“Ha fatto la storia del nostro Paese”: Ufficiale, il celebre brand italiano diventa cinese | Ormai non ci è rimasto più nulla

Accordo Italia Cina

Accordo Italia Cina (canva) Madonielive.com

Un altro pezzo d’Italia passa in mani straniere. Il brand italiano più amato cambia proprietà e futuro. Di cosa si tratta.

C’è un oggetto che, più di ogni altro, racconta la storia dell’Italia attraverso un semplice gesto quotidiano.

È presente nelle cucine di generazioni, accompagna il risveglio con il suo suono familiare e ha fatto del caffè un rito tutto nostro.

Ma anche le icone, a volte, cambiano destino. Dietro una notizia che scuote l’orgoglio nazionale, si nasconde il segno di un’epoca che muta.

Quella in cui persino i simboli del made in Italy devono affidarsi a capitali stranieri per sopravvivere.

Un’icona del made in Italy verso una nuova era

Da oltre un secolo accompagna i gesti più familiari degli italiani, trasformando un’abitudine quotidiana in un rituale di convivialità. La sua forma è diventata un simbolo universale di eleganza semplice e funzionale, la quintessenza del design italiano riconosciuto nel mondo. È l’oggetto che meglio rappresenta un Paese intero, capace di unire creatività e artigianato, stile e ingegno, memoria e innovazione.

Eppure, anche i simboli più amati non sono immuni ai mutamenti dell’economia globale. Negli ultimi anni, la crisi industriale e la concorrenza internazionale hanno messo a dura prova molte aziende italiane. Mentre alcuni marchi hanno resistito con orgoglio, altri hanno ceduto il passo a nuovi investitori stranieri, pronti a rilanciare brand storici ma a costo di cambiarne la bandiera. L’ultima cessione riguarda un nome che ha scritto pagine indelebili della nostra storia domestica e culturale.

Moka caffè
Moka caffè (Pixabay) Madonielive.com

La caffettiera più famosa del mondo cambia casa

Il protagonista di questa svolta è Bialetti, l’azienda che nel 1933 diede vita alla moka più iconica del pianeta. Dopo anni di difficoltà finanziarie, il marchio è passato sotto il controllo del fondo Nuo Capital, legato al magnate di Hong Kong Stephen Cheng e alla holding Exor della famiglia Agnelli. L’operazione, dal valore complessivo di circa 53 milioni di euro, prevede l’acquisto della maggioranza delle azioni e l’immissione di nuovi capitali per ridurre un debito di oltre 80 milioni.

Fondata nel 1919 da Alfonso Bialetti, l’azienda di Omegna ha trasformato il rito del caffè casalingo in un’esperienza culturale. La sua Moka Express, con la forma ottagonale ispirata all’Art Déco, è entrata nei musei del design di tutto il mondo ed è diventata simbolo di italianità. Oggi, però, la celebre moka guarda a Oriente: il nuovo proprietario promette investimenti e rilancio, ma resta l’incognita sulla produzione e sui posti di lavoro in Italia. La speranza è che, nonostante la nuova proprietà, l’essenza del marchio resti fedele a sé stessa. Perché quella piccola caffettiera argentata non è solo un oggetto: è il rumore del mattino, il profumo della famiglia e il ricordo di un’Italia che, anche quando cambia, non smette di essere sé stessa.