Bollette sempre più difficili da capire: le voci fisse che fanno salire il conto anche con meno consumi | il meccanismo poco noto
Contatore luce
Ridurre i consumi non basta più per alleggerire la bolletta. È una sensazione sempre più diffusa tra le famiglie, che mese dopo mese si trovano a pagare importi elevati anche dopo aver limitato l’uso di luci, elettrodomestici e riscaldamento. Il motivo non è solo legato al prezzo dell’energia.
Alla base degli importi che continuano a pesare ci sono alcune voci fisse presenti in bolletta, spesso poco comprensibili, che incidono sul totale indipendentemente dai chilowattora consumati. Un meccanismo che sorprende molti utenti e contribuisce a rendere la lettura della fattura sempre più complessa.
Secondo quanto emerge dalle informazioni diffuse dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, la spesa per la materia energia non è composta solo da una quota variabile legata ai consumi. Esistono infatti componenti fisse che vengono addebitate anche quando l’energia utilizzata è minima.
Perché la bolletta resta alta anche se si consuma meno
Nel dettaglio, la bolletta elettrica si articola in diverse sezioni. La voce “materia energia” include una parte direttamente proporzionale ai chilowattora consumati, ma anche una quota fissa annuale. Questa quota viene suddivisa nelle bollette periodiche ed è dovuta a prescindere dall’effettivo utilizzo di energia.
Ciò significa che anche una casa poco abitata, o un’abitazione in cui si fa molta attenzione ai consumi, può continuare a ricevere bollette con importi tutt’altro che trascurabili. Il peso delle componenti fisse diventa così più evidente proprio quando i consumi calano, perché la parte variabile incide meno sul totale.

Il ruolo delle tutele graduali e le voci meno note
Per molti utenti il fenomeno è diventato più evidente con il passaggio al Servizio a tutele graduali, il regime previsto per i clienti domestici non vulnerabili che non hanno scelto un fornitore nel mercato libero. In questo sistema, alcune componenti della spesa per la vendita dell’energia sono definite dall’Autorità e applicate in modo uniforme.
Oltre alla quota fissa della materia energia, restano poi i costi per il trasporto e la gestione del contatore, gli oneri generali di sistema e le imposte. Tutte voci che non dipendono direttamente dai comportamenti di consumo e che rendono la bolletta meno intuitiva. Il risultato è una fattura che può scendere meno del previsto anche quando si riduce drasticamente l’energia utilizzata.
