Attualità

Alfonso Alaimo (coordinatore regionale Alternativa Popolare): non possiamo ignorare l’erosione costiera

«È di estrema preoccupazione la notizia che il lungomare di Capo d’Orlando sia praticamente scomparso. Questo evento drammatico è solo la punta dell’iceberg di una situazione che interessa molte altre aree costiere della nostra amata Sicilia. Località come Cefalù, Agrigento e altre importanti fasce costiere sono fortemente minacciate dall’erosione. Una problematica che non possiamo più ignorare».
A dirlo è Alfonso Alaimo, coordinatore regionale in Sicilia di Alternativa Popolare, il partito il cui segretario Nazionale è Stefano Bandecchi.
«Le relazioni – continua Alaimo – e i dossier compilati dalle associazioni ambientaliste indicano che oltre il 70 per cento delle coste siciliane è a forte rischio. Non possiamo più permettere che questo problema venga ridotto a un semplice dato tecnico. L’erosione costiera ha implicazioni devastanti non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale. Se le spiagge scompaiono, trascinano con loro i lidi, le attività turistiche e migliaia di posti di lavoro. L’impatto sull’economia locale è immenso, poiché il turismo è una delle principali risorse della nostra regione».
E ancor Alaimo: «La politica delle mille promesse ha continuato a ignorare questa gravissima minaccia, persino nei momenti di campagna elettorale, quando si dovrebbe discutere e trovare soluzioni ai problemi più urgenti. I timidi tentativi di affrontare la questione da parte della Regione si sono concretizzati in protocolli che, purtroppo, non si sono rivelati risolutivi e a cui, peraltro, non è stato dato seguito».
«È inaccettabile – conclude Alaimo – che, di fronte a evidenze così chiare, non sia ancora stata promossa una risposta adeguata e decisiva. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti, attuando interventi strutturali e sostenibili per proteggere le nostre coste. È essenziale coinvolgere esperti, comunità locali e settori economici in un piano d’azione che miri non solo a mitigare i danni attuali, ma a prevenire ulteriori distruzioni. Solo così possiamo garantire un futuro lavorativo e turistico ai cittadini siciliani e tutelare il nostro inestimabile patrimonio costiero. La nostra terra non può più aspettare».

Redazione

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