Cassata, simbolo di Sicilia: 6 indirizzi che ne spiegano il mito

Cassata siciliana (Wiki) - Madonielive
Dolce millenario, nato dall’Arabia e cresciuto tra Spagna e Borbone. Sei pasticcerie mostrano come tradizione e stile possano convivere.
La cassata è un racconto in forma di dolce: ricotta di pecora, zucchero, pasta reale e agrumi che diventano paesaggio. In ogni provincia cambia accento, ma resta un’icona condivisa.
Dalla scodella araba “qas’at” prende nome e forma; con gli spagnoli arriva il cioccolato, poi l’abito variopinto dei Borbone. Polemiche sul “troppo dolce” non fermano successo ed export.
Ricetta e misura del gusto
Equilibrio è la parola chiave: ricotta, zucchero, pan di Spagna, glassa e canditi devono dialogare; zuccata e gocce di cioccolato non sono obbligatorie. Sembra semplice, in realtà non lo è.
Accanto alla cassatina e alla versione al forno, resiste la cassata “classica”, la più scenografica. Il risultato migliore nasce da materia prima e mano dell’autore.
Dove andare: la selezione
La Repubblica, in una sua recensione recente, ha trovato 6 locali dove assaggiarla nelle sue versioni migliori: ecco le 6 cassate consigliate in Sicilia.
Caffè Sicilia (Noto): Assenza punta su essenzialità e agrumi, con pan di Spagna profumato dagli sciroppi di canditura e mandorla di Noto in primo piano.
Bonajuto (Modica): lettura “bicolore”, ricoperta di cioccolato; ricotta vaccina ragusana per un equilibrio originale firmato Ruta.
Cappello (Palermo): la cassata “come deve essere”, ricca e fedele; canditi prodotti con agrumi del giardino di famiglia.
Irrera (Messina): tradizione pura con pasta reale e zucchero ben dosato; un classico cittadino.
Savia (Catania): ricotta setosa, gocce di fondente e zuccata artigianale; “must eat” etneo.
Delizia (Enna): ricotta di pecora degli altipiani e marzapane al pistacchio; la firma è di Filippo Morgano.