Ci sono uomini di “cultura” che vorresti non se ne andassero mai dal palcoscenico, perchè sai che hanno sempre qualcosa da insegnarti ed aspetti con piacere l’attesa del suo prossimo libro da cui magari attingere nuove conoscenze che possano aprirti nuovi scenari, offrire occasioni di riflessione,ma per tutti c’è un destino inevitabile, andare via. Di certo, resta la bellezza di ciò che ti hanno insegnato, è il caso del professore Zygmunt Bauman, studioso autorevole, interprete della post’modernità come pochi hanno saputo fare, ha conquistato il pubblico, offerto chiavi di lettura con cui guardare il mondo in maniera molto interessante, è stato uno dei più originali ed ascoltati interpreti del nostro tempo. Ricordo di averlo scoperto per puro caso, la sua idea di un mondo liquido non poteva rimanere inosservata, è dopo la lettura del suo primo libro, divorarne gli altri è stato inevitabile, dunque non potevo non dedicargli un pensiero. Bauman è l’autore dell’interpretazione “della società liquida”, la nostra società non è in grado di conservare la propria forma o tenersi in rotta a lungo, è facile dunque che si disgreghi, nel momento stesso in cui si consolida qualcosa, questo qualcosa è già obsoleto ed aggiungerei “stanco”. Ha decantato la società dell’individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada, ma antagonista, da cui guardarsi. Tutti vogliono mantenere la scena, ma per farlo devono “cacciare via” gli altri. Il cambiamento è l’unica cosa permanente, l’incertezza l’unica certezza, in questo scenario tutto diventa tremendamente fragile, tra le tante cose che più soffrono di questa fragilità ci sono le relazioni, i sentimenti. La rete è l’unica forma di aggregazione umana, non esiste alcun legame, non esiste alcun tipo di controllo ai cancelli d’ingresso, chiunque può entrare, giocare, essere accolto o espulso. In questo tipo di società l’individuo ricordava Tocqueville è il peggior nemico del cittadino, questo spiega la disaffezione alla politica ed al bene comune. Domina l’incertezza, l’ansia del fallimento è sempre dietro l’angolo, i progetti richiedono fiducia e pazienza, così come le grandi opere, se già si parte con la sfiducia anche questi come direbbe la psicologia, la profezia si autoavvera, tutto diventa fallimentare già in partenza. L’atteggiamento negativo nelle cose, influenza il percorso delle stesse. L’immagine che ci viene offerta è piuttosto preoccupante, tanto per il presente, quanto per il futuro, motivo per cui credo che spetti a chi resta, imparare a guardare anche alla dimensione positiva della “liquidità” . Le persone cambiano, ma nessun cambiamento avviene completamente all’improvviso, ogni trasformazione avviene lentamente, questo Bauman forse lo ha trascurato, ed è su questo aspetto che dobbaimo, secondo il mio parere tornare a riflettere, su quel tempo anche se breve tra un cambiamento ed un altro che può fare la differenza, un tempo di sospenzione che può rivoluzionare l’approccio alle cose. Ci sono cambiamenti voluti ed altri no, in genere i cambiamenti spaventano ma spesso accade che proprio quelli, ci aiutano, sarebbe alquanto pericoloso essere rimasti fermi, rifiutare un cambiamento significherebbe remare contro corrente, l’aspetto liquido ha questo vantaggio, il problema è che per alcuni cambiamenti servono tempi diversi, le emozioni per esempio vanno accarezzate, non bistrattate, i sentimenti “educati”. Bauman ci ha parlato dell’amore, definendolo anch’ esso “liquido” apparentemente sembrerebbe fluido, morbido, in realtà l’idea dell’amore che l’autore ci presenta è quello di qualcosa che è sempre diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame. Le relazioni fragili non hanno vita lunga, specialmente in una società in cui dominano i pezzi di ricambio e non si conosce l’arte della riparazione, tante relazioni durano il tempo del consumo di una sigaretta. Come succede con l’acqua, questi legami effimeri occupano momentaneamente uno spazio nella nostra vita, ma vengono drenati velocemente cosi come sono entrati nella nostra esistenza, relazioni che scompaiono a causa dell’infedeltà, conflitti, incapacità di confrontarsi, gli stessi protagonisti naufragano in un pozzo di solitudine, nel giro di un tempo davvero breve. Gli episodi della cronaca ci parlano di relazioni fatti di dipendenza emotiva, tossicità che spinge o a interrompere bruscamente i rapporti o a cercarne altri. Bauman credo che ci volesse esortare ad una nuova educazione ai sentimenti e alle emozioni, ci ha dato delle cornici entro le quali guardare uno scenario preoccupante, ma stà a noi che restiamo contribuire a studiare il fenomeno e mettere argini laddove qualcosa stà prendendo strade sbagliate. I nostri giovani sono sempre più degli analfabeti emotivi, ricorda Galimberti, i sentimenti ribadisco vanno educati, non sono sostiene Galimberti parte di una dote naturale, ma frutto di acquisizione culturale. Se è vero che la società è liquida, allora tuffiamoci nel mare meraviglioso della letteratura, della promozione dell’esempio dei valori, e proviamo ad essere navigatori più attenti nel mondo delle relazioni, credo che questo Bauman ha voluto insegnarci.

Sabrina Miriana