Parco a Catania (Pixabay) Madonielive.com
Un dossier articolato, tre visioni strategiche e una comunità compatta: Catania si candida a diventare Capitale Italiana della Cultura 2028.
Può una città trasformare la propria identità millenaria in motore per il futuro? A Catania la sfida è stata raccolta con entusiasmo.
L’obiettivo è ambizioso: diventare Capitale Italiana della Cultura 2028.
Nella storica cornice del monastero dei Benedettini, è stato presentato il dossier che accompagnerà la città etnea in questo percorso.
Un progetto che parla di radici antiche e innovazioni moderne, di comunità unite e di sguardi proiettati oltre i confini locali.
Catania, città che ha conosciuto terremoti, eruzioni e rinascite, si propone oggi come simbolo di resilienza culturale. Non è soltanto una cornice barocca affacciata sul Mediterraneo, ma un laboratorio vivo dove arte, scienza e società dialogano continuamente. La candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028 nasce come frutto di un processo partecipativo che ha coinvolto istituzioni, operatori culturali e cittadini.
Il titolo scelto, “Catania Continua”, racconta bene l’identità della città: un luogo che non si ferma mai, capace di reinventarsi costantemente. Questo approccio mira a trasformare la memoria storica in una leva per il futuro, con un piano di investimenti che integra tradizione e innovazione. Si tratta di un’occasione non soltanto simbolica, ma anche concreta, per valorizzare il tessuto economico, sociale e culturale dell’intera Sicilia.
Il cuore della candidatura si riassume nei “Tre Sguardi”: guardare in alto e a fondo, guardare lontano, guardarsi dentro. Tre prospettive che si intrecciano e delineano il percorso culturale della città verso il 2028. Lo sguardo in alto e a fondo unisce arte e scienza, portando l’attenzione dalle profondità marine fino ai crateri dell’Etna e alle stelle. Lo sguardo lontano apre Catania al Mediterraneo e al mondo, attraverso festival internazionali, residenze artistiche e nuove opportunità per le imprese culturali. Lo sguardo dentro, invece, lavora sulla comunità, sulla memoria civica e sulla rigenerazione urbana, valorizzando le periferie e promuovendo inclusione sociale.
Oltre il 70% dei progetti nasce da una call for ideas che ha coinvolto associazioni, enti del terzo settore, istituti di ricerca, imprese e singoli cittadini. Questo dimostra come la candidatura non sia calata dall’alto, ma costruita dal basso, con un approccio corale. La Sicilia, unita in questo obiettivo, vede nella candidatura di Catania non solo un riconoscimento culturale, ma una possibilità di crescita condivisa, capace di generare opportunità per le nuove generazioni.
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