Ci domandiamo ancora perchè servano le “giornate mondiali” per ricordare qualcosa che dovrebbe essere il pane quotidiano di ogni santo giorno in una società che ostentiamo essere civile e all’avanguardia.
Ieri la giornata mondiale dei poveri, oggi la giornata mondiale dei bimbi, il venticinque celebreremo la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
In un tempo frettoloso e che dimentica troppo facilmente, si è un tempo senza memoria spesso, ne saggezza, forse è vero, serve qualcosa che faccia si che i riflettori si puntino ogni tanto su alcuni temi che ancora sono scottanti e cruciali.
La convenzione internazionale sui diritti del bambino approvata nel 1989 è stata una pietra miliare rispetto all’analisi della condizione dei bimbi.
I bambini chiedono di essere ascoltati e di avere un mondo a loro misura, in contesti educativi accoglienti e non violenti.
Il lupo è sempre dietro l’angolo, i bimbi continuano a vivere fiabe fatte di mostri, orchi e streghe, il chè deve farci riflettere sul fatto che si gioca una partita dove la fragilità del loro mondo non è stata ancora ben protetta, un fallimento per tutti, poiché non so chi lo diceva, la cività dei popoli si misura sulla capacità con cui si tiene cura dei più deboli, non dei più forti.
Le cronache parlano di violenze domestiche di natura fisica, psichica e sessuale. In molte parti del mondo i bimbi vengono ancora sfruttati per lavori pesanti e vivono in condizione di grande miseria, che fare? La domanda è sempre la stessa, ricominciare dalla famiglia, le politiche sociali devono ricomiciare dalla famiglia.
A te bimbo, ovunque tu sia, che tu sia bianco o di colore, povero o ricco, che il destino ti sia compagno- amico, perchè un bimbo che cresce bene sarà un uomo che saprà meglio vivere.