Il Gruppo folkloristico del Ballo Pantomima della Cordella di Pertralia Sottana ha preso parte alla 77ª edizione della Festa del Mandorlo in Fiore che si sta svolgendo ad Agrigento, nella capitale della cultura 2025 la . Le strade della città di Agrigento si accendono di colori e musica di gruppi folkloristici non solo regionali, ma provenienti anche da diverse parti del mondo: sono infatti 30 i paesi partecipanti che hanno contribuito allo svolgimento di questa importante manifestazione.L’evento nasce come festa agricola nell’anno 1934 nel vicino paese di Naro, la sua importanza crebbe fino a coinvolgere gli altri paesi della provincia, per poi trovare in Agrigento il fulcro principale di scambio di cultura, merci e tradizioni. Dopo l’interruzione causata dalla seconda guerra mondiale la Sagra assume più importanza e si amplia accogliendo anche gruppi interregionali fino ad includere, a partire dal 1956, le nazioni straniere con i loro balli e costumi tradizionali diventando così festival del folklore.


In questo stesso anno a partecipare fu anche il gruppo folkloristico Ballo Pantomima della Cordella di Petralia Sottana che si aggiudicò il primo premio assoluto al Raduno del Costume Siciliano.Il gruppo aveva già partecipato nel 1952, ha rinnovato la sua presenza nel 2003 e si è esibito domenica scorsa, in occasione della77ª edizione.La tradizione petralese tra i vicoli agrigentini porta con sé un profondo legame con quello che è il significato del festival, che vuole raccontare la bellezza della rinascita primaverile dai rigidi mesi invernali. Lo scopo del ballo della Cordella é infatti rivolto al ringraziamento alla dea per il buon raccolto, così come Agrigento celebra la fioritura del mandorlo, frutto di sostentamento della popolazione del tempo.Ma c’è di più: le origini greche della città di Agrigento includono l’esistenza di un calendario agricolo tramandato e mutato nel tempo; l’anno del calendario greco era scandito dalle fasi cicliche di semina, germinazione del grano dopo il “luttuoso” periodo invernale che vedeva poi la rinascita e la crescita del cereale fino alla mietitura. Il mandorlo incarna questa rinascita così come lo spuntare del grano determina il risveglio primaverile dei campi, ecco perché entrambe celebrano il ciclo vitale della natura come ringraziamento per il sostentamento ricevuto da essa.


Il concetto di rinascita celebrato ancora oggi da queste tradizioni sostiene il rapporto vitale tra uomo e natura, legame compromesso negli ultimi tempi da un grave rischio: la falsa convinzione dell’uomo di essere superiore così da poterne fare a meno, ottenere un’autonomia che gli conferisca più potere dimenticando però che la distruzione di essa porterebbe al suo inevitabile annientamento.
La presenza di queste entità folkloristiche resistenti nel tempo è dunque significativo per mantenere vivo il legame con la terra e il suo ciclo di vita e rinascita, senza la quale non esisterebbe il mondo di oggi.