Società

Caso Bayesian, per la morte del sub olandese, indagato il titolare della ditta. Per il recupero del relitto d’ora in poi si utilizzeranno robot sottomarini

Le indagini sulla tragica morte del sommozzatore Rob Cornelis Huijben, avvenuta durante le operazioni di recupero del veliero Bayesiana a Porticello, piccolo centro alle porte di Palermo, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati del legale rappresentante della Smith Salvage, la società per cui lavorava il sub. L’accusa è di omicidio colposo e violazione delle normative sulla sicurezza sul lavoro.

I pubblici ministeri Concetta Federico e Raffaele Cammarano, della Procura di Termini Imerese, hanno disposto l’iscrizione come “atto dovuto”, prima ancora dell’autopsia, per consentire al titolare della società di nominare un consulente di parte durante l’esame del cadavere. L’inchiesta mira ad accertare eventuali responsabilità nella gestione della sicurezza dei sommozzatori impegnati nelle operazioni di taglio del boma del Bayesian, naufragato nell’agosto dello scorso anno. Uno dei punti critici dell’indagine riguarda l’iscrizione del sub al

Repertorio Telematico Subacquea Industriale, gestito dal Servizio VI del Dipartimento del lavoro della Regione Sicilia, che si occupa anche del coordinamento dei centri per l’impiego, politiche giovanili e di precariato e della mobilità nazionale e che rappresenta il requisito minimo per la applicazione del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (decreto legislativo n. 81 del 2008), garantendo ai lavoratori un idoneo livello di esperienza volto alla tutela sia del datore di lavoro, in quanto definisce livelli di competenza per operare in sicurezza, sia del lavoratore e delle istituzioni che attualmente espongono i lavoratori del settore a gravi rischi. 

Secondo la normativa vigente, un sommozzatore deve essere iscritto al Repertorio Telematico Subacquea Industriale (iscrizione successiva a quella presso una Capitaneria di Porto come OTS) per operare in sicurezza a diverse profondità: Inshore fino ai -30 metri, Top Up tra i -30 e i -50 metri, e Saturazione oltre i -50 metri.

Nel rispetto del Testo unico l’iscrizione è considerabile necessaria per gli operatori delle aziende che operano fuori dai porti, nel caso specifico per il livello Top Up, che certifica la formazione e l’esperienza minima necessaria che deve avere il sommozzatore per lavorare dai -30 ai -50 metri di profondità. 

L’assenza di questa iscrizione solleva interrogativi sulla mancata applicazione del decreto legislativo 81/2008, che disciplina la sicurezza sul lavoro. Il documento stabilisce, infatti, che ciascun operatore riceva una formazione adeguata ai rischi specifici della propria attività, vincolando le imprese al rispetto di determinati standard. La Regione Siciliana, nel decreto presidenziale n. 31/2018, definisce i tempi di fondo e le immersioni minime richieste per lavorare a determinate profondità, con controlli affidati all’assessorato competente.

La direttiva europea 2005/36/CE stabilisce, inoltre, che le autorità nazionali devono verificare le qualifiche professionali dei lavoratori stranieri prima di consentire loro di operare in altri Stati membri. Per esempio, un sommozzatore italiano che volesse lavorare nei Paesi Bassi dovrebbe ottenere l’autorizzazione dal National Diving Centre, che si occupa del riconoscimento delle qualifiche.

L’inchiesta in corso cercherà di chiarire se queste verifiche siano state eseguite correttamente nel caso di Huijben e se la sua esperienza fosse sufficiente per garantire la sicurezza nelle operazioni subacquee.

Nel frattempo, proseguono le operazioni di recupero del relitto. Ma, in seguito all’incidente, i sommozzatori sono stati sostituiti da robot sottomarini, mentre le due gru Lift 10 e Lift 2, gestite dalla Heboper conto della TMC Marine, stanno lavorando per portare il Bayesian in superficie nella prima settimana di giugno.

L’incidente di Huijben ha così riacceso il dibattito sulla sicurezza nei lavori subacquei, evidenziando la necessità di controlli più rigorosi e di una formazione adeguata per gli operatori del settore. La tragedia del 9 maggio si aggiunge alla storia drammatica di un veliero già segnato dalla morte del suo proprietario, della figlia e di altri passeggeri, travolti da un nubifragio un anno fa.

Il Bayesian, considerata fino ad allora un’imbarcazione inaffondabile, continua a portare con sé un alone di mistero e tragedia. Il suo recupero non è solo una questione tecnica, ma anche un simbolo della necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza nei lavori subacquei.

redazione

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