Sinner, ecco la verità dietro al ritiro: “Altro che crampi” | La situazione è più grave del previsto

Jannik Sinner

Jannik Sinner (Instagram) Madonielive.com

Dietro il ritiro di Jannik Sinner a Shanghai non ci sono solo crampi: le condizioni estreme del torneo hanno creato seri problemi.

A volte una sconfitta racconta solo una parte della storia. Dietro il ritiro di Jannik Sinner dal torneo di Shanghai si nasconde molto di più del dolore di un corpo provato.

Quelle immagini di lui piegato, incapace di reggersi in piedi, hanno colpito tutti.

Ma la verità è un’altra, e riguarda un clima estremo, un’umidità quasi insopportabile e una settimana di tennis giocata al limite della sopravvivenza.

Un contesto che ha messo a dura prova anche i più forti. Ecco cosa sta succedendo al campione del Tennis.

Un torneo ai limiti dell’umano

Le immagini di Sinner che si piega sui crampi durante il match con Griekspoor hanno fatto il giro del mondo. Ma a Shanghai il problema non è stato solo suo. Il caldo ha toccato i 36 gradi, con un’umidità al 95%. In queste condizioni, persino i migliori faticano a respirare. Fucsovics è svenuto, Fritz e Perricard hanno accusato malori, Djokovic e Comesana hanno lamentato giramenti di testa.

Il Masters 1000 cinese, con un montepremi di oltre 9 milioni di dollari, si è trasformato in una prova di resistenza fisica e mentale. L’aria irrespirabile e l’alto livello di inquinamento hanno reso ogni partita una sfida estrema. Più che un torneo di tennis, sembrava una maratona nel deserto. Ogni colpo di racchetta era un test di sopravvivenza, e il corpo di Sinner, come quello di tanti altri, ha semplicemente detto basta.

Jannik Sinner
Jannik Sinner (Instagram) Madonielive.it

Panatta rivela: altro che crampi, condizioni disumane

Adriano Panatta, alla Domenica Sportiva, ha spiegato che Sinner non ha perso contro un avversario, ma contro un ambiente invivibile. I crampi, ha detto, sono stati solo la conseguenza di condizioni climatiche impossibili. “A Shanghai si giocava con 37 gradi, umidità quasi totale e un tasso di inquinamento definito malsano. È normale che i giocatori si lamentino, lì l’aria non si respirava”, ha osservato il commentatore.

Panatta ha ricordato che anche altri atleti sono stati costretti al ritiro o a chiedere aiuto medico. Shanghai si è rivelata molto più dura del previsto e, con il senno di poi, Sinner probabilmente non avrebbe nemmeno partecipato. Il suo ritiro non è stato un cedimento, ma un gesto di buon senso. In certi casi non è il fisico a tradire, è il mondo intorno che diventa troppo difficile da affrontare, persino per un campione.