La Soprintendenza bacchetta il Comune di Cefalù per il degrado degli archivi comunali.
Per rimediare all’incuria di 13 anni servono 186.000 euro di fondi comunali.
Dopo oltre tredici anni di sostanziale disinteresse, è finita sotto accusa la gestione dell’archivio comunale di Cefalù.
L’accusa è venuta dalla Soprintendenza Archivistica della Sicilia, che, a seguito di un sopralluogo, ha redatto una dettagliata relazione ispettiva evidenziando criticità strutturali, organizzative e normative di estrema gravità.
Il quadro emerso è allarmante: locali inadeguati e insicuri, documentazione accatastata senza ordine, assenza di personale con competenze archivistiche e una gestione, che ha completamente disatteso le disposizioni di legge in materia di tutela e conservazione degli archivi pubblici.
A rendere ancora più pesante il giudizio della Soprintendenza è il fatto che, dal 2012 a oggi, l’amministrazione comunale – guidata ininterrottamente dal sindaco Rosario Lapunzina fino al 2022 e, attualmente, dall’amministrazione del sindaco Daniele Tumminello – non ha mai attuato un piano di riordino o valorizzazione del patrimonio archivistico e non ha predisposto interventi strutturali per migliorare le condizioni fisiche degli ambienti di deposito.
La situazione è tale che, per essere adeguata alle prescrizioni obbligatorie imposte dalla Soprintendenza, il Comune di Cefalù dovrà impegnare circa 186.000 euro.
La spesa servirà:
• per la realizzazione di locali adeguati alla conservazione archivistica, con impianti di sicurezza e climatizzazione;
• per l’acquisizione di scaffalature a norma;
• per l’affidamento a professionisti specializzati del riordino e della descrizione dei fondi documentali.
“La tutela degli archivi non è un’opzione, ma un obbligo giuridico e civile” – si legge nella nota della Soprintendenza – “e il Comune è tenuto ad adottare tutte le misure necessarie a garantire la conservazione e la fruibilità dei documenti, in quanto parte integrante della memoria storica della collettività”.
La questione approderà in Consiglio Comunale con la proposta di deliberazione n. 25 del 7 maggio 2025, nella quale l’Amministrazione prende formalmente atto delle criticità segnalate e propone uno stanziamento economico per dare seguito agli interventi richiesti.
Sostanzialmente, per tredici lunghi anni, l’archivio comunale è stato totalmente dimenticato ed oggi l’Amministrazione è costretta ad affrontare un’emergenza che avrebbe potuto e dovuto prevenire.
Non è solo una questione tecnica.
La questione è politica, perché l’Amministrazione ha trascurato uno dei presidi della legalità e della trasparenza dell’apparato comunale.
I 186.000 euro che dovranno essere spesi sono il costo dell’abbandono che i cittadini di Cefalù dovranno pagare per restituire dignità e valore a un patrimonio documentale essenziale, non solo per la trasparenza amministrativa, ma per la stessa identità storica di Cefalù.
Pasqualino Turdo, Consigliere comunale “Innoviamo Cefalù”
foto di repertorio