Il crollo del ponte Morandi a Genova e i tre più recenti in Sicilia debbono riportarci a fare i conti con la realtà e i pericoli esistenti.
Le grandi opere sono state fatte negli anni 60’ del miracolo economico in Italia.
Tutti sanno, ma forse fingono di ignorare che le opere in cemento armato sono garantite per i primi 50 anni della loro esistenza.
C’è quindi un pericolo incombente che giornalmente potremmo assistere a disastri; oggi c’è una classe politica assolutamente impreparata ed un Governo privo di esperienze e di capacità di governare i problemi del Paese.
Sorge allora spontanea la questione che debbono essere i cittadini, che possono essere i destinatari di tali tragedie, a diventare i protagonisti per vigilare sulle opere esistenti di cui fruiscono per rendersi parte attiva per cambiare questo insostenibile stato di cose.
In questo contesto l’Istituto Italiano Fernando Santi ha già programmato a Palermo, per la seconda decade del mese di dicembre, un grande momento di riflessione e di proposta, frutto dello studio del gruppo di lavoro che si è costituito recentemente, al fine di affrontare i temi dei trasporti, dell’intermodalità e delle grandi opere in Sicilia.
Infatti qui non è in discussione solo il ripristino del doppio binario e della Freccia Rossa sul tratto tirrenico Messina-Palermo, ma un sistema di sicurezza e protezione civile che assicuri la manutenzione e il rinnovo delle grandi opere pubbliche e la salvaguardia della vita dei cittadini.

Cefalù, lì 14/08/2018

Il Presidente
Luciano Luciani