Oltre 45 giorni di attesa, un silenzio assordante dalla politica regionale e la conferma di uno scenario sempre più inquietante: la Sicilia è ancora una volta prigioniera della burocrazia, con la stagione estiva alle porte e il settore degli eventi sull’orlo del baratro. La rabbia e la frustrazione degli assessori alla Cultura, Turismo e Spettacolo dei Comuni siciliani, riuniti nella rete Reacts, raggiungono il culmine di fronte a un blocco che definiscono “inspiegabile e inaccettabile”.
Il fulcro della questione è la mancata attuazione della legge regionale sugli spettacoli, un provvedimento che dovrebbe snellire le procedure burocratiche e restituire ai comuni la gestione degli eventi. Mentre nel resto d’Italia le funzioni di rilascio delle licenze per i pubblici spettacoli sono state trasferite ai Comuni dal 1977 (D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616), in Sicilia tale trasferimento e la conseguente semplificazione non si sono mai verificati. Questo perché, nonostante l’articolo 22 della legge regionale 2 gennaio 1979, n. 1, preveda l’attribuzione ai Comuni delle funzioni di polizia amministrativa, le necessarie norme di attuazione dello Statuto Speciale non sono mai state adottate. Di conseguenza, in Sicilia le licenze per i pubblici spettacoli rimangono ancora di competenza del Questore.
Il gruppo Reacts si fa portavoce di un malcontento che cresce di giorno in giorno: “È incomprensibile come, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni alla politica regionale, abbiamo ricevuto solo un silenzio assordante. Addirittura, diversi deputati ci rispondono di non capire il perché di questo blocco a livello nazionale.” Il gruppo Reacts aggiunge di essere in contatto quotidiano con la Questura, la quale “attende anch’essa con ansia questa sburocratizzazione”, a riprova di come le lungaggini burocratiche affliggano tutti i livelli dell’amministrazione.
La situazione è resa ancora più grave dalle indiscrezioni che filtrano da Roma: la pratica sarebbe “infognata e non vedrà mai luce”. Una prospettiva che getta nello sconforto gli operatori e le amministrazioni locali, costretti a districarsi tra permessi e autorizzazioni infinite, che coinvolgono questure, ASP e vigili del fuoco, trasformando ogni singolo evento in un’odissea.
Questa situazione è particolarmente paradossale alla luce delle recenti semplificazioni normative a livello nazionale. Con l’articolo 38-bis del decreto legge n. 76 del 2020 (e successive proroghe e modifiche), è stata introdotta una norma che permette, per spettacoli dal vivo e proiezioni cinematografiche con un massimo di 2.000 partecipanti, di sostituire ogni atto di autorizzazione con una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). Questa semplificazione è diventata strutturale a partire dal 1° gennaio 2025 per il resto d’Italia.
In Sicilia, nonostante un lungo iter che ha visto l’approvazione di una risoluzione da parte della Commissione parlamentare speciale in materia di Statuto (4 ottobre 2023), una Delibera di Giunta (24 gennaio 2024), il parere dell’Assemblea Regionale Siciliana (17 aprile 2024), una successiva Deliberazione (13 maggio 2024) e, in ultimo, l’approvazione definitiva della Commissione paritetica (trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 24 ottobre 2024), il decreto legislativo attuativo da parte del Governo nazionale non è ancora stato emanato.
E qui emerge un paradosso amaro, che scatena l’ennesima ondata di indignazione tra gli assessori: “Tutto ciò è causato dallo Statuto Speciale”, afferma il gruppo Reacts, “che non ci permette di essere al pari delle altre regioni italiane che da ben quattro anni usufruiscono di questa legge fondamentale.” Lo Statuto, spesso sbandierato dal Parlamento siciliano come un vanto di autonomia, si rivela in questo caso un micidiale boomerang, un ostacolo insormontabile che condanna la Sicilia a un’arretratezza burocratica inspiegabile. Il Presidente della Regione, sebbene sollecitato sia verbalmente da persone a lui vicine che con diverse lettere, non ha ancora fornito risposte concrete. Questo silenzio assordante e l’immobilismo certificano, di fatto, il fallimento dello Statuto Speciale che, invece di tutelare e favorire lo sviluppo dell’Isola, la imprigiona in un labirinto di competenze e cavilli.
Con la stagione estiva che si avvicina rapidamente, il timore è che l’intero comparto culturale e turistico siciliano subisca un danno irreparabile. Le promesse non mantenute e l’immobilismo burocratico minano la credibilità delle istituzioni e la pazienza di chi lavora incessantemente per valorizzare il potenziale dell’Isola.
Gli assessori di Reacts non intendono arrendersi. La loro battaglia per lo sblocco immediato della legge, per linee guida chiare e veloci, e per un intervento urgente che snellisca le procedure, continua con determinazione. Ma l’eco delle loro richieste risuona nel vuoto di un’indifferenza che rischia di spegnere la vivacità degli eventi siciliani.
Gli assessori e i loro comuni di appartenenza
Turismo, Nizza di Sicilia (ME)
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