Piazza: Cefalù si è votata al turismo senza gradualità e senza regole

Piazza: Cefalù si è votata al turismo senza gradualità e senza regole

Dopo aver ascoltato con grande interesse e attenzione l’illuminata omelia di S.E. Mons. Marciante, Vescovo di Cefalù, non posso che esprimere da cittadina, da cattolica e da rappresentante politica di questa Città profonda gratitudine per le parole espresse ieri, e per la guida paterna avulsa da logiche clientelari o politiche che, da buon Pastore, ammonisce, indirizza e dona speranza a un popolo amato e che ama il suo Vescovo.

Non posso non condividere le forti preoccupazioni di S.E. Mons. Marciante sulla gestione di questa città dominata da una distorta cultura del benessere che ormai da troppo tempo fallisce nell’intento di individuare un equilibrio tra interesse pubblico e interesse privato. Così, la ricerca dei “numeri” a tutti i costi conduce sempre più nettamente al dissolvimento dell’identità culturale della nostra cittadina.

Cefalù sembra aver dimenticato la sua storia: ha dimenticato le proprie radici marinare perché impossibilitata da anni a condurre un’economia di pesca e commercio marittimo per l’assenza esasperante di una infrastruttura cruciale quale è il Porto di Presidiana; ha dimenticato l’agricoltura e le attività connesse, con campi sempre più incolti; ha dimenticato la propria area artigianale abbandonata a se stessa e con un ridotto numero di attività imprenditoriali rispetto a venti anni fa; ha dimenticato di essere uno dei poli culturali più importanti della Sicilia.

Cefalù si è votata al turismo senza gradualità, senza regole, senza una pianificazione e una programmazione strategica che si sarebbe dovuta predisporre già quando cominciò a essere meta turistica internazionale.

Oggi le scelte del passato unite alla presente assenza di strategie a lungo raggio portano a quello che il nostro Vescovo denuncia ormai da anni: l’incapacità per tanti ragazzi e giovani coppie di risiedere nel nostro territorio per l’avvilente, continuo e ingiustificato aumento dei prezzi ma soprattutto per la trasformazione di tantissime abitazioni in strutture di microricettività, senza alcuna regolamentazione che garantisca un equilibrio tra il diritto di residenza ed il diritto di sviluppo turistico.

Apprezzo molto in qualità di ex educatrice dell’oratorio Murialdo di Cefalù l’invito coraggioso del nostro Vescovo ai parroci di riaprire gli spazi comuni e aumentare le possibilità di aggregazione per i giovani, limitata in alcuni casi da rifunzionalizzazioni degli spazi che hanno privilegiato logiche di profitto.

Sono amareggiata per l’assenza di politiche giovanili serie. Senza giovani non c’è futuro per una comunità. Bisogna fare di tutto per riuscire a garantire ai giovani un futuro nella nostra città e non per forza l’unico sbocco professionale deve essere quello del cameriere stagionale o dell’addetto ai piani per le pulizie in hotel. I nostri giovani meritano più attenzione ed ancora di più i nostri giovani laureati che vanno coinvolti e tutelati evitando così la continua fuga di cervelli.

Come non condividere la necessità di più sicurezza in questa città, da sempre estranea a casi di criminalità e che da tempo invece, soprattutto in estate, diventa palcoscenico di furti, atti vandalici e violente aggressioni, che non lasciano presagire nulla di buono per il prossimo futuro. Non perderò mai l’occasione di ringraziare tutte le Forze dell’Ordine della Città per il solerte lavoro che svolgono con serietà e forte impegno nelle attività di controllo poste a garanzia della sicurezza di tutti.

Come non condividere l’appello del Vescovo sull’esigenza di mantenere alto il decoro di questa Città invasa da orde di turisti irrispettosi che sporcano, bivaccano e passeggiano a torso nudo per le strade del Lungomare e del Centro Storico.

Se il turismo non riesce a garantire la vivibilità dei nostri cittadini non è turismo, ma assedio.

Non riuscire a raggiungere la propria abitazione rimanendo imbottigliati nel traffico, non riuscire a trovare parcheggio per un residente conferma sempre piu l’assenza di una visione strategica d’insieme che deve racchiudere al suo interno una soluzione chiara e definitiva sulla viabilità.

Vivere il turismo come un male necessario è innaturale per una comunità.

Credo che il nostro Vescovo, ieri, ci abbia fatto un grande dono che tutti noi dobbiamo cogliere e custodire. Possa questo dono trasformarsi in presa di coscienza e guida verso un percorso sano.

Senza una presa di coscienza e senza il coraggio di cambiare sarà difficile modificare il cammino di questa Città.

Il messaggio del nostro Vescovo è stato forte e chiaro per tutti: spetta ai cittadini, alle forze politiche, agli imprenditori rimboccarsi le maniche e tornare a difendere la nostra città da speculazioni economiche last minute con lo scopo di preservare la nostra identità e la nostra storia e garantire un futuro ai cittadini, senza che sui cefaludesi debba pesare la spada di Damocle dell’abbandono.

La nostra città merita di essere amata perchè ci ha donato di vivere in uno dei luoghi piu belli al mondo.

Abbiamo il dovere di ricambiare, di amarla e di difenderla.

Valeria Piazza
Fratelli d’Italia Cefalù