha dato la notizia non dallo stesso condivisa, nutrono la speranza che questa decisione di destinare il Giglio al Covid-19 possa essere meglio valutata, ripensata ed annullata, come è avvenuto nelle scorse settimane quando era stato ipotizzato per i cittadini positivi al Covid-19 l’utilizzo del locale edificio dell’esercito.