Più volte i Consiglieri del Gruppo “InnoviAmo Cefalù” abbiamo segnalato – dice il consigliere Pasquale Turdo – con interrogazioni la pericolosità per i pedoni del marciapiedi della via Umberto I°. Dopo il via ai lavori per eliminare i pericoli annunziato dal Sindaco lo scorso gennaio – continua – mi sono documentato per rendermi conto dei lavori previsti nel progetto, per i quali, il 10-02-2025, è stata pubblicata la gara d’appalto che si chiuderà il prossimo 10-03-2025.
Purtroppo, mentre pare avviata a soluzione la vicenda del marciapiedi di via Umberto I° il cui inizio risale ad una quindicina di anni fa, Cefalù continua a pagare la negligenza dell’Amministrazione.
E’, infatti, dello scorso 6 febbraio – osserva Turdo – la delibera con la quale la Giunta municipale ha sottoscritto l’accordo stragiudiziale per definire bonariamente, con il risarcimento onnicomprensivo di euro 10.000, la controversia per l’ennesimo sinistro occorso il 14-04-2023 ad una signora, che, come si legge nella stessa delibera, era “caduta rovinosamente a terra mentre percorreva la via Umberto I in direzione Piazza Garibaldi, all’altezza del numero civico 33, a suo dire, a causa delle radici degli alberi e la poca e scarsa manutenzione della pulizia della strada”.
Oltre alla mancanza di un cenno di scuse alla parte lesa, nella delibera del 6 febbraio destano stupore – sottolinea – per un verso, l’espressione “a suo dire”, con la quale l’Amministrazione mette in dubbio la veridicità del fatto denunciato dalla stessa e, per altro verso, il passaggio “stante la consolidata “sensibilità” dei Giudici alle ragioni dei danneggiati” col quale l’Amministrazione dimostra di non credere alla terzietà dei Giudici.
Stupore a parte – conclude – sarebbe il caso che, nelle more dell’inizio dei lavori, l’Amministrazione provvedesse ad interdire il marciapiedi al passaggio dei pedoni, per evitare altre rovinose cadute causate dalle radici e dal dissesto della pavimentazione e per prevenire i relativi contenziosi che finiscono per gravare sulle tasche dei cefaludesi.