Territorio

Enzo Zito e “La Storia a Cefalù”

Le osservazioni qui evidenziate derivano da molti anni di letture di pubblicazioni, di narrazioni, di interviste riguardanti la vita cefaludese, ed hanno lo scopo di far riflettere sulla reale possibilità di un effettivo sviluppo socioculturale .Il focus di questo scritto non è la storia di Cefalù, bensì il senso della storia a Cefalù. Si può parlare di storia critica al servizio della cittadina per il cambiamento, o soltanto di “storia antiquaria” concentrata sul passato, quindi caratterizzata di fatto da immobilismo ?Ebbene si può affermare che la stragrande maggioranza delle pubblicazioni lette tende ad encomiare i vari protagonisti della storia cefaludese. Questi vengono descritti come degli impeccabili costruttori, professionisti, benefattori, medici, intellettuali, artigiani, artisti e via dicendo. Senza nulla togliere a costoro, chi legge comprende che c’è abbondanza di lusinghe tale da sollevare dubbi e perplessità. Ogni eccesso genera sospetti che la realtà di solito non smentisce. Comunque si tratta di una “concezione monumentale” della storia, guarda al passato con una certa nostalgia per rintracciarvi modelli e maestri che sembra non poter trovare nel presente.


Presentare fatti in modo distorto, o comunque grossolanamente parziale, significa negare il valore formativo ed educativo della storia critica. Sempre se per storia si intende in primis la neutrale ed analitica esposizione documentata dei fatti. Se la realtà viene edulcorata, o denigrata per interessi di parte, quali potranno essere le conseguenze socioculturali ?Numerose manifestazioni culturali sono spettacoli : premiazioni in cui si annuncia l’opera senza dibattito sui suoi contenuti e intenti. Si punta sui complimenti, sull’emotività celebrata dagli applausi. Protagonismo suggellato da qualche targa, coppa o semplice attestato. Vengono assegnati riconoscimenti senza però spiegare i criteri di valutazione adottati dalla giuria. Nessun pensiero critico. Qualche ricordo. Qualcuno si commuove.Laddove si nota esagerata compiacenza c’è superficialità, può quindi esserci pensiero critico ?Possiamo affermare che a Cefalù il senso della storia è esemplare ? Si esibisce solo per il vezzo di farlo o l’esibizione ha finalità su cui sarebbe importante discutere? Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo analizzava e criticava l’esibizionismo siciliano, reazione psicologica all’atavica frustrazione dovuta a lunghe dominazioni subite.Auspico incontri formativi in cui si possa praticare analisi testuale, avvicinando tutti al saper decodificare un testo senza essere vittime di manipolazione . Storia e testo, binomio imprescindibile; se non so cogliere i significati di un testo individuandone i presupposti concettuali ,le allusioni, le figure retoriche, le fallacie logiche che in esso si possono annidare, mi sfugge inevitabilmente il senso della storia che, se trasformata in narrazione di comodo, viene sfruttata dal demagogo o furbastro di turno. Le masse vengono ingannate attraverso l’ambiguità testuale e/o visiva, la disinformazione. Le immagini sono oggi il più diffuso mezzo di manipolazione. Il pensiero critico è sempre più improbabile. “Saper comprendere il testo e saper produrre testo, motore della comunicazione: questi dovrebbero essere gli obiettivi fondamentali della civile convivenza.


Qualcuno indica la scuola, in quanto istituzione educativa e formativa, come principale responsabile socioculturale. Ammesso e non concesso che la scuola di oggi, eccessivamente burocratizzata e dispersiva, riesca a guidare alla linguistica testuale, a spiegare le numerose fallacie argomentative, vere e proprie “trappole di convincimento”, a divulgare il senso della storia, qual è l’esempio che l’informazione politico-istituzionale, i social media di fatto diffondono ?L’analfabetismo funzionale in Italia sta raggiungendo dimensioni drammatiche perché le competenze testuali sono sempre più carenti. Circa un terzo degli adulti è considerato analfabeta funzionale, secondo le statistiche dell’OCSE. Questo significa che pur sapendo leggere e scrivere molti adulti faticano a comprendere testi complessi, a usare le informazioni nella vita quotidiana e a risolvere problemi di base. L’analfabetismo funzionale in Italia è superiore alla media dei paesi OCSE.

Cosa si fa per affrontare il problema ? Si spendono fior di quattrini per intrattenere , tagliare-nastri e poi tagliare la corda quando fa comodo. Quanto si fa per offrire al cittadino la possibilità di “aprire gli occhi” ? Siamo veramente destinati al sonno ? “Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali”. (Cit. “Il Gattopardo”).E’ utopistico avvicinare tutti alla storia in quanto patrimonio collettivo ? Facilitare lo sviluppo del pensiero critico è la chiave del vero progresso. In un mondo in cui si manipolano le percezioni, si viziano e contaminano le informazioni, si promuovono narrazioni distorte per perseguire fini non poco ortodossi , una comunità sana dovrebbe educare ai valori della storia critica. Una società sana legge e sa leggere, anche tra le righe !Sarebbe responsabilità di chi scrive ai cittadini, di chi amministra, quella di aprire un sentiero di autenticità pur sapendo che proprio la verità può disturbare qualcuno non certamente disinteressato agli affari . A proposito, come sono stati trattati quei pochi che a Cefalù hanno avuto l’onestà intellettuale e il coraggio civile di mettere in evidenza, documentandoli, fatti politici poco edificanti ? Se non sono stati querelati comunque denigrati , emarginati nell’indifferenza o addirittura minacciati, costretti a più miti consigli.
Che fine fanno in Sicilia tutti coloro che con l’azione ostacolano gli intrighi e gli abusi di potere, che mettono in evidenza le cose che l’amministrazione di turno dovrebbe fare per il bene pubblico, ma che non fa ?


Le cosiddette manifestazioni culturali quindi continueranno ad essere soprattutto dei festival per esibire, distrarre, divertire, illudere, emozionare ?Assistendo a delle manifestazioni, puntualmente magnificate dalle autorità, non di rado mi vedo in un cimitero dove tutti gli epitaffi lodano i defunti. Tutti morti gli onesti ! Pura ipocrisia dedicata ai morti. Nuoce, ahinoi, molto di più quella rivolta ai vivi.

Enzo Zito

Sul tema dell’articolo, una intervista ad Enzo Zito nel Giornale di Cefalù di questa settimana. Link: https://youtu.be/qCurJvFENpA

redazione

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