La Cammara Picta è una sala decorata con affreschi manieristi eseguiti nel 1610 dal pittore e architetto termitano Vincenzo La Barbera, autore di progetti per numerose opere pubbliche di grande rilevanza in buona parte commissionati dal clero e dalla aristocrazia palermitana. Una sorta di Sancta Sanctorum situato all’interno del palazzo municipale di piazza Duomo a Termini Imerese. Nei quattro fronti è possibile ammirare una sequenza di affreschi che raccontano di Himera e di Thermae Himeresenses, offrendo una visione suggestiva sul passato della città e del territorio.
Nell’opera viene rappresentata la storia della città di Termini Imerese che, partendo dalle sue origini mitologiche, attraversa le vicende di Hìmera, fino a raggiungere il periodo romano che, dopo la distruzione dell’importante colonia greca, vide la nascita del nuovo nucleo urbano. 12 pannelli che raccontano le vicende storiche e 3 “uomini illustri” dipinti a “grisaille” nella parete destra e 3 nella parete sinistra, oltre un pregevole tetto a cassettoni: otto tele, disposte intorno al lacunare centrale di forma ottagonale. Nella Sala del magistrato nulla è casuale compreso alcuni dipinti poco comprensibili a tanti se non addirittura misteriosi, che marcano un percorso molto più profondo e meno “esteriore”. Come scriveva Vincenzo Abbate nel suo pregevole saggio “La Cammara picta del Magistrato e “l’Umanesimo” termitano agli inizi del Seicento” “…gli iniziati a questa moda letteraria, vicina alla cultura araldica con la quale divideva il comune linguaggio simbolico, non poterono essere che i ceti sociali dominanti, la nobiltà, l’alta borghesia in ascesa, entrambe legate ai circoli letterari di un certo livello: emblemas, mote, empresas, insignias, divisas, symbolos, pegua y hieroghyphicos costituirono così gli ingredienti principali di un linguaggio dall’enigmatico significato morale che restava nascosto al lettore profano”. Un aspetto esoterico che si definisce come quell’insieme di dottrine e rituali ristretti a una élite di iniziati che si pone come obiettivo il raggiungimento di una conoscenza superiore attraverso differenti gradi di perfezionamento.
Le molteplici forme dell’arte, dall’architettura alla pittura, dalla poesia alla musica, si prestavano come medium di codici comprensibili solo ai seguaci dei circoli iniziatici e ne marcavano l’appartenenza. Il suo scopo è la ricerca della verità, del divino e il raggiungimento della purezza interiore, attraverso un processo di trasmutazione, dalle tenebre della conoscenza, alla luce della verità. Gli iniziati ne riconoscevano l’appartenenza dei membri, grazie ai simboli velati inseriti negli affreschi e nelle sculture, segni nascosti nei decori delle sale di rappresentanza o nella statuaria. Essi costituiscono un repertorio che fa leva su un rituale consolidato nei secoli e che affonda le radici nella notte dei tempi. La visita, gratuita, sarà guidata da Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia. E’ necessaria la prenotazione WhatsApp: 346.8241076 – Email: segreteria@unipoti.it.
Domenica 16 febbraio 2025 ore 10,00. Piazza Duomo Termini Imerese
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