“La sicurezza nei luoghi di lavoro e la scarsa crescita dei salari sono le vere emergenze che affliggono il mondo del lavoro in Italia e che richiedono misure urgenti”. Il Segretario Generale della Confael, Domenico Marrella, in occasione della festa del 1 Maggio ritorna sulla necessità di adottare provvedimenti concreti per evitare la tragedia degli incidenti e delle morti sul lavoro e, allo stesso tempo, definire misure mirate che spingano la crescita delle retribuzioni ancora basse rispetto agli altri Paesi europei.

“In Italia manca una responsabilità condivisa per la prevenzione degli infortuni – sottolinea Marrella -, per questo è necessario creare una cultura generale sul tema. Oggi i luoghi di lavoro e i modi di lavorare stanno cambiando profondamente. Dobbiamo ripensare le regole per la sicurezza e la salute sulla base di questi cambiamenti, e dobbiamo impiegare tutte le tecnologie che oggi sono disponibili per analizzare la pericolosità di ogni singolo ambiente di lavoro e eliminare i fattori di rischio”. Secondo il leader della Confael, in questa analisi, è necessario valutare anche la composizione demografica della forza lavoro: “i giovani hanno spesso tassi di infortunio sul lavoro sensibilmente più elevati, mentre i lavoratori più anziani in alcuni ambienti possono aver bisogno di attrezzature adattive per lavorare in sicurezza”.

Marrella ritorna poi sulla necessità di introdurre pene più severe. “In Italia – sottolinea -, quando accadono tragedie del genere nessuno paga, nessuno viene arrestato. È assurdo che chi mette a rischio la vita dei propri dipendenti non se ne assuma in alcun modo la responsabilità. Anche perché tutti gli incidenti, mortali e non, hanno un costo economico e sociale elevatissimo. E a pagarne le conseguenze non sono solo i lavoratori, ma anche le loro famiglie”.

Il nodo centrale di questa battaglia, secondo il Segretario Generale della Confael, è la promozione della cultura della sicurezza, “i lavoratori devono essere i primi a rifiutarsi di lavorare in un ambiente che non è sicuro. Inutile nasconderlo, in questo caso il problema è prima di tutto economico, se il lavoratore viene messo di fronte a un’alternativa, correre dei rischi oppure rimanere disoccupato, difficilmente sceglierà questa seconda soluzione. Spesso però i lavoratori non si rendono conto di quali pericoli corrono, e per questo è necessario garantire una formazione reale, promuovere una vera e propria cultura della sicurezza. Per farlo, sindacati e Istituzioni devono lavorare insieme. Quando si parla di sicurezza sul lavoro – aggiunge Marrella – non ci sono sindacati di colore diverso, o partiti di questo o quel colore: la sicurezza sul lavoro è un tema trasversale che deve interessare tutti”.

Sul fronte dei salari per il leader della Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori “il crollo del potere d’acquisto dei lavoratori italiani emerge con particolare evidenza in un contesto geopolitico ed economico come quello attuale. Questo fenomeno, lungi dall’essere contingente, si configura come una criticità strutturale che affonda le radici in dinamiche di lungo periodo e che richiede interventi sistemici e coordinati. I salari italiani sono sostanzialmente fermi ai livelli del 2008. La mancanza di meccanismi automatici di adeguamento all’inflazione ha determinato una progressiva erosione del potere d’acquisto, accentuata dall’aumento del costo della vita e delle spese energetiche conseguenti ai recenti conflitti internazionali”.

Per il leader della Confael “la questione salariale è indissolubilmente legata alla precarizzazione del lavoro. L’assenza di stabilità occupazionale rappresenta un potente freno alla formazione di nuovi nuclei familiari, alla natalità e agli investimenti a lungo termine, con ripercussioni profonde sul tessuto sociale del Paese. Le nuove generazioni, in particolare, si trovano a fronteggiare condizioni economiche nettamente più sfavorevoli rispetto a quelle dei loro genitori, con un deterioramento delle prospettive che non ha precedenti negli ultimi decenni”.

“La Festa del Lavoro – conclude Marrella, – deve essere, quindi, anche un momento di riflessione. Perché il mondo non sta cambiando, ma è già cambiato. Le parti sociali ancora una volta devono essere l’ultimo baluardo a tutela della legalità, dei diritti sociali e della dignità di chi ogni giorno svolge il proprio lavoro”.