Datore di lavoro, non scrivergli mai su WhatsApp: rischi il licenziamento istantaneo | Spunta il verdetto della Cassazione

whatsapp e novità- credit pixabay- madonielive.com
Non scrivere mai al datore di lavoro tramite WhatsApp, potresti rischiare il licenziamento: ecco cosa sta succedendo
La società moderna, oggi, è sempre legata alla tecnologia come passo minimo di vita quotidiana. Una frase che fa molto riflettere e, allo stesso tempo, captare il messaggio che non possiamo più vivere senza il nostro smartphone e di conseguenza senza la tecnologia. Il modo di comunicare negli anni è parecchio cambiato, tanto che la comunicazione avviene spesso attraverso lo smartphone e app che sono sempre ben costruite e utili perché immediate. Tra queste, sicuramente rientra proprio WhatsApp; bisogna spiegare, però, perché non dovreste mandare dei messaggi al vostro datore di lavoro tramite questa app e cosa si rischia: andiamo a vedere i dettagli e le curiosità che fanno al caso vostro.
Come abbiamo appena accennato, la comunicazione ha subito un cambiamento davvero eterogeneo nel corso degli anni, e il motivo è stato spesso associato alla modifica sostanziale del modo di vedere questa comunicazione come uno strumento da sfruttare al massimo per le potenzialità che esso dà agli utenti. Non si può non comunicare, un pensiero che gli esperti ci hanno sempre tenuto a ribadire quando si parla di comunicazione.
Abbiamo idea, però, che la tecnologia ci ha permesso di curare questo modo di fare proprio grazie all app di messaggistica istantanea come Whatsapp, ma ci sono cose che potrebbero farvi rischiare grosso di cui nessuno vi parla.
Proprio per questo ci siamo noi a mettere in chiaro alcuni punti di situazioni che riguardano il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro: andiamo a vedere di che si tratta, tutti i dettagli e le curiosità che fanno al caso vostro.
WhatsApp, ecco la novità che riguarda il datore di lavoro
Molto spesso si tende a comunicare qualsiasi cosa attraverso le app di messaggistica istantanea di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente, tra cui anche WhatsApp. Per questo, infatti, dobbiamo anche approfondire un discorso che potrebbe interessare a molti di voi lettori che interagiscono spesso con il proprio datore di lavoro, tramite app, informandolo della propria situazione medica o di una eventuale patologia a cui potreste essere affetti.
E’ bene sicuramente sottolineare che non ha alcuna valenza la comunicazione inviata tramite Whatsapp al proprio datore di lavoro e questo lo stabilisce la sezione Lavoro della Corte di cassazione con la sentenza 26956/2025, che ha rigettato il ricorso di un lavoratore in terapia di emodialisi, condannato anche al pagamento delle spese legali. Questo era ricorso alla legge proprio per dichiarare nullo il licenziamento, ritenendo che la sua patologia rientrasse tra quelle “particolarmente gravi”. A sostegno di questa tesi aveva portato delle conversazioni con il suo datore di lavoro le quali descriveva l’andamento della malattia che lo costringeva alla dialisi.
Cosa ha previsto la legge
Nonostante il fatto che il datore di lavoro avesse persino detto al suo dipendente di un eventuale beneficio previsto dalla legge 104, l’esito non è stato proprio così.
La Corte Suprema, infatti, non ha ritenuto affatto validi i messaggi su WhatsApp considerandoli privi di valore medico e legale.