“Ieri ha aperto gli occhi – lo ha riferito il fratello Salvatore – Gianluca si trova ancora intubato ma è uscito dal coma. Questa mattinata ci ha fatto il regalo di svegliarsi. È vigile ed ha gli occhi aperti, non sappiamo ancora se a livello cognitivo è tutto a posto. Quando sono entrato nella stanza gli ho chiesto -continua Salvatore Di Gioia- Gianluca andiamo a casa? lui con gli occhi aperti mi ha fatto cenno con la testa. Non so però se ha compreso la mia domanda, e ancora comunque intubato con l’ausilio di ossigeno. I medici dicono che è migliorato. Adesso aspettiamo di sapere a quando è possibile il rientro in Italia”. Queste sono state le parole del fratello prima che alle ore 14 (ora italiana di ieri) Gianluca ha avuto una forte crisi respiratoria. È scattato subito l’allarme ed i medici dopo averlo stabilizzato lo hanno ricollegato alle macchine per la ventilazione assistita. Fortunatamente, non è in coma.
Il giovane di Caltavuturo si trovava in coma (non farmacologico) dopo una violenta aggressione: era in vacanza in Asia quando è stato rapinato ed avvelenato. Il trentaquattrenne si trovava ricoverato in Thailandia, al
Bangkok Hospital di Udon Thani. Gli amici ed il fratello hanno subito aperto una raccolta fondi per riportarlo a casa: in meno di ventiquattr’ore sono stati già raccolti oltre i 100 mila euro. Ieri mattina lo stesso fratello di Gianluca ha bloccato le donazioni. “Ringrazio tutti – ha continuato- i soldi che avete donato sono sufficienti per le cure ed il trasporto in Italia.
Ho bloccato io stesso le donazioni perché si è raggiunta in breve tempo la cifra. Le donazioni fatte e quelle in corso sono sufficienti e non posso e non voglio approfittare della brava gente che ci sostiene e ci aiuto da lontano”. Ad ogni ora le donazioni si aggiravano a mille euro. Per trasportare Gianluca in Italia con un volo speciale occorrono 94 mila euro mentre l’ospedale per 15 giorni di cure fatturerà 40 mila euro. L’Ambasciata d’Italia a Bangkok, in stretto raccordo con la Farnesina, sta seguendo sin dall’inizio il caso. Di Gioia, originario di Caltavuturo, paese del palermitano, ma da anni residente in provincia di Varese, era in vacanza. L’aggressione, della quale non si conosce alcun particolare, risalirebbe al 27 o 28 agosto. Ignoti lo avrebbero bastonato ed avvelenato lasciandolo a terra in fin di vita. Poi, lo hanno rapinato togliendogli tutto: soldi contanti e carte di credito. Non si sa quanto tempo Gianluca sia rimasto a terra senza che nessuno gli prestasse soccorso.