Come un tuono al ciel sereno rimbomba la notizia dell’arresto di 4 adulti implicati in modo differente nello stupro e maltrattamento di una minorenne, adescata in ambienti degradati e dove sembra essere lontano il concetto di protezione e cura.
I racconti della bimba solo nove anni sembrano agghiaccianti per la crudeltà della loro veridicità, due genitori consensienti che lanciano come fiera in pasto ai leoni la loro unica figlia nelle mani di due uomini anziani che abusavano di lei.
La bambina sembra capisse che quelle”cose” non dovevano farsi eppure non sa, come si ritrovava a farle per 5 euro e 25 euro se si spingeva oltre.
Gli orchi sono sempre dentro le case, nascosti da facce che nessuno immaginerebbe, la più pericolosa la madre, cos’ha di madre una donna che consente lo stupro della propria figlia? Ci domandiamo, cosa devono sentire le nostre orecchie ancora? È solo degrado? È solo pazzia dal volto grottesco? Cos’è non lo capiamo davvero più.
Chi sono i responsabili in tutto questo macrabo racconto? Gli inquirenti penseranno alla parte che compete loro, cosa ne sarà di questa bambina, che a soli nove anni quando la spensieratezza dovrebbe avere la meglio è stata vittima di macchingegni infernali. Dove erano le maestre? Nessuno si accorgeva di nulla, si può essere cosi bravi da nascondere cosi bene tutto questo scempio che sa di menti malate e contorte? Vigilare, vigilare la parola d’ordine. Non è certo la prima volta che si sente parlare di nefandezze come quella venuta alla luce oggi, di certo occorre vigilare di più. La scuola è un’osservatorio troppo importante del benessere dei nostri bimbi e di quello che accade nelle loro famiglie.
Lo sconcerto oggi è tremendo perchè i racconti sono troppo lucidi ed in più l’aggravante emerso in qualche giornale che la bambina non colpevolizza i genitori, una reazione che denota l’assoluta normalità di un fatto che di normale non ha nulla.
Non entriamo nei meccanismi psicologici di alcune strane reazioni, di certo ancora una volta l’allarme dietro l’angolo non può farci rimanere inermi.