Tempo e Sospensione” è il titolo della mostra che vede sei artisti presentare una decina circa di lavori ciascuno tra pittura e fotografia in un serrato dialogo e confronto tra loro e lo spazio che li ospita. La mostra inaugurata il 12 giugno si conclude il 15 ottobre 2019 presso Annunciata galleria d’arte che, presente dal 1939 sul territorio milanese e non solo, (Milano è stata infatti un centro propulsivo di idee progettiste e artistiche e luogo privilegiato di scambi culturali fecondi a livello internazionale, oggi nuovamente in ripresa)
racconta da allora il pensiero dell’arte ad opera di maestri di culture diverse, tenuti insieme dallo stesso periodo storico, quello del XX secolo. Ciò che caratterizza la migliore arte del XX secolo è essenzialmente la necessità di riflettere su se stessa e di fondare l’elaborazione dell’oggetto artistico su basi intellegibili:
l’oggetto richiede allo spettatore di partecipare con la sua sensibilità, con il suo personale pensiero al gioco dell’arte e per ottenere questo risultato deve mostrare agli altri com’è fatto.
Avanguardie che come tali si sono fatte tradizione, per lasciare posto a nuove leve, ad altre posizioni, capaci di consolidare il risultato ottenuto e di perpetuare quello stato di eccitazione innovatrice.

“GEBEL ZGHIR”

Fotografia d’arte e architettura

Pietro Di Girolamo

Mio padre è sopravvissuto alla catastrofe del terremoto di Gibellina nel ‘68. Parte della mia famiglia visse prima nelle baracche e poi si trasferì nella nuova città rinata nel Belice che attirò artisti, urbanisti, architetti e artigiani richiamati dal grande e visionario sindaco Ludovico Corrao. Non vivevo lì ma ci ritornavo spesso. Da piccolo avvertivo una forte attrazione per la sua forma, i grandi spazi, le case nuove e per gli oggetti strani che abitavano quell’universo di strade. Crescendo cominciai ad apprezzare quegli oggetti e passavo interi pomeriggi a camminare per le vie quasi deserte fotografando quelle forme solitarie nello spazio. Mi sentivo fuori dal mondo, dal tempo. Riuscivo ad astrarmi dalla realtà pensando a luoghi lontani, spaziali, magici. Quegli oggetti silenziosi cominciavano a vivere diventando macchine, simboli costruiti per dialogare con il cielo e con lo spazio stellare.  Erano frammenti della memoria di bambino che ritornavano a vivere nella mia mente.

Dedico questo progetto a Ludovico Corrao che tanto ha fatto per i gibellinesi e per gli amici dell’Arte.

sdr

“Nulla è più inutile della cultura, ma nulla può essere fatto senza questa inutilità. Se a un popolo si toglie la forza del sogno, entra in uno stato di psicosi, di malattia inguaribile.” (Ludovico Corrao)

Nato a Palermo nel 1977, ha trascorso la sua adolescenza al centro della Sicilia a Castellana Sicula nel Parco delle Madonie.

Da giovane era dedito allo studio del disegno tecnico e artistico. Seguì una fase di sperimentazione pittorica e di fruttuosa collaborazione con l’artista Croce Taravella.

“Dopo aver concluso i miei studi-racconta l’artista madonita- di ingegneria e architettura mi sono trasferito a Berlino, città creativa che ha risvegliato in me l’interesse verso la fotografia come utile strumento di rappresentazione della realtà e dello spazio. Ho cominciato inizialmente a interessarmi allo studio di soggetti naturali e artificiali creando composizioni astratte.

Nei miei lavori fotografici affronto temi riguardanti le architetture storiche e contemporanee delle città. Utilizzo nel contempo la fotografia per documentare i miei viaggi intorno al mondo.

Recentemente sono stato premiato con sei menzioni d’onore al premio americano “International Photography Awards”.

Da alcuni anni espongo i miei lavori in mostre personali e collettive di fotografia in Italia e all’estero.

Vivo attualmente a Milano dove insegno, lavoro come architetto e proseguo le mie ricerche in campo artistico.  “