Ritorna il Bonus Facciate, ma solo in Sicilia: 15 milioni l’anno per il rilancio dell’edilizia e dell’occupazione
        Bonus facciate (canva) Madonielive.com
La Sicilia riapre il Bonus Facciate con una versione locale da 15 milioni l’anno e contributi al 50% per riqualificazioni e rinnovabili.
La Sicilia rilancia l’edilizia con una norma che guarda al futuro. Dopo la fine del Superbonus nazionale, l’Isola sceglie di ripartire dal suo territorio, mettendo al centro la rigenerazione urbana e il lavoro stabile.
Nel nuovo disegno di legge finanziaria spicca una misura che ricorda il Bonus Facciate, ma in versione “made in Sicily”.
Non solo incentivi per il recupero degli edifici e l’efficienza energetica, ma anche sostegni alle imprese e assunzioni a tempo indeterminato.
Una manovra che vuole trasformare la crisi in opportunità.
Il ritorno del Bonus Facciate in chiave siciliana
La norma, inserita nella nuova legge finanziaria regionale, destina 15 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2026-2028 a favore di persone fisiche e condomini. L’obiettivo è incentivare interventi di consolidamento strutturale, riqualificazione delle facciate, efficientamento energetico e installazione di impianti per l’autoconsumo da fonti rinnovabili. Il contributo coprirà fino al 50% delle spese sostenute, un sostegno significativo per chi vuole migliorare il patrimonio edilizio e ridurre i consumi.
La Sicilia si distingue così come la prima regione italiana a rilanciare una misura simile dopo la fine del Superbonus 110%, rispondendo alla crisi del settore con una visione autonoma e concreta. La scelta, coerente con la linea del governo regionale, punta a sostenere l’economia locale e a stimolare la filiera delle costruzioni, uno dei motori tradizionali dell’occupazione sull’isola.

Lavoro, imprese e fiducia: la finanziaria da 1,2 miliardi
Il Bonus Facciate siciliano è solo una delle tante misure della finanziaria da 1,2 miliardi di euro. La parte più consistente riguarda infatti il lavoro: 220 milioni per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, di cui 20 milioni destinati al progetto Sicily Working. Quest’ultimo prevede contributi a fondo perduto fino a 30.000 euro per le aziende che assumono lavoratori disposti a operare da remoto all’interno della regione. Previsti anche 10 milioni per sostenere gli investimenti nelle nuove Super Zes e 350 milioni di trasferimenti ai Comuni, oltre a 115 milioni per nuovi investimenti locali.
Il mondo delle imprese accoglie con favore la manovra. Confcommercio Sicilia parla di “una legge che guarda al tessuto produttivo e sostiene la crescita stabile”, lodando il lavoro dell’assessore all’Economia Alessandro Dagnino e del presidente Renato Schifani. Non manca però la voce critica del Movimento 5 Stelle, che accusa il governo regionale di “riciclare” misure già adottate a livello nazionale, come il Superbonus, definito “prima demonizzato e poi copiato”. Le polemiche non cancellano però la portata di una manovra che ambisce a restituire fiducia, lavoro e bellezza all’Isola.
