Cartelle esattoriali, addio debiti per i più poveri | Dal 1º gennaio spariscono in automatico: guai invece per i “pesci grossi”

Cartelle esattoriali

Cartelle esattoriali (Canva) Madonielive.com

Dal 2026 una svolta cambia il rapporto tra cittadini e fisco: revisione cartelle esattoriali, chi avrà benefici.

Un cambiamento atteso da anni si prepara a ridisegnare il panorama dei rapporti tra cittadini e Stato.

Una novità capace di incidere sui bilanci pubblici e sulla vita di chi convive con vecchie pendenze.

Non si tratta di una sanatoria totale, né di un colpo di spugna indistinto.

La misura ha criteri chiari e selettivi. Chi spera di liberarsi di importi ingenti resterà deluso, ma per tanti altri la prospettiva cambia in modo concreto.

Una riforma per distinguere chi non può pagare da chi non vuole

Da tempo si discute sulla necessità di fare ordine nel cosiddetto “magazzino fiscale”, un’enorme montagna di crediti mai riscossi che supera i mille miliardi di euro. Una cifra spropositata, ma che in gran parte è composta da posizioni ormai senza speranza di recupero. Spesso i costi per inseguire quei debiti superano perfino l’importo da incassare, trasformandoli in un fardello inutile per la macchina amministrativa.

In questo scenario si inserisce la riforma di cancellazione dei debiti che entrerà in vigore dal 2026: un cambiamento strutturale che punta a separare chi non ha davvero nulla da chi, invece, potrebbe e dovrebbe saldare i conti. Non è un condono e non ci sarà possibilità di “fare domanda” per ottenere sconti. La novità agirà automaticamente, ma con criteri precisi e limitati.

Agenzia delle Entrate
Agenzia delle Entrate, cartelle esattoriali

Scatta il “discarico automatico”, ma non per tutti

La misura si chiama “discarico automatico” e riguarda le cartelle esattoriali che non vengono riscosse entro cinque anni. In passato servivano valutazioni e lunghe procedure amministrative, d’ora in poi invece lo strumento scatterà senza bisogno di ulteriori passaggi. Ma attenzione: non significa cancellazione indiscriminata. Saranno soltanto i debiti definiti “inesigibili” a sparire.

I casi più comuni sono quattro: importi troppo bassi per giustificare azioni di recupero, decesso del debitore senza eredi, nullatenenza conclamata o impossibilità di rintracciarlo. In queste circostanze l’ente creditore può archiviare la posizione. I “pesci grossi”, con pendenze elevate e beni aggredibili, resteranno invece sotto osservazione: per loro nessun automatismo, anzi la riscossione continuerà con strumenti mirati. La riforma porta anche un altro vantaggio: la possibilità di dilazioni più lunghe, fino a 120 rate nei casi di difficoltà economica certificata. Un passo importante verso una riscossione più equa, che sgrava i più deboli e concentra gli sforzi su chi ha davvero possibilità di pagare.