Enzo, non solo cognato, ma amico fraterno e persona speciale. Da tutti amato e sempre ricordato.Alla data del 2 marzo scorso sono trascorsi 20 anni dalla sua scomparsa. Troppo giovane per andar via per sempre.Desidero ricordare il mio scritto, omaggio a lui dedicato, pubblicato, a pochi giorni dalla sua scomparsa, da alcune testate locali, in cui ho voluto mettere in evidenza la sua nobiltà d’animo, l’amore per i suoi cari e per il prossimo, il suo impegno e la passione con cui ha svolto quelle che sono state le sue principali ed importanti attività…
La creazione della locale emittente radiofonica da lui fondata con il valido, creativo e costante impegno di mio marito (suo fratello Salvatore), ed il lavoro svolto al Comune di Cefalù, dove, oltre a rivelare la sua etica professionale, ha messo in pratica tutta la sua maestria di elettrotecnico e tecnico del suono, frutto di grandi studi condotti con passione.Uno scritto a testimonianza di una nobile esistenza e di una importante realtà della nostra storia cefaludese…
RICORDO DI ENZO CESARE
“Una vita troppo breve, tante aspirazioni appagate, ma ancora tanti sogni da realizzare…
Così Enzo Cesare, il 2 marzo, per sempre ci ha lasciati.
Lo conobbi alla fine degli anni settanta, quando, da poco tempo, assieme al fratello e ad altri amici aveva fondato “Radio Cefalù Sud”, una interessante realtà nel nostro mondo cefaludese.
Ricordo il grande entusiasmo di quel gruppo. Era il forte impegno sociale nello svolgimento di questa attività che colpì me e mia sorella. Lui e il fratello ci avevano proposto, assieme a Carlo Antonio Biondo (allora direttore responsabile della testata del loro giornale radio ed inviato speciale) la ideazione e conduzione di programmi musicali. Così iniziò una meravigliosa collaborazione.
Dopo tanti anni, come fosse oggi, rivedo ancora le mani di Enzo che scorrevano sul mixer; tutte quelle leve con le quali lui “mandava” suoni, voci, musiche, rumori di ambiente, dosando tutto con grande attenzione, competenza e meticolosità, dando vita alla sua regìa.
Lo ricordo con il capo un po’ inclinato, per meglio ascoltare la resa, le frequenze, le impercettibili sfumature. Ricordo il sorriso che gli illuminava il viso quando parlava del trasmettitore, del ripetitore o dei supporti magnetici. La stizza prendeva il sopravvento quando qualche “picco” andava in distorsione o il microfono innescava. Non doveva succedere, tutto doveva essere perfetto. Fai e rifai le registrazioni col “Revox” nei programmi più “curati” e la grande freschezza dell’improvvisazione nelle “dirette”.
Furono anni di grande entusiasmo e di impegno… pagine di vita indimenticabili e tutto era finalizzato alla presenza forte e costante nel sociale: iniziative culturali promosse da programmi di grande interesse e lui, vulcano di idee e fonte di suggerimenti, andava fiero di tutto ciò. Anche il programma musicale era motivato, o dall’interesse per il genere, o dalla particolarità di uno strumento, o ancora dalle tematiche dei cantautori. E poi la prosa, la poesia, lo sport, la politica, le problematiche giovanili del post “sessantotto”. Qualsiasi argomento era affrontato con serietà ed interesse e tanti collaboratori, oggi seriamente inseriti in svariati settori, passarono sotto a quel microfono, davanti al mixer nella consolle sulla quale Enzo assaporava con soddisfazione, momento su momento, quelli che poi sarebbero stati sicuri successi. Lui doveva necessariamente far bene ogni cosa, per sopperire a ciò che gli era stato dalla natura negato. Il non vedere, che aveva sopportato con grande dignità, per lui, non era un ostacolo, anzi, un punto di partenza. In tutto.
Qualsiasi cosa facesse era svolta con entusiasmo. Agli amici che, sicuri della sua felicità nel rispondere, gli chiedevano piccoli consigli tecnici, generosamente metteva a disposizione tutto il suo bagaglio, frutto di tanti anni di studio ed esperienze. Contemporaneamente agli anni dedicati alla radio, avvenne per lui l’inserimento nel mondo del lavoro, al centralino del Comune di Cefalù, a seguito del conseguimento del diploma di Corso Professionale all’Istituto Professionale per i non vedenti. Per anni e anni seguì lo scorrere della vita cefaludese, svolgendo il suo lavoro con intelligenza e riservatezza, dando umilmente, seriamente ed attentamente tutto il suo impegno, facendosi apprezzare da tutti per le sue nobili doti.
La vita non fu per lui benevola: da un canto gli riservò dolori e sofferenze che lasciano il segno, da un altro canto lo rese felice di meravigliose certezze come l’amore per la moglie e i tre stupendi figlioli, la venerazione per l’anziana e saggia madre e le grandi esperienze di amicizia. La gioia consapevole nell’apprezzare le qualità dei tanti e la nobiltà nel perdonare le debolezze dei pochi.
L’aver patito grandi dolori non riuscì a renderlo arido, piuttosto lo arricchì di sentimenti profondi verso tutti e tutto. La grande fede cristiana motivò ogni sua esperienza e spero possa dargli la luce che non potè godere negli ultimi anni della sua vita terrena. Se è dolce voltarsi indietro, ora è terribile vivere questo presente. Difficile pensare di guardare avanti, ma bisogna farlo, ora che infine lui può vederci, per onorare la sua memoria, consapevoli della pienezza delle ricchezze interiori lasciate a noi che abbiamo avuto il privilegio di essergli vicini”.
Pina Cardali
Foto: Comune di Cefalù, Sala Consiliare. Settembre 1992