“Il mio intervento in aula sul bilancio consuntivo del 2024 lo invierò agli uffici competenti della Corte dei Conti.Signor Sindaco, colleghi Consiglieri,il rendiconto al nostro esame sarà, sicuramente, oggetto di futura, attenta istruttoria da parte della Corte dei conti, quando l’Amministrazione, mi auguro questa volta tempestivamente, avrà inviato la necessaria documentazione.Intanto, non posso non evidenziare le mie perplessità, affatto lievi, che i dati contabili messi a nostra disposizione, suscitano in ordine alla loro attendibilità.
Il primo elemento che le suscita è proprio il fulcro del rendiconto.Cioè il risultato di amministrazione, o meglio della sua quota libera, al netto delle quote accantonate vincolate e destinate.Al riguardo, ricordo che il risultato di amministrazione, come definito dall’art. 42 del D.lgs. n.118/2011, costituisce la grandezza che, nel contesto della nuova contabilità armonizzata, esprime e sintetizza la condizione economico finanziaria dell’ente.Tale dato ricomprende i fondi accantonati e vincolati e, per differenza, una quota libera, ovvero un valore che esprime il disavanzo da ripianare, ovvero un avanzo di cui l’amministrazione può disporre, nel rispetto della relativa disciplina contabile.E’ abbastanza evidente che la sottovalutazione delle altre quote può generare un apparente miglioramento della parte libera del risultato, rendendo non visibile un eventuale deficit oppure facendo figurare un avanzo più cospicuo di quello effettivo.E, conseguentemente, in entrambi i casi, una possibile indebita espansione della capacità di spesa.
Nel caso nostro la stima degli accantonamenti, nonostante le rassicurazioni del collegio dei revisori circa la loro congruità, non convince.
E ciò per due ordini di motivi.
Il primo:
Non spiega, in particolare, la significativa diminuzione del fondo contenzioso, nonostante l’ente sia impegnato in molte controversie -non ultime quelle attinenti alla gestione del servizio idrico- per la quale, il fondo, rispetto al 2022 appare, addirittura, dimezzato e rispetto al 2023 e ridotto di quasi il 23 per cento.
I revisori, nelle conclusioni della relazione, raccomandano un monitoraggio delle passività potenziali, ma noi crediamo che quest’attività avrebbe dovuto essere esercitata a monte della rendicontazione, per ottenere una valutazione corretta e veritiera di quanto andava accantonato al posto di quella indicata nel consuntivo, che appare non adeguata.
Il secondo:
Passando al Fondo Crediti di dubbi esigibilità, previsto al fine di impedire l’utilizzo di entrate esigibili, ma di dubbia e difficile esazione, si rileva che dal 2023 al 2024 i residui attivi sono aumentati da euro 18.403.912, 88 ad euro 18.654. 981,70, cioè di oltre 250.000 euro, e che il fondo crediti di dubbia esigibilità, invece di rispecchiare questo andamento, decresce del 5 per cento: le spiegazioni formulate a pag. 15 della relazione dei revisori, quindi, lasciano quanto meno dubbiosi.
Un altro elemento sul quale vorrei sollecitare l’attenzione del Consiglio riguarda il fondo cassa, per il quale permane, nella sostanza, il rapporto fra cassa libera e cassa vincolata giudicato errato e inspiegabile dalla Sezione di Controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti nella delibera n.263/2024/PRSE.
In quel caso la Sezione del controllo aveva calcolato l’entità della cassa vincolata al 31/12 del 2022 anziché in soli euro 5.982.212,34 in euro 22.050.598,14, importo che assorbiva quasi del tutto una cassa complessivamente pari 24.752.700,75: dalla tabella inserita a pag. 17 della relazione dei revisori sembra, però, che dei rilievi dei magistrati contabili non sia tenuto alcun conto.
Rimane peraltro incomprensibile come, nella teorica presenza di una così massiccia liquidità non vincolata, persistano residui passivi ante 2019 e addirittura risalenti ad esercizi precedenti, cui i revisori, fanno riferimento a pag. 13 della loro relazione.
A proposito viene da chiedersi:
Perché l’ente che dispone di così tante risorse per far fronte ai propri debiti non li onora? Forse per alimentare il contenzioso?
Vorrei, anche, affrontare il tema delle entrate, sotto un triplice profilo.
a. In primo luogo, vorrei segnalare la voragine che distanzia la previsione delle entrate in conto capitale e accertamenti si tratta di euro 22.485.681 a fronte di 4.122.790, 22.
b. In secondo luogo, riallacciandomi a quanto osservato in tema di FCDE, rilevo che permane la criticità già riscontrata sulla riscossione in conto residui, confermandosi la difficoltà dell’ente su questo fronte.
Ma noi, Signor Sindaco, e Signor Vicesindaco,
non siamo sudditi, siamo cittadini e vogliamo che sia riconosciuto il nostro diritto ad essere informati.
A fronte del dato non facilmente decifrabile ricavato dal bilancio sull’evasione dell’imposta di soggiorno da recuperare in quote annuali di 200.000 euro nel triennio 2025/2026/2027 ho provato ad approfondire, per offrire alla collettività il risultato delle mie richieste, inoltrate ormai più di due mesi fa, inerenti non solo alle strutture ricettive ma a tutti gli agenti contabili e alle gestioni dell’ente locale, dal 2016.
Ma ad oggi alla collettività posso solo riferire del silenzio assordante che ne è sortito.
Un silenzio, che, comunque, di per sé è una risposta, perché indica il grado della trasparenza o meglio il livello dell’opacità dell’amministrazione di questo comune.
Sulla destinazione dell’imposta non dirò nulla, ci sarà modo di commentare questo giubileo cefaludese, eccezionalmente annuale, nel quale è stato trasformato l’Earth Day e le altre occasioni di utilizzo dei proventi dell’imposta.
Proventi, che, fra l’altro, in diversi casi non appaiono neppure in linea con la finalità del tributo stabilite dall’articolo 4 del D.lgs. 14 marzo 2011, n. 23, che, nella versione vigente, destina il relativo gettito “a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.”
Non dirò nulla nemmeno dello stato dei beni culturali e ambientali, perché il loro stato di degrado è evidente a tutti, come pure, è evidente, spero, l’impegno mio e dei colleghi del gruppo di cui faccio parte, affinché qualcosa a Cefalù possa finalmente iniziare a cambiare.
Come dire che anche il 2024 è stato un anno perso.
Concludo, precisando che per quanto ho esposto trasmetterò copia di questo mio intervento ai competenti uffici della Corte dei conti:
alla Procura regionale, ai sensi, dell’art. 141 c.g.c.;
alla Sezione giurisdizionale, sollecitando l’esame dei conti, ove pervenuti, e le conseguenti determinazioni;
alla Sezione del controllo, ai fini delle verifiche di cui all’art. 148 bis del Tuel.
Pasquale Turdo, Consigliere comunale