Era il 12 dicembre 1980, Milano, piazza Fontana, Italia, 17 morti, 88 feriti.
Era il 2 agosto 1980, Bologna, stazione, Italia 85 morti 200 feriti.
Era l’11 settembre 2001, New York, USA, 2996 morti 6400 feriti.
Era l’11 marzo 2004, Madrid, Spagna,191 morti 2057 feriti.
Era il 22 luglio 2011, Oslo, Norvegia, 77 morti 319 feriti.
Era il 13 agosto 2013, Baghdad, mercato di Jamila, Iraq, 60 morti 200 feriti.
Era il 22 settembre 2013, Peshawar, Pakistan, 81 morti 100 feriti.
Era il 2 aprile 2015, Garissa, campus universitario, Kenia, 148 morti 80 feriti
Era l’altro ieri 13 novembre 2015, Parigi, Francia 128 morti 250 feriti.

Il terrorismo nasce dall’odio e lo alimenta, si nutre dell’ignoranza e la fomenta, sconosce la libertà, violenta l’umanità. Colpisce vittime innocenti nella loro serena quotidianità, dovunque si trovino, qualunque sia il colore della loro pelle, la loro età, il loro sesso, la loro religione. 
Siamo profondamente vicini al dolore dei francesi, così come ieri lo eravamo di quello dei kenioti o dei pakistani, degli americani o dei norvegesi, degli irakeni o degli italiani, anche essi vittime negli anni ’80 di una strategia del terrore in chiave tutta “nostrana”. 
Siamo rispettosi del pianto e della disperazione di chi, per brutale crudeltà e disprezzo per la vita, oggi piange il proprio padre, la propria madre, il proprio fratello, la propria sorella, il proprio figlio, la propria figlia. 
Apprezziamo e condividiamo i gesti di solidarietà espressi a nome della città da parte del Sindaco e la proclamazione del lutto cittadino per lunedì 16 novembre. 
Al netto delle più approfondite analisi storiche e di geo-politica, occorre rilanciare a livello mondiale la necessità di intervenire in modo mirato per contrastare chi progetta ed è anche economicamente in grado di organizzare e poi mettere in atto simili attentati. Occorre farlo perché la sicurezza delle persone è un diritto inderogabile. 
Mai per un istante, tuttavia, siamo disposti a condividere il pensiero di chi oggi, alla luce di quanto avvenuto, vorrebbe portare le coscienze ad abbandonare quelle conquiste educative, culturali, politiche che sono le fondamenta di una società civile. Quelle conquiste che sono il sale della democrazia, che hanno fatto sì che il sogno dell’Europa unita nascesse attorno ai principi della pace, del dialogo, del rispetto e dell’integrazione tra popoli e culture. Quelle conquiste che alla fine della II Guerra Mondiale hanno portato le più illuminate coscienze civili a condannare fermamente le logiche della guerra e del pensiero unico, trovando una perfetta sintesi nei sacri valori laici del nostro Stato, incisi nelle parole dei Principi Fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Parole che, scorrendo i 12 articoli, fissano valori come il rispetto, la parità, i diritti, la libertà, il lavoro, la pace come scelta culturale e politica di un’intera nazione. 
E’ avvilente leggere come alcuni, cosa più grave se ricoprono un incarico pubblico o rappresentano un partito politico costituzionale o hanno la responsabilità di dirigere strumenti di informazione, propongono oggi una generalizzante reazione razzista, xenofoba, militarista. Facendo finta di non sapere che è ben altro e ben più alto e articolato il livello su cui si muove la macchina del terrore, speculano su di esso per racimolare qualche voto, additano come potenziali attentatori tutti i membri di un’intera comunità etnico-religiosa. Tutti, milioni di uomini, donne, vecchi e bambini, masse di profughi e disperati, tutti, agli occhi di costoro, sono terroristi dell’ISIS. 
Noi abbiamo il coraggio di condannare fermamente il terrorismo, di condannare qualunque forma di sopraffazione della persona in qualsiasi parte del mondo essa avvenga, abbiamo il coraggio e sentiamo il dovere morale di credere nei valori dell’umanità, anche in momenti bui come questi.
Daniele Tumminello
segretario circolo PD Cefalù e consigliere comunale