I Treni armati della Regia Marina furono istituiti nel 1915 al fine di contrastare gli attacchi aeronavali a sorpresa della k.u.k. Kriegsmarine, e k.u.k. Luftfahrtruppen, rispettivamente, marina e aviazione austro-ungarica. Nel corso della Grande Guerra, si realizzarono complessivamente dodici treni armati. I treni, contraddistinti dalla sigla (T.A.) e contrassegnati da numeri romani, vennero equipaggiati con pezzi di artiglieria da 76 mm per la difesa contraerea, e pezzi da 120 o 152 mm per il tiro antinave. Tuttavia, durante il conflitto si aggiunse anche un T.A. essenzialmente per il tiro contraereo. Alla data del 20 settembre 1918, sino al termine della guerra (1), il Treno numero IV, classificabile di primo tipo, fu dotato di 4 cannoni da 120/40 e 2 antiaerei da 76/40. Il T.A. IV, con sede ad Ancona, fu impiegato per la difesa della città marchigiana; ebbe la sua residenza a Porto San Giorgio, e fu utilizzato (da come si evince dalla cartolina ricordo) per le operazioni militari nella tratta: Porto San Giorgio – Fermo – Recanati; Porto Potenza Picena – Porto Civitanova – Porto San Elpidio; Pedaso – Cupramarittima – Grottammare. Ogni convoglio si componeva di due treni: uno operativo, dotato di due locomotive “Gr. 290” FS, o “Gr. 875” FS, posizionate una in testa e l’altra coda; e l’altro logistico, provvisto di una sola locomotiva. Il personale ai pezzi era costituito da marinai, mentre, gli addetti alla manovra, da personale militarizzato delle FF.SS. Il comando della colonna venne assegnato a un capitano di corvetta, oppure a un tenente di vascello.
Abbiamo chiesto allo storico navale Virginio Trucco (2) di descriverci il recto della bellissima cartolina ricordo (viaggiata) per la consegna della Bandiera di combattimento al IV Treno Armato. Il documento è sicuramente una fonte accreditata per lo studio dei treni armati italiani della Prima Guerra Mondiale.
«Il Treno Armato numero IV era un treno composto da 4 cannoni da 120 mm e 2 cannoni antiaerei da 76 mm. In tutto aveva 12 carri e un equipaggio di 65 persone. Il treno uscì dall’arsenale di Spezia nel settembre del 1915 e fu subito assegnato alla difesa di Ancona; col presiedere delle batterie costiere fu trasferito a Fano nel febbraio del 1916. Sul finire del 1917, il T.A. venne assegnato a Porto San Giorgio, e la sua sede di appostamento mattinale fu San Vito Lanciano. La zona di azione andava da Porto Recanati a San Benedetto del Tronto.
Prendendo in esame la cartolina commemorativa, osserviamo che in alto sono riportate le varie stazioni della sua tratta: da Porto Recanati a San Benedetto del Tronto che erano sotto la protezione del T.A. In più, nella foto, è rappresentato un cannone da 120 mm, dove si nota una mitragliatrice Colt da 6,5 mm. Molto probabilmente, quest’ultima, era stata aggiunta in un secondo tempo per aumentare l’armamento antiaereo del treno. Sulla sinistra della cartolina è raffigurata sia la bandiera e sia l’emblema della Regia Marina, e sotto ancora il motto in latino conferito al T.A. : IGNE SUPER FERRUM RAPTUS / IGNEM FERRUMQUE IACTO. Questo motto è racchiuso fra due prore rostrate, proprio a ricordare i fasti delle flotte navali di Roma. La cartolina risale sicuramente all’inizio del 1918, e proprio in questa data si presume che sia stata assegnata al treno la bandiera di combattimento. La consegna della bandiera di combattimento a un’unità navale e quindi in questo caso per assimilazione al treno, è una cerimonia solenne. In genere, la bandiera è contenuta in un cofano di legno che si trova nella cabina del comandante. Essa è fatta di stoffe pregiate, raso, seta, e viene innalzata nel giorno della sua consegna, dopo di che e riposta nel suo cofano in legno e verrà poi innalzata in caso di un’azione di combattimento».
Note:
(1) Franco Rebagliati, “I treni armati della R. Marina in Liguria (1940-1945)”, Alzani, Pinerolo, 2004.
(2) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979,frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Già dipendente di Trenitalia S.p.A. lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione Culturale BETASOM (www.betasom.it).
Bibliografia e sitografia:
Mario Pietrangeli,Le ferrovie militarizzate, i treni armati, i treni ospedale nella Prima e Seconda Guerra Mondiale (1915-1945)”, Como CESTUDEC, 2012.
Virginio Trucco, “I treni armati”, Tecnica Professionale N° 7 Luglio/Agosto 2013.
Ernesto Petrucci. “Le Ferrovie Italiane nella Grande Guerra (1915-1918)”. La Tecnica Professionale n. 10 – ottobre Roma, 2015.
Michele Mario Elia, Luigi Cantamessa, Ernesto Petrucci. “Le Ferrovie Italiane nella Grande Guerra (1915-1918)”. La Tecnica Professionale n. 10 – ottobre Roma, 2015.
Giuseppe Longo 2016, Gennaio 1916: entravano in azione i treni armati della Regia Marina, Cefalunews, 26 gennaio.
Michele Antonilli, Mario Pietrangeli, “Il ruolo delle Ferrovie nella Prima Guerra Mondiale” Amarganta 2018.
Giuseppe Longo 2020, La storia dei treni armati della Regia Marina, Cefalunews, 28 luglio.
Giuseppe Longo 2021, Prima Guerra Mondiale: “Le navi da guerra su rotaia”. L’esordio in Adriatico, Cefalunews, 27 novembre.
Foto di copertina: Cartolina ricordo per la consegna della Bandiera di combattimento al IV Treno Armato.
Giuseppe Longo