Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in seguito alla pubblicazione di notizie su varie testate giornalistiche inerenti all’escalation di fenomeni drammatici come il bullismo, il cyberbullismo, il revenge porn e il body shaming in Italia, intende ulteriormente soffermarsi su una problematica di emergenza sociale in quanto i soggetti coinvolti, per la loro giovane età, costituiscono i cittadini del futuro. Pensare che moltissimi adolescenti sembrino anaffettivi, completamente sprovvisti di empatia, addirittura inclini alla prevaricazione e alle malvagità gratuite rappresenta un fallimento educativo; occorre un ripensamento serio della trasmissione / veicolazione dei valori umani.

Come docenti della disciplina dei Diritti Umani, siamo consapevoli che le scuole rivestono un ruolo fondamentale nella formazione di cittadini consapevoli e responsabili. Non basta più rispondere a tali fenomeni con semplici interventi punitivi; è necessario un cambiamento culturale profondo che metta al centro il rispetto per la dignità umana, la promozione dell’empatia e la tutela dei diritti individuali.

È imperativo che nelle scuole venga implementato un programma di sensibilizzazione che affronti in maniera integrata e strutturata i temi del bullismo, del cyberbullismo, del revenge porn e del body shaming. I ragazzi devono essere educati alla responsabilità nelle loro azioni, online e offline, e devono imparare a riconoscere e a contrastare ogni forma di violenza psicologica o fisica.

Inoltre, riteniamo che sia cruciale una maggiore collaborazione tra le istituzioni scolastiche, le famiglie e le forze dell’ordine per garantire una rete di supporto solida e tempestiva per le vittime di queste violenze, affinché nessun ragazzo o ragazza si senta mai più solo o invisibile.

Oggi la legge n. 71 del 29 maggio 2017, rappresenta il testo normativo più importante per la prevenzione e la lotta al fenomeno del cyberbullismo (es. introduzione di strumenti come l’ammonimento e la rimozione rapida di contenuti lesivi) potenziando gli interventi educativi e rieducativi in modo da arginare e contrastare una serie di condotte già predeterminate quali la denigrazione, le pressioni, le aggressioni, le ingiurie, le molestie, il ricatto, la diffamazione, e tutta una serie di ipotesi simili che vengono rivolti da minori ai propri coetanei per via telematica, utilizzando piattaforme, social e luoghi digitali.

Tali fenomeni, purtroppo, non solo hanno un impatto devastante sul benessere psicologico e sociale degli studenti, ma minano alla base i principi fondamentali della convivenza civile e dei diritti inviolabili dell’individuo.

Preoccupano i dati dell’ Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay, che coinvolge anche la community online di studenti ScuolaZoo,  e del Rapporto Espad Italia 2023, realizzato dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa – Cnr-Ifc, secondo cui nel primo documento si evince che su un campione di 1700 ragazzi intervistati “il 65% dei giovani dichiara di essere stato vittima di violenza e tra questi il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo”; mentre nel secondo gli atti di bullismo a scuola riguarderebbero attualmente in prevalenza la fascia d’età 11-13 anni; il fenomeno cresce quando in classe ci sono prevalentemente maschi.

Tendenzialmente emerge come le vittime (minorenni) vengano bullizzate in ragione di questioni di genere, di orientamento sessuale, di disabilità.

Infatti un aspetto veramente drammatico connesso al cyberbullismo e alla violazione della privacy è proprio il revenge porn perché tale crimine ha un impatto devastante sulla dignità delle vittime in quanto colpevolizza e strumentalizza chi lo subisce; mentre chi lo compie viene “assolto” in quanto autore di una ragazzata o di un atto di goliardia. Invece si tratta di reati gravi che non devono essere sminuiti, soprattutto dai genitori dei responsabili, e devono essere combattuti non solo sul piano legale, ma anche attraverso un’azione educativa mirata. È essenziale che nelle scuole vengano sensibilizzati gli studenti in merito ai pericoli riguardanti la condivisione irresponsabile di materiale sensibile e all’importanza del rispetto della privacy altrui.

Il Body Shaming è un altro risvolto della matrioska bullismo / cyberbullismo; infattila derisione del corpo altrui trova fertile terreno tra i banchi di scuola, fomentata dalla cultura dell’apparenza e dalle insicurezze adolescenziali. La condanna e l’umiliazione di chi non corrisponde ai canoni estetici dominanti possono avere effetti devastanti sull’autopercezione degli studenti, favorendo l’insorgenza di disturbi alimentari, depressione e ansia. È necessario che la scuola diventi un luogo di promozione dell’inclusività e della valorizzazione della diversità fisica, affinché ogni studente possa sentirsi rispettato e accettato per ciò che è.

Il CNDDU propone una campagna di divulgazione dal titolo “#SbulloniamoIlBullismo2025” in cui si invitano le scuole a segnalare i progetti più innovativi e all’avanguardia per il contrasto di tali fenomeni. La scuola deve essere un rifugio sicuro, un luogo dove ogni individuo possa crescere in serenità, senza il peso di pregiudizi o violenze. Solo con l’impegno di tutti possiamo arginare questi fenomeni e costruire una società più equa e rispettosa dei diritti di ciascuno.

prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU