Qualche dato sugli incendi negli anni più recenti :Solo nel 2019, anno migliore di altri, solo in provincia di Palermo,sono stati 1600 gli incendi boschivi (fonte: comandante Vigili del Fuoco)

  • Stagione 2020
    Superficie totale bruciata in Sicilia (1 giugno al 30 ottobre 2020) = 35.900 ettari Triste record (stime ricavate tramite l’EFFIS- European Forest Fire Information System)
    Tra i siti bruciati: Montagna Grande, Riserve di Monte Cofano e Zingaro, Selinunte, Parco dell’Etna, Noto, Bosco di San Pietro, Bosco Scorace
    Al Bosco della Moarda (PA) sono stati ritrovati 4-5 inneschi “ad arte”, attivati appena il buio assicurava il non-intervento dei canadair, distruggevano il bosco di Riserva Serre della Pizzuta
    *Canadair
    il 29-31 agosto 2020 oltre a 2.198 ettari di aree boscate e 1.922 ettari di aree vegetazionali, sono andati in fumo almeno 700.700 euro per le operazioni di spegnimento aereo (i.e. 1300 euro x 539 lanci da Canadair, senza contare quelli da elicottero). Una spesa inammissibile che non ha evitato la distruzione della Riserva dello Zingaro E del Bosco della Moarda, per citare solo due dei più famosi
  • montagne tra Castelluzzo e Makari, bruciano ogni anno
  • *Tre incendi su quattro hanno origine dolosa

DANNI DA INCENDI RIPETUTI E COSTANTI NEGLI ANNI (fuochi isolati e casuali sono da sempre naturali in ambienti Mediterranei)
Eliminazione vegetazione e dunque degli apparati radicali delle Piante. Questo influenza la struttura e tessitura del Suolo, che si ritrova libero, non più trattenuto da radici. Gravissimi danni idrogeologici possono insorgere in caso di successiva pioggia, acquazzone…e quindi un aumento delle frane, valanghe, perdita di Suolo.
Tra tutti gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico finanziati a livello nazionale dal 1999 ag oggi, la Sicilia è la regione con il maggior importo finanziato (789 milioni di euro per 542 interventi), seguita da Toscana, Lombardia e Calabria. (l’ISPRA nel primo rapporto ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo)
Eliminazione più o meno istantanea di Insetti, Pedofauna, Piccoli mammiferi, Rettili, Anfibi e in generale tutti gli animali poco mobili. Inoltre a causa della morte della vegetazione, la catena alimentare viene interrotta per mancanza di produttori primari e i suoi effetti colpiscono qualunque livello trofico-

Quando a bruciare sono gli Alberi poi, i danni aumentano: le foreste assorbono attivamente l’anidride carbonica, agendo come dei veri e propri depositi di Carbonio viventi…carbonio che viene rilasciato in atmosfera non appena il fuoco li avvolge. Inoltre ossigenano la nostra aria, aiutano a controllare il clima e le precipitazioni del pianeta.
Il rogo causa eliminazione di alberi, ombra, verde e quindi umidità e frescura. Questo si somma all’aumento temperatura media globale, tant’è che come vedete in questa foto, i modelli dei climatologi non fanno altro che mostrare una Sicilia desertificata (non in senso di deserto di sabbia ma a livello di produttività del Suolo, che inaridisce e muore) sul 75% del suo territorio, nel futuro prossimo di 50 anni (più è rosso più è un territorio a elevato rischio desertificazione).

In molti casi le fiamme in Sicilia arrivano anche alle case e alle infrastrutture, recando gravi danni a persone, animali, beni personali.

COSA NON VA
• oggi sempre più gli incendi interessano aree con vegetazione naturale o agraria non rientranti nelle tipologie di bosco e pascolo tutelate dalla legge

• le norme esistenti o non vengono applicate in modo rigoroso o non vengono applicate proprio

• Una forte riduzione del numero delle guardie del Corpo Forestale regionale (sono appena 500 in tutta l’Isola di cui 350 effettivamente sul campo) + mancato turn over del personale qualificato che guidava i lavori di prevenzione ed età troppo avanzate

• Troppe energie e risorse per lo spegnimento, piuttosto che per la prevenzione! Sono azioni che drenano decine di milioni di euro, contro i mantenuti costi di interventi di selvicoltura preventivi, molto inferiori….azioni che dovrebbero aver cura del più generale spazio rurale e aumentare la resilienza delle formazioni vegetazionali.
• Assenza di Piani di Gestione per i complessi Forestali nonostante le stringenti previsioni di Legge, strumenti fondamentali per la gestione sociale e ambientale del territorio http://sif.regione.sicilia.it/ilportale/piano-forestale

• i catasti comunali delle aree percorse dal fuoco, se si è fortunati e vengono redatti accade con grande ritardo e/o in modo incompleto, mettendo più anni assieme, con procedure farraginose
(Il catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco è uno strumento indispensabile per attuare i princìpi di tutela dei boschi e dei pascoli presenti nel territorio comunale in attuazione di quanto previsto nella citata legge 21/11/2000, n. 353, anche alla luce degli eventi incendiari di origine dolosa o quantomeno colposa, al fine di preservare le aree verdi del Paese ed evitare che gli eventi incendiari suddetti siano preordinati a disegni criminosi speculativi in campo edilizio e/o in relazione ad un diverso uso del territorio rispetto a quello presente al momento dell’incendio. Indicano diversi vincoli: -quindicennali: la destinazione delle zone percorsi dal fuoco non può essere modificata rispetto a quella preesistente l’incendio per min. 15 anni
-decennali: è vietata per 10 anni la realizzazione di edifici, strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive -quinquennali: è vietato lo svolgimento di attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche per min 5 anni
https://www.comune.griante.co.it/index.php/vivere-il-comune/dati-generali/notizie/143-catasto-delle-aree-percorse-dal-fuoco)
SE IL COMUNE NON AGGIORNA IL CATASTO –> NON SI DICHIARA IL SUOLO COME PERCORSO DAL FUOCO –> NON SONO VALIDI I VINCOLI,

COSA CHIEDIAMO
• L’emergenza incendi deve diventare una priorità nell’agenda della politica Regionale: è necessario che le istituzioni competenti che amministrano il territorio RICONOSCANO L’ESISTENZA DEL FENOMENO. Altrimenti è come combattere la mafia quando “non esisteva”
• Le strisce tagliafuoco vanno anticipate almeno a maggio! (attualmente vengono realizzate con gran ritardo, quasi sempre a luglio, mentre per Legge dovrebbero essere pronti a metà giugno)
• Riformare il settore privilegiando la pianificazione forestale regionale (PFR) che possono garantire lo sviluppo polifunzionale delle attività boschive e l’applicazione dei criteri di gestione forestale sostenibile come previsto dalla Legge
• Applicare un rigido sistema di controlli interni, una Commissione che controlli che le norme vigenti vengano applicate e rispettate
• Prevenzione, gestione e spegnimento, e, una volta accertatene le responsabilità, provvedere alla loro immediata rimozione
• Ripristino della consistenza numerica delle Guardie forestali e il rafforzamento dei distaccamenti territoriali: conosciamo un sacco di giovani laureati che darebbero ogni energia per mettere in pratica quel che hanno studiato della loro Terra! La quasi totalità non trova un impiego nel suo settore, anche se sarebbero di fondamentale importanza oltre che necessari a curare gravi inefficienze amministrative e operative perpetrate in anni di approssimazione
• Agevolare il presidio dei boschi, coinvolgendo ed avvalendosi dell’ausilio delle organizzazioni di volontariato e di Protezione civile, sul modello di quanto sperimentato con successo nel Parco dell’Aspromonte
https://www.ilreggino.it/senza-categoria/2020/06/06/parco-daspromonte-firmato-un-piano-di-prevenzione-con-i-carabinieri/
• Verificare l’avvenuta emanazione delle ordinanze comunali riguardanti la pulizia dei terreni a bordo strada o confinanti con il demanio forestale (comprensivi di una fascia di sicurezza di 40 metri) e controllarne l’effettiva attuazione
• Rendere obbligatoria da parte dei Comuni la redazione del Catasto degli Incendi secondo quanto previsto dalla legge quadro 353 del 2000 (art.10). Verificarne periodicamente l’attuazione, l’aggiornamento, l’avvenuta pubblicazione e l’effettivo sanzionamento di chi non avesse rispettato gli obblighi di legge previsti
• Potenziare il controllo del territorio attraverso l’uso di nuove tecnologie (telecamere agli ingressi dei percorsi delle aree boschive e nei punti da cui tradizionalmente partono gli incendi, droni…), senza tuttavia escludere il ripristino e la valorizzazione delle torri di avvistamento
• Ripristinare e potenziare i bacini antincendio e le prese d’acqua già presenti in molti boschi
• Rimboschire le aree percorse dal fuoco, trascorsi i previsti cinque anni, nel rispetto delle buone norme tecniche, prevedendo una graduale sostituzione delle aghifoglie, che sono più suscettibili agli incendi, con le più resilienti latifoglie
• Perfezionare e rendere trasparente il coordinamento tra le varie strutture, Corpi e Associazioni preposte alle operazioni di spegnimento degli incendi, individuando in maniera chiara figure, compiti e responsabilità, al fine di evitare inefficienze e ritardi
• Richiedere che i mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi (Canadair), già di Proprietà della Protezione Civile, siano affidati alla gestione pubblica per evitare di incoraggiare il cosiddetto ‘business degli incendi’ da parte di società private sulle quali sono state già avviate varie inchieste da parte dei mezzi d’informazione e della magistratura
• Introdurre l’efficacia nella prevenzione degli incendi quale criterio prevalente per L’attribuzione degli incentivi alla produttività previsti dal DL 150/2009 nel settore forestale. Garantire la graduale stabilizzazione dei precari al fine di evitare meccanismi equivoci o Propriamente clientelari legati al sistema delle assunzioni.

COSA SI PUO’ FARE DAL BASSO: I SICILIANI CHE DICONO NO (AUMENTANO)…
Esistono realtà come il Mai che di seguito vi presenteremo, che si occupano in maniera volontaria ma soprattutto locale del problema. Essere locali vuol dire avere una profonda conoscenza delle zone e dei relativi rischi, siano essi morfologici, boschivi o sociali
Si è costituito il M.A.I. (Movimento Antincendio Ibleo). Si tratta di un movimento spontaneo di associazioni e di cittadini sorto per evitare ulteriori devastazioni di aree protette, archeologiche e naturalistiche, alberi, animali e case e purtroppo gli incendi continuano anche in questi giorni. E’ sorto poiché abbiamo a cuore la tutela della natura e la bellezza di questa terra, fatta di colline e cave incantevoli, che sono le caratteristiche peculiari del nostro altipiano ibleo. Pensiamo sia importante la valorizzazione di un territorio in cui valga la pena di vivere, in cui la gente si senta custode della bellezza della terra su cui cammina. Difendere il nostro territorio è un diritto/dovere di tutti che si può ottenere con la partecipazione e la cittadinanza attiva che devono tutelare il bene comune. Sono in corso raccolte di firme e ci si propone di organizzare eventi culturali e corsi che promuovano la cultura antincendio e la cura del territorio. Il movimento ha l’intento, anche, di avviare incontri con Sindaci, col Prefetto di Siracusa, Assessori Regionali, Funzionari della Forestale e della Protezione Civile. Lo scopo è di sensibilizzare le Istituzioni che operano nel territorio ibleo, colpito sistematicamente da devastanti incendi, al rispetto delle leggi e regolamenti esistenti per combattere il fenomeno incendi, nonché di proporre, alle Pubbliche Amministrazioni e agli enti preposti, possibili soluzioni e rapporti di collaborazione. Il movimento si avvale dell’impegno dei coordinatori delle 5 aree di intervento (Rapporti con le Istituzioni, Prevenzione incendi, Spegnimento, Rimboschimento, Cultura/istruzione) nonché di tutti gli altri attivisti/e.
Il Coordinamento SalviAmo i Boschi Sicilia, nato in seguito al disastroso anno 2017, ad oggi coinvolge circa 50 Associazioni.

La DIRETTIVA 2004/35/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 21 aprile 2004 sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale, stabilisce che “chi rompe” (all’ambiente) paga e che i singoli stati sono semmai autorizzati ad inasprire il loro intervento