Discorso del Vescovo Marciante alla Città di Cefalù e alla Chiesa Cefaludense nella festa del Santissimo Salvatore.
Sagrato della Basilica Cattedrale.
Cefalù, 6 agosto 2025
Carissimi fratelli e sorelle,
grazie per la vostra fede dimostrata in questa occasione della festa del Titolare della nostra Basilica Cattedrale: Gesù Salvatore, Gesù Trasfigurato.
Questa sera il Signore Gesù Cristo, nostro Salvatore, vuole condurci sull’alto monte della Luce e della Speranza. Per stare con Lui, in disparte, e per pregare.
L’esperienza della Trasfigurazione, Gesù l’ha vissuta a partire dall’ascolto della Parola nella preghiera (cfr. Lc 9,29). È una lezione bellissima quella che il Nazareno ci consegna. A “trasfigurare” i nostri corpi, le nostre vite, la nostra Cefalù, le nostre comunità, il nostro presente e la storia è la preghiera alimentata dall’ascolto della Parola di Dio.
Ci risulta particolarmente difficile comprendere in pienezza il significato della parola trasfigurazione. Sembra un vocabolo obsoleto. Non appartiene al lessico globalizzato dei social, della Rete. Chi di noi lo usa? Eppure ci appartiene.
Io uomo-cristiano vivo l’esperienza della Trasfigurazione ogni volta che, a partire dai sacramenti e dalla preghiera, non permetto allo sconforto e all’amarezza di impossessarsi del mio futuro. Di paralizzarlo, di imprigionarlo tra le sbarre dell’arcipelago delle vanità, delle apparenze.
La Trasfigurazione ci addita il domani come il luogo dove abita la Speranza.
L’uomo trasfigurato in ogni sua azione sceglie infatti la via del bene e della luce, ed è abitato dalla forza della resurrezione. Si veste di bellezza. Afferra la propria vita a piene mani, riesce a scuoterla per avviarla su un percorso di pienezza, di autenticità e di coerenza. E, ancora, l’uomo trasfigurato non rimane tra i campi della nostalgia bruciati dai raggi dei ricordi; non si arresta tra le lunghe corsie dei pallidi e palliativi rimedi che si riducono nel dire e nel dirsi buone parole rimandando tutto ad altre occasioni migliori. Promuove e realizza condizioni di cambiamento con modifiche radicali dei modi di esistere, di abitare la nostra Casa comune, la Terra, il nostro territorio e la nostra Città.
Sapremo allora essere veri discepoli del Trasfigurato tra le piaghe aperte dell’odierno momento storico? Sapremo sostituire alla rassegnazione l’indignazione e l’impegno così da non consegnarci mai, in vita, alla morte?
Mi riferisco ora ad alcune problematiche che toccano nella carne il nostro Paese e la nostra Città.
Desidero anzitutto riferirmi al Piano Strategico Nazionale sulle Aree Interne 2021-2027 (SNAI) che si interessa dei Comuni più piccoli e più lontani dai grandi centri abitati. Il tentativo di rilancio di questi Comuni equivale dunque ad un “accanimento terapeutico”; ad un inutile spreco di denaro pubblico. Il documento propone infatti – cito l’obiettivo 4 – «l’accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile»[1]. Vale a dire una sorta di “eutanasia comunitaria”. In modo particolare, le aree interne della Calabria e della Sicilia risultano aree del IV gruppo, ossia, quelle più a rischio povertà e quindi, come ho appena detto, da avviare dolcemente all’estinzione.
Carissimi, cari Sindaci in modo particolare, contesto con forza tale visione.
La luce che emana la Trasfigurazione mi dice che la Resurrezione di Cristo afferma la vita e nessuno può, in alcun modo, pianificare la morte di un territorio, di una città, di una cultura; insomma la morte di un popolo.
Carissimi Sindaci, carissimi Cittadini, svegliamoci!
Aprite gli occhi e alzate la vostra voce: i paesi delle Madonie che voi rappresentate e governate rischiano l’estinzione. Se i nostri territori vengono abbandonati, non solo dai suoi abitanti, ma peggio ancora dalle Istituzioni, diventeranno un deserto arido.
Ma guardiamo anche ai Comuni della costa e, specialmente, alla nostra Cefalù che, gradualmente, sta perdendo la sua identità, la sua cultura e il suo patrimonio umano.
È grazie alla fede che molte espressioni della cultura popolare, come questa, resistono.
Ci sono a Cefalù 13.000 residenti, ma quanti sono davvero gli abitanti?
Cefalù, carissimi, è diventata la città dei vacanzieri.
I giovani che vogliono metter su famiglia devono emigrare nei Comuni limitrofi perché non si trovano più abitazioni disponibili e soprattutto a prezzi equi. Trovano disponibilità solo per i mesi invernali e a costi non facilmente sostenibili; nei mesi di turismo sono costretti a lasciare gli alloggi.
Ho accolto l’amarezza e la difficoltà di molte persone che non riescono a trovare un affitto per tutto l’anno.
Ormai è nato un nuovo culto “Al Dio del Benessere”, per dire al dio denaro.
Dico sul serio: era l’insegna di un nuovo negozio sorto qualche mese fa; insegna che entro pochi giorni – io dico grazie a Dio – è stato cambiata.
Le strade e le piazze pubbliche del centro storico sono divenute di fatto private, invase da tavolini e ombrelloni. Ringrazio l’Amministrazione comunale perché, almeno per due feste, ci ha permesso di liberarle. Qualcuno forse ha protestato, ma io penso che, almeno per qualche ora all’anno, conviene adorare il Dio vero, e non il dio denaro.
Le processioni fanno sempre più difficoltà a passare lungo le nostre strade. Alle volte risulta difficoltoso accompagnare persino i nostri fratelli defunti per l’ultimo commiato. Pensiamo poi ai mezzi di soccorso che hanno difficoltà a farsi strada tra le vie del centro.
Corso Ruggero mostra purtroppo uno spettacolo indecente di turisti che bivaccano sui marciapiedi fin davanti al Palazzo di Città e alla nostra Basilica Cattedrale.
Non parliamo poi di quanti, imperterriti, passeggiano per le strade del centro storico a torso nudo o in costume da bagno. C’è persino chi – e l’ho visto con i miei occhi – tenta di entrare così in Basilica Cattedrale consumando magari un gelato o sorseggiando una bibita.
Auspico un rinnovato intervento di vigilanza da parte della Polizia Municipale, che oltre a far rispettare il codice della strada, deve sempre più essere impegnata nel salvaguardare il decoro della nostra Città.
Richiamo poi le Istituzioni e tutti i Parroci in particolare a rivolgere la loro attenzione ai problemi degli adolescenti, dei ragazzi: è infatti necessario uno sforzo generoso per offrire alternative ad esperienze fuorvianti. Penso in modo particolare al consumo di stupefacenti ed alcol. Ai Parroci dico: incrementate gli oratori! Chiedo alle Forze dell’ordine di rafforzare la loro già preziosa presenza sul lungomare e nei luoghi di spaccio. Esorto i gestori dei locali a collaborare con le stesse affinché la vita dei nostri adolescenti non venga mai messa a rischio. Incoraggio poi gli esercenti di strutture recettive e di ristorazione ad aprirsi ai tirocini formativi per i giovani che hanno concluso la scuola dell’obbligo e desiderano iniziare una esperienza lavorativa, al fine di evitare di accrescere il numero dei cosiddetti “neet”.
Ma parliamo anche delle cose belle. Visitando le scuole del nostro territorio, ho registrato con somma gioia la grande generosità dei docenti e degli alunni nell’accogliere i ragazzi che si trovano in situazioni di fragilità. Benché secondo l’analisi del servizio sociale del Comune di Cefalù i ragazzi in difficoltà siano aumentati (si è passati da 16 ai 72 casi di fragilità) l’impegno per aiutarli non viene mai meno. Lodo poi la generosità di tanti Cefaludesi che, ogni giorno, offrono il loro aiuto ai bambini e ragazzi della Fondazione “Regina Elena” (molti di loro si sono perfettamente integrati) e agli ospiti della Casa di Accoglienza “Maria Santissima di Gibilmanna”.
Pensiamo poi ai nostri anziani: dopo dieci anni di commissariamento, è stato finalmente ristabilito il CdA dell’IPAB “Cav. Salvatore Genchi Collotti”, meglio nota come “San Pasquale”. Negli anni passati è stato accumulato un grave debito economico che ha messo in ginocchio un’opera meritoria, fiore all’occhiello della Città, che in passato ha accolto anche tanti orfani. Può tornare ad essere di nuovo riabilitata non solo con l’impegno della Diocesi ma anche se la Regione Siciliana e il Comune di Cefalù collaborano alla positiva stabilizzazione della situazione finanziaria. Ci sono già i presupposti visto il clima sereno e l’oculata gestione del nuovo CdA.
Ribadisco ancora una volta il ruolo di porta aperta che Cefalù può e deve avere verso i Comuni delle Madonie, condividendo con essi le risorse di un turismo esperienziale e di qualità. Fratelli e sorelle, la Parola ci chiama ad essere portatori della Luce della Resurrezione, della Vita nuova ovunque aleggia la logica della rassegnazione a danno soprattutto degli ultimi e dei poveri. E in particolare dei giovani che vanno via; scappano, ci lasciano. Una società senza giovani è destinata alla morte.
L’urgenza di un futuro ci chiede d’immaginare e progettare un mondo in cui regni la pace.
Oggi ricorre l’ottantesimo anniversario dello sgancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki: in quell’occasione l’uomo ha certamente sfigurato la Creazione, ma egli stesso ne è rimasto sfigurato.
Mentre la luce della Trasfigurazione è la luce bellezza. Quella della bomba atomica è stata portatrice di lutti; di morte.
Non possiamo più rimanere impassibili, quasi come spettatori narcotizzati, davanti alle immagini di morte e distruzione che ci giungono da ogni estremo del nostro pianeta afflitto, come tante volte ci è stato detto da Papa Francesco, da una «terza guerra mondiale a pezzi».
Papa Leone XIV, nel suo primo saluto, ci ha ricordato l’importanza della «pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente»[2]. Ora più che mai è necessario che tutti gli uomini di buona volontà uniscano all’unisono le loro voci perché i potenti della Terra si adoperino concretamente a far tacere per sempre il frastuono delle armi che giunge al trono di Dio come un’inaudibile bestemmia.
Preghiamo per i nostri fratelli e sorelle dell’Ucraina e della Striscia di Gaza che vivono sotto le bombe.
Chiediamo, carissimi fratelli e carissime sorelle, al Cristo Trasfigurato, al Santissimo Salvatore, di donarci il coraggio di prendere il largo, di non lasciarci addomesticare e addormentare da paure e da noie, ma di scegliere di immaginare e progettare.
La discesa dal monte della Trasfigurazione si fa adesso cammino di vita. Per tutti.
Evviva Gesù Salvatore!
Il Vescovo
Mons. Giuseppe Marciante
[1] Piano SNAI, Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud, obiettivo 4, p. 45.
[2] Leone XIV, Primo saluto del Santo Padre, Loggia centrale della Basilica di San Pietro, Giovedì, 8 maggio 2025.
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