È poi arriva una bella serata d’agosto dove il cielo è dipinto di bleu come si ascolta in una splendida canzone, la mezza luna stà li come ad incorniciare la serata, come da copione romantico, ma c’è una nota stonata in tutto questo che ti riporta ad una triste realtà e pensi a quello che hai visto nel pomeriggio, una donna in pieno centro storico, ben vestita parlare da sola con un pelusche a forma di cagnolino, la pazzia e la solitudine a portata di tutti, ma nessuno osa avvicinarsi più di tanto.
La pazzia fa paura a tutti anche se si manifesta con moine e carezze innocue ad un peluschw in pieno centro storico e in mezzo a tanta gente.
Quanta gente ha perso il cervello e non come Astolfo nella luna, con la possibilità di ritrovarlo, l’ha perso e basta per mille motivi.
Ogni santo giorno qualcuno comincia a star male psicologicamente, perdita di lavoro, un grave lutto, , una storia finita male, in queste circostanze il carattere di una persona fa la differenza, la capacità di resilienza, di sapere gestire gli eventi nonché il sostegno delle persone care.
Accade tutti i giorni di cogliere “stranezze” ma non so perchè d’estate quando tutti per uno strano elisir che beviamo sembriamo tutti felici, vedere qualcuno soffrire si nota di più.
La solitudine è una brutta bestia, graffia la vita delle persone, le fa sentire ferite, insicure, incapaci.
Non siamo capaci più di ascoltare nel profondo chi ci stà vicino, vorremmo ricette veloci per guarire mali profondi ma non è possibile, cosi spesso fingiamo che tutto vada bene, quando in realtà lo sappiamo che quella persona non stà bene.
Nel tempo delle chat veloci e dei messaggi istantanei, dovremmo recuperare un’attimo l’idea che la vita ha percorsi non sempre facili per tutti, dedicare qualche attimo in piu a chi ci stà vicino potrebbe fare la differenza , chissà forse quella donna se avesse avuto qualcuno che le fosse stato vicino di più, non sarebbe stata costretta a parlare in pieno centro storico con un pupazzo piuttosto che con una persona.
Imparare a “riascoltarci” questo dovremmo fare, sentire noi stessi per sentire meglio cosa gli altri vogliono dirci.
Che nessuno dica che non si era accorto del malessere dell’altro, quando le cronache esplodono con casi eclatanti e si dichiara che nessuno si era accorto di nulla, in realtà è una grande bugia, è la bugia che diciamo a noi stessi per l’incapacità di saper aiutare.
L’estate profuma ancora le sue notti insonni, ogni tanto le cicale si fermano nel loro canto pazzo per ricordarci quanto bello sia il silenzio, occasione per riflettere sulle cose belle che possediamo e quelle che potremmo perdere, le note stonate nel cammino ci ricordano che quando tutto procede bene, dovremmo essere davvero felici, buona continuazione d’estate.

Sabrina Miriana