Spazio Eventi Bastione di Cefalù. Mostra fotografica di Dodo Veneziano

Una mostra fotografica di Dodo Veneziano si svolge presso lo Spazio Eventi Bastione di Cefalù dal 24 maggio all’8 giugno 2025.
Il tema: Tracce oniriche, fotografia tra memoria e materia.Sabato 24 maggio, durante la serata inaugurale, alle 18:30 verrà presentato il saggio fotografico di Laura Francesca Di Trapani: “Frammentazioni. (R)Esistenza fotografica di Dodo Veneziano” – Serradifalco editore.

Una scheda personale redatta dallo stesso artista.

Sono nato a Palermo nel 1970, ho coltivato la passione per la fotografia già in
tenera età, a 12 anni ho iniziato ad utilizzare la fotografia come mezzo espressivo
personale cercando immediatamente attraverso le prime semplici manipolazioni
come i collage fotografici di completare e di arricchire il mio universo fatto ancora di
giochi e di scoperte, dopo poco all’età di 14 anni dopo aver sperimentato e demolito
tutti i formati amatoriali di pellicola allora esistenti ho scoperto la luce fioca e rossa
della mia grande passione La camera oscura.Ho trascorso gran parte della mia adolescenza in una camera oscura approntata in
uno sgabuzzino occupato alla mia famiglia tra scatoloni grigi ed il cambio stagione,
sperimentando e manipolando da autodidatta tutto ciò che la fotografia argentica
potesse offrire.Cercavo conforto nelle riviste di fotografia e nei pochi manuali tradotti in italiano che
in quegli anni pubblicavano un gran numero di sperimentalisti che avevano
dedicato la loro vita alla ricerca di un loro segno distintivo.All’età di 17 anni avevo già migliorato di parecchio la mia abilità e le mie
competenze empiriche da stampatore, tanto da poter già insegnare ad un paio di
amici foto amatori che da li a poco sarebbero diventati stimati professionisti ed
avrebbero stampato assai meglio di me.Gia all’età di 17 anni iniziavo a stampare per qualche professionista, e al contempo
iniziavo la mia breve ma intensa carriera di foto giornalista al Giornale di Sicilia e
all’ Ora i due quotidiani di punta della mia città, per i quali in una decina di anni di
onorata carriera ho sviluppato, stampato e pubblicato un discreto numero di
fotografie spesso corredate da notizie brevi di relativa importanza.
Durante quell’esperienza professionale intensa e completa ho definitivamente
compreso quale fosse per me il valore ed il senso più profondo della fotografia, mi
ero già avvicinato ed appassionato alla fotografia che non strillasse il suo
messaggio, ma che lo sussurrasse.Avevo fatto molta esperienza sulla strada raccontando la storia di tombini divelti e
panchine abbandonate nel nulla di cumuli di spazzatura cosi alti da sembrare
montagne, di quartieri scippati dall’esigenza della modernità alla loro precedente
identità, mentre altri fotografi si (specializzavano) sui cadaveri della mafia io
ricercavo l‘identità smarrita delle periferie e dei suoi abitanti attraverso i miei primi
paesaggi emotivi .

Tracce Oniriche: Fotografia tra memoria e materia
“La fotografia nel era del edulcorazione delle proprie maschere”
Le tracce del tempo si manifestano attraverso la trasformazione della testimonianza visiva: un
fluire di emozioni che, in un altalenare al ritmo della vita, plasma il nostro racconto personale.
In questo continuo divenire, attimi e sensazioni si fanno luce incerta, restituendo e certificando
l’essenza di un sé, intrinsecamente fallibile.
Ho abbracciato il difetto come fosse il mio pregio più autentico, comprendendo che la sconfitta è
un salto verso la conoscenza e la crescita personale, un invito a guardarmi con occhi nuovi e ad
accogliere le imperfezioni come parte di un cammino che non è mai lineare, ma ricco di
sfumature. In ogni errore, in ogni caduta, ho trovato la forza di rialzarmi, di reinventarmi,
scoprendo che ciò che ci rende vulnerabili è spesso ciò che ci rende più veri. Così, ho imparato a
non temere il fallimento, ma a vederlo come un maestro silenzioso che mi guida verso versioni di
me stesso più profonde e autentiche.
Dodo Veneziano