La mozzarella dura la metà: i supermercati cambiano il tipo di atmosfera protettiva | il test che mostra perché si rovina prima
Mozzarella (pexels)
Un recente test condotto secondo le analisi riportate da Altroconsumo evidenzia che la mozzarella confezionata dura molto meno rispetto al passato a causa del cambiamento dell’atmosfera protettiva utilizzata da diversi supermercati, un dettaglio che ne accelera il deterioramento.
Dalle verifiche effettuate emerge che il problema non riguarda la qualità del latte o il metodo di produzione, ma il modo in cui la mozzarella viene confezionata prima di arrivare sugli scaffali. Le confezioni ora utilizzano una diversa miscela di gas, modificata per ridurre i costi o adeguarsi alle nuove forniture, ma con un impatto diretto sulla conservazione reale del prodotto.
Secondo quanto riportato da Altroconsumo, le nuove atmosfere protettive non garantiscono più la stessa stabilità microbiologica e questo spiega perché molti consumatori notano che la mozzarella si rovina più rapidamente, anche quando la data di scadenza sembra ancora lontana. Il fenomeno è diffuso, ma non sempre comunicato chiaramente nei punti vendita.
Il cambiamento nell’atmosfera protettiva che incide sul tempo di conservazione
La mozzarella è un alimento molto delicato perché ha un alto contenuto di acqua e una struttura che favorisce lo sviluppo microbico. Per questo, negli anni, è sempre stata confezionata in atmosfera protettiva, cioè una miscela di gas studiata per rallentare il deperimento senza alterarne sapore e consistenza. Altroconsumo spiega che molti supermercati hanno recentemente modificato questa miscela, scegliendo combinazioni diverse di anidride carbonica e azoto o riducendo la quantità di gas più costosi.
Il risultato è che la protezione non è più la stessa: la CO₂, che serve a limitare la proliferazione batterica, in alcune confezioni risulta meno presente, mentre l’azoto, usato come gas inerte, non è sufficiente a compensarne l’effetto conservante. Questa scelta, che per i distributori rappresenta un risparmio, provoca però una riduzione della vita utile del prodotto, rendendo la mozzarella più vulnerabile a sbalzi di temperatura e manipolazioni della filiera.

Il test che mostra perché la mozzarella si rovina prima
Nel test riportato da Altroconsumo, sono state analizzate diverse mozzarelle acquistate in supermercati differenti, confrontando la durata effettiva del prodotto con quella indicata in etichetta. Le prove hanno mostrato che alcune mozzarelle iniziavano a perdere consistenza e aroma già a metà del periodo di conservazione dichiarato, un elemento che ha immediatamente portato i tecnici a verificare la miscela di gas utilizzata.
Dalle analisi è emerso che la combinazione di gas meno efficace permette ai batteri lattici e ad altri microrganismi di svilupparsi più rapidamente, anticipando l’acidificazione dell’acqua di governo e alterando la struttura interna del formaggio. In sostanza, la mozzarella non riesce più a mantenere la sua freschezza naturale per tutto il tempo previsto, e questo spiega perché molti consumatori trovano il prodotto già ingiallito, acido o con odore alterato ben prima della scadenza.
Il test mostra anche che le confezioni più stabili sono quelle in cui la miscela di gas resta simile a quella tradizionale, con una percentuale di CO₂ adeguata a rallentare la proliferazione microbica. Secondo Altroconsumo, la differenza non è immediatamente percepibile leggendo l’etichetta, perché la normativa non obbliga i produttori a specificare i valori esatti della miscela, ma solo la dicitura generica “atmosfera protettiva”. Ciò rende difficile per il consumatore capire quali prodotti garantiscano una durata effettiva più vicina a quella dichiarata.
Il problema, secondo le analisi, non riguarda un singolo marchio ma un’intera tendenza nel settore della distribuzione. Senza un intervento sulla miscela di gas o un ritorno ai valori precedenti, la mozzarella continuerà a durare meno del previsto, con conseguenti sprechi domestici, spese aggiuntive e una percezione di qualità compromessa da una modifica che avviene interamente a monte, nella fase di confezionamento.
