Il tempo è scaduto: se il Palermo FC dei padroni anglo-arabi non manderà a casa l’allenatore Alessio Dionisi dopo l’ennesimo disastro calcistico contro la fortissima Cremonese, in quella che avrebbe potuto e a un certo punto, sul 2-0, dovuto essere la partita della svolta, darà fiato alle insinuazioni, voci, pettegolezzi di chi dice che la società non voglia tentare davvero la promozione in Serie A.
Con la vittoria che sembrava in pugno, dopo il 2-1 subito a causa dell’ennesima dormita difensiva, Dionisi ha ancora una volta esibito il suo presuntuoso, autolesionistico, deleterio impegno nel volere effettuare cambi stravaganti – fuori Gomes e Ceccaroni, fino a quel momento protagonisti, valori ed esperienze fondamentali per condurre in porto un risultato importantissimo – , oltre a incomprensibili spostamenti di posizioni in campo, che hanno mandato in tilt l’assetto della squadra. La scusa dei crampi e della scarsa personalità è patetica e comunque è un’ammissione anch’essa di incapacità nell’allenare i giocatori. Personalmente, ho avuto subito la sensazione che contro questo Palermo andato fuori giri e in piano panico la eccellente, determinatissima e mai doma Cremonese avrebbe potuto ribaltare, pareggiare e addirittura ribaltare il risultato. E così è stato, con infinita delusione e legittima valanga di fischi del popolo rosanero, che tanto aveva sostenuto il Palermo, accarezzando il sogno di una grande vittoria.
Cambiare ora, subito, cacciare Dionisi, creare nuovi stimoli per giocatori demoralizzati e frastornati e cercare nelle otto partite che restano di conquistare i playoff per la Serie A e giocarseli: questo deve fare, senza perdere un minuto e sfruttando il weekend e la sosta del campionato per decidere in fretta, il padrone straniero, lo avevamo scritto inascoltati già qualche tempo fa. Altrimenti delle due l’una: o la gestione è affidata a incapaci che non vedono le partite, oppure il Palermo FC non vuole neanche provare il grande salto. E francamente non voglio e non riesco a credere che sia così.
Gaetano Perricone