Orizzonti d'Italia dagli elicotteri della Polizia di Stato: Alcamo (TP), veduta aerea al crepuscolo 2015-07-06 © Massimo Sestini

“Sursum cordae, Alma Mater, omnia vincit

                            Amor”

Sicilia, mia amata terra.

(Sicily, my beloved land).

Oso cantare la tua storia e rinnovare ai popoli la tua gloria.

Sicilia mia bella sei antica quanto la terra.

Isola felice del Mediterraneo che adesso sei in un sudario.

Quanti popoli hanno calcato il tuo suolo,

per antiche civiltà sei stata dimora e ristoro

Difficile è elencare il nome di tutti: Siculi, Sicani, fin anco i Turchi.

La tua popolazione è stata influenzata da una moltitudine di popoli che da te si è stanziata.

Tutti caddero al tuo cospetto, per passione e ammirazione ti donarono amore e rispetto.

Ma tu sei generosa, sei clemente e prodigiosa.

Nel tuo grembo tutti hai avvolto proprio come un genitore accorto.

Grazie alla tua fortunata posizione

conquisti il mondo e la di lui ammirazione.

Oh diletta terra mia, che accogli tutti e nessuno mandi via.

Grande importanza nella storia dell’uomo hai rivestito,

dal pitagorico Archimede allo svevo Federico.

Nella storia antica sei sempre stata la più ambita,

nella storia moderna e contemporanea tue sono gloria, fortuna e una salubre aria

hanno portato a te una moltitudine di gente a cui la tua bellezza rubò il cuore e la mente.

I più importanti storici eventi,

si sono susseguiti con esordi avvincenti.

Epiche battaglie sul suolo tuo si concentrarono

e hanno avuto come protagonisti tutti i popoli dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa che intorno a te orbitarono.

L’avvicendarsi di molteplici civiltà ha arricchito la tua singolarità.

Di insediamenti urbani, di siti archeologici, di monumenti,di vestigia, di movimenti sociali e di canigia.

Superba sei diventata,

nel tempo sempre amata e rispettata.

La storia tua è rivissuta, attraverso le immagini dei segni, come scienza infusa.

Il tempo non ti ha scalfito e a noi ne ha portato un rendiconto preciso,

che ha tramandato sino ai nostri giorni

la tua fierezza e i tuoi eleganti soggiorni.

Culture esotiche ed eterogenee hai conosciuto, Stentinello e Matrensa sono un esempio raro e risoluto.

Ai Sicani e ai Siculi, si aggiunsero gli Elimi, e persino  i Fenici,

i quali edificarono emporia, nei quali con commercio e mercanzie, resero ancor più grande la tua gloria.

Le greche colonie ed il romano ardore resero immortale il tuo splendore.

Spesso hai subito il giogo alieno. ma alla fine sei tu che hai conquistato lo straniero.

Romani, Vandali, Arabi, Ostrogoti e bizantini,

a questi seguirono artisti, poeti, matematici e scienziati sopraffini.

Sei bella o mia Terra e del rispetto dell’invasor diventasti degna.

Momenti di proficua indipendenza, di splendore e di magnificenza sì grandi  che nel mondo facevi tendenza.

Come quelli vissuti al tempo dei Sicelioti, dell’Emirato, fino a quelli del normanno Ruggero,tiranno illuminato.

Contea sei stata, dopo che dagli Altavilla sei stata conquistata.

Durante il periodo normanno, tu, senza alcun affanno diventasti lo stato più ricco e potente, esteso da levante ad occidente.

Conclusosi il regno di Federico II e dei suoi affini,

occupata fosti dagli Angioini.

A questi seguì la rivolta dei Siciliani Vespri, sicché si profilarono assetti poco meno chiari e più crespi.

Ti affidarono alla Corona d’Aragona, con loro la tua normanna gloria continua ancora.

Successivamente il tuo Regno e la tua landa, entrò in ” Unione personale “con i sovrani di Castiglia e poi di Spagna.

Questo lungo lasso di tempo, durato circa 300 anni, ti vide governata dai viceré e dai loro vassalli.

Ma giunti siamo ai Savoia, seguirono gli Asburgo d’Austria, i Borboni e con essi risalisti alla gloria degli antichi albori.

Durante i lunghi periodi di unione il Regno mantenne l’indipendenza e il suo onore,

dal Parlamento assicurati e sempre rafforzati.

Venne meno la tua autonomia quando si insiedò una nuova monarchia.

Regno delle Due Sicilie fosti chiamata e la tua indipendenza venne   restaurata.

Ritornasti ad esser di nuovo amata, ancor più temuta e rispettata.

Del nuovo italico regno, di cui porti  ancora il fardello.

Fosti la prima regione

dell’Italia democratica, anche se per il tuo popolo fu una riforma apatica.

Ottenendo l’autonomia prima ancor della Sua Costituzione per te iniziò una nuova stagione.

Uno statuto speciale ti venne assegnato, il 15 maggio del ’46, con regio decreto venne emanato.

Ma questa legge come un boia, d’un tratto cambiò la tua storia, la tua gloria e forse anche la tua eterna memoria.

La Politica ti ha mortificato,

la bramosia ti ha prosciugato, l’uomo non è più timorato

perché è schiavo del suo egoismo ammalato.

La sua sete di potere e l’umana cupidigia ti han ferito e così il mondo intero ti ha deriso.

Adesso mi accingo alla conclusione per la gioia di quel lettore che ancor non riconosce il tuo valore.

Vanamente la mia romanzata storia riuscirà a smuovere la coscienza e l’umana memoria.

Oh Sicilia mia, oh dolce terra natia,

aiutarti vorrei

ma la mia rimane solo una mera fantasia.

Ma del sentimento del tuo popolo sicuro sono ed anche se è a te cela

Ma del sentimento del tuo popolo sicuro sono ed anche se è a te celato,

son certo che un giorno risuonerà al mondo come un boato.

Ma quel dì, ahime, io sarò ossa e cenere dentro un fossato, ma il tuo ricordo dal mio cuore, dal mio animo mai verrà cancellato.

Ti prego perdonami oh mia culla natia, se come tanti altri, anch’io sono andato via.

Per te non ho combattuto e ti ho abbandonato, ma  l’amor che ho per te rimarrà sempre immutato.

E se d’orgoglio si bagneranno tutti i tuoi figli, se cambiar vorranno questi scompigli,

non lotteranno invano per la tua storia e tu oh terra mia amata  riacquistar potrai lustro e gloria.

Antonello Di Carlo